Liam Dunbar era sempre stato così. Faceva una cosa e se ne pentiva l'istante dopo. Spesso seguiva l'istinto, come quella volta che liberò un pazzo omicida dal sottosuolo, come quella volta che lo salvò in quel tunnel buio e umido, come quella volta che ci fece l'amore. Spesso, però. Non sempre. Non sempre perché a volte ci pensava troppo. La sua mente, di fronte a certe cose, creava mille dubbi e un sacco di domande; domande a cui non riusciva a dare una risposta. Stava facendo la cosa giusta o no? Valeva la pena farla? E cosa avrebbero pensato gli altri? E Mason? Suo padre o Hayden? Quelle erano solo una piccolissima parte di ciò che la sua mente formulava.
Non aveva fatto né la cosa giusta, né quella sbagliata. Aveva fatto, con Theo, solo ciò che lo rendeva felice in quei momenti. In quei momenti, sì, aveva seguito l'istinto, aveva seguito il suo cuore. Ma non l'aveva seguito fino alla fine. In lui si era creata un'infinita lotta tra il cuore e la testa. Il cuore diceva di provarci con Theo, magari non sarebbe stata la persona giusta, ma comunque avrebbe potuto dire che aveva provato; mentre la testa gli urlava contro che tutto era sbagliato, sin dal primo momento che lo aveva visto, Theo era una cattiva persona e nessuno avrebbe potuto salvarlo dalla vita che si era creato. Quando un'anima è perduta, lo è per sempre; nessuno è in grado riportare la luce, nessuno è in grado di riportare in superficie, nessuno è un supereroe. Liam era solo un ragazzino di diciassette anni, nel fior fiore dei suoi anni che non era in grado di badare a sé stesso, figuriamoci salvare una persona; figuriamoci salvare un Theo Raeken.
Eppure, inconsapevolmente l'aveva salvato, lo aveva fatto sorridere per la prima volta e lo aveva fatto innamorare. L'aveva visto piangere, prenderlo a pugni ma anche abbracciarlo e accarezzarlo, l'aveva visto debole ma allo stesso tempo forte. Aveva sentito la dolcezza di quelle labbra, che avevano sempre sputato sentenze e cattiverie di ogni tipo e aveva visto in quegli occhi oceano, levarsi, pian piano, quell'invisibile velo di oscurità.Entrambi ci avevano creduto davvero, ma Theo era quello che aveva accettato tutta la situazione più facilmente, con più leggerezza. Eppure tutta la forza che Theo aveva sempre avuto, era crollata di fronte alla confessione di Liam.
Sapeva che innamorarsi non era una cosa da fare, sapeva di non dover cedere. Perché l'amore fa male, forse più male dell'odio o dell'indifferenza. Non aveva mai amato nessuno in vita sua, nemmeno la sua famiglia, ma quel piccolo ragazzino con i capelli perennemente scompigliati aveva fatto crollare tutte le sue certezze riguardo i sentimenti, aveva spazzato via tutto in un secondo, l'aveva fatto ricredere.
Non aveva mai capito l'importanza di dover per forza condividere la propria vita con qualcuno; secondo lui, erano stupide le persone che non riuscivano a vivere senza aver trovato l'anima gemella, ma era in momenti in cui stava con Liam che capiva. Capiva che si può essere felici sempre, anche se si è soli, ma tutto diventa speciale se accanto c'è la propria persona, e Liam per Theo lo era stata. La sua persona. Non importava se Liam fosse un ragazzo o una ragazza, lui si era innamorato della persona. Liam era la sua eccezione. Lo era sempre stata.********
Liam uscì nel gelido inverno di Beacon Hills. Stava nevicando. Piccoli fiocchi di neve si posavano sul suo viso caldo e a poco a poco la strada si stava coprendo di una sottile patina luccicante. Camminava lentamente verso la sua meta. Stava andando da Hayden, per controllare se stesse bene. Era appena di poche settimane ma la stanchezza già si faceva sentire. Non la lasciava mai sola, tranne quei momenti in cui dormiva, mangiava o aiutava suo padre.
Si portò le mani in tasca e si strinse di più nel giubbotto. Osservò tutto ciò che lo circondava, la lunga strada dritta che divideva una via da un'altra. Alberi che si ergevano maestosi sopra le piccole casette color crema, davano l'impressione che volessero proteggere ogni singola cosa di quella cittadina misteriosa. Nessuna auto circolava, solo un anziano su una bicicletta scassata e qualche schiamazzo di alcuni bambini gioiosi per la prima nevicata. Liam era perso nei suoi pensieri, sentiva che gli mancava qualcosa nonostante avesse tutto.
Passò davanti ad una grande villa, con circa una decina di finestre e finestrelle, da alcune usciva una luce fioca mentre da altre no. Sentì un bambino piangere e si riscosse. Non era pronto per accogliere un bambino, non era pronto a fare il padre, in fondo aveva solo diciassette anni, era un bambino anche lui.Proseguì velocemente, scuotendo la testa come per scacciare momentaneamente quel pensiero, finché passò davanti ad un piccolo appartamento.
Qualcosa lo portò ad avvicinarsi, sfiorò con le dita gelide il cartello AFFITTASI, inchiodato alla porta, con un numero di telefono. Se lo segnò.
Stette impalato ad osservare, nemmeno lui sapeva cosa. Quando si decise ad andarsene, vide qualcosa di bianco spuntate da sotto la porta. Si chinò ed estrasse un pezzo di carta. Una calligrafia piccolissima e disordinata, spiccava sulla carta bianca come la neve di quel giorno.
Incuriosito lesse, con fatica:Ciao piccolo Beta. Probabilmente non la riceverai mai questa lettera, sempre se può essere considerata tale, scritta su un foglio strappato. Mi sento meglio se la scrivo, quindi non ridere. Mi sto prendendo a pugni per star facendo questa cazzata. Volevo solo avvisarti che me ne vado, questa volta è per sempre. Mi dispiace se non ho portato a termine il nostro accordo, ma non ci riesco, tutto questo per colpa tua.
Non te l'ho mai detto ma penso di essermi innamorato di te. Non provare a cercarmi o a metterti in contatto con me perché se arriverà quel giorno che ti rivedrò, ti spaccherò la faccia per avermi fatto diventare così idiota.
Buona vita.Una firma incompleta, formata da una T e una linea retta, come se qualcuno avesse spostato velocemente il braccio dello scrittore, e lacrime secche si erano mischiate all'inchiostro impedendo una lettura limpida. Liam rimase colpito da tutto ciò che lesse. Pensava che quelle cose potessero succedere solo nelle favole, invece nella realtà qualcuno aveva fatto quella cosa per la persona che amava.
Sorrise, nonostante non sapesse chi fossero quelle due persone tanto tormentate, piegò il foglio, se lo mise in tasca, non sapendo per quale motivo stesse 'rubando' qualcosa di così privato e si avviò verso la casa della sua ragazza.Eccoci arrivati all'epilogo. So che adesso sarete confusi, non ci capirete niente e soprattutto sarete arrabbiati e vorrete ammazzarmi per 'mai una gioia'. MA....dopo un lungo interrogarmi sono giunta ad una conclusione. Non volevo andare oltre i 30 capitoli, sarebbe diventata troppo lunga perciò *rullo di tamburi* non è finita qui.
Ringrazio come sempre tutti, chi legge, chi vota e chi commenta. Non pensavo di arrivare a tanto e soprattutto non pensavo di riuscire a finire una storia. Ne ho scritte tante ma tutte incomplete, quindi questa è la mia prima vera storia. Probabilmente è tutto l'amore che provo per Theo e Liam, Cody e Dylan ad avermi aiutato a farla concludere. Ma soprattutto ringrazio anche voi, perché senza di voi l'avrei abbandonata. Sono contenta anche se ho pianto scrivendo questo epilogo.
Vi amo e buonanotte.
Spero vi piaccia.
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Alone - THIAM
FanfictionBeacon Hills è sempre stato un luogo dove succedevano le cose più inimmaginabili, e questo entrambi lo sapevano. Così come entrambi sapevano di odiarsi a vicenda, così come entrambi sapevano di essere tremendamente soli. La solitudine è una consegu...