Capitolo 15

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Il giorno dopo vado a scuola ma di Cameron nessuna traccia ed è strano. Continua a non esserci per tutta la settimana quindi decido di andare a trovarlo a casa sua. Mi aveva dato un biglietto con l'indirizzo nei casi di emergenza.

Visto che oggi è sabato, il mattino faccio i compiti e il pomeriggio vado a dare un'occhiata.
Suono ma nessuno risponde. Riprovo tante volte ma niente

- Ha bisogno che le apra? - mi chiede sbucando dalla finestra un signore dal primo piano.

- Sì grazie, molto gentile - sorrido.

Mi apre e vado al secondo piano, busso ma niente allora gli scrivo un biglietto e lo faccio passare da sotto la porta e me ne vado in spiaggia vicino al molo. Stavolta però ho portato una borsetta con il quaderno per scrivere qualche testo.
Sto scrivendo quando ad un certo punto sento un rumore dal molo e quindi vado a controllare. Ok lo so che non dovrei farlo ma sono curiosa.

- C'è qualcuno? - chiedo. Ecco mi sento una stupida visto che se c'è un ladro non risponderà mai. Come nei film horror, lo dicono sempre e aspettano una chissà quale risposta dal presunto assassino e ora mi sta salendo l'ansia, lo sapevo.
Faccio per salire ma è tutto buio, incomincia a farmi paura questa situazione.
Si accende la luce all'improvviso e mi ritrovo il moro davanti. Inutile dire che caccio un urlo.

- Oddio Lucas! Mi hai spaventata a morte - dico facendo un sussulto.

- Mi dispiace, non ti ho sentita. Come mai qui? - domanda curioso.

- Ho sentito dei rumori. Ma cosa stai facendo? - vedo la pittura dappertutto.

- Voglio decorare la camera, sai come la volevano insieme - e qui cala il silenzio.
Si avvicina a me e mi prende le mani ma io le tiro via.

- Fammi parlare per favore, ho bisogno che tu mi ascolta - mi supplica.

- Per spiegare cosa? Com'è stato bello andare a letto con lei? - sono calma ma non so fin quando possa resistere.

- È qui che ti sbagli non sono mai stato con lei. Sì, sono andato alla festa e ho un po' bevuto ma me ne sono subito andato con i miei amici - mi dice e questa volta riconosco che è la verità.

- Quindi non é successo assolutamente
niente? - chiedo.

- Niente di niente - risponde ed è a quel punto che mi sento una stupida.

- Come ho fatto a crederci? Che cretina che sono! - dico lasciandomi cadere sul divanetto.

- Hey non fare così. È colpa di Emily non tua - mi consola abbracciandomi.

- Sì ma io l'ho assecondata... ti ho trattato malissimo mi dispiace così... - ma non faccio in tempo a finire che lui mi prende il viso e mi bacia.
Mi era mancato se devo esser sincera.

- Riesci a stare un po' zitta o devo zittirti sempre così? - dice ridendo e sorrido asciugandomi le lacrime.

- Non importa, so che non riesci ancora a fidarti di me ma io non ti farei mai del male. Ti amo troppo per farlo principessa - sorrido a questa frase. Ci tiene davvero a me!

- Ti amo anch'io - e lo bacio di nuovo.

Stiamo tutto il pomeriggio a riordinare la stanza e il bagno. Sembra noioso ma ci stiamo divertendo un sacco.

- Sarà il nostro posto - promette stringendomi a sé.

- Sì il nostro posto - ripeto.

Lunedì vado a scuola con il moro e quando entriamo mano nella mano è inutile dire che ci fissano. Ma io dico, hanno una loro vita questi?
Ci dirigiamo in classe ma Emily e la sua amica si avvicinano immediatamente con una faccia stupita.

One more day Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora