Capitolo 16

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La pioggia scendeva giù cessante tra le strade di Los Angeles.
I bar erano già pieni di gente senza ombrelli che si rifugiava per non bagnarsi.
Le strade erano trafficate da una coda infinita di macchine per colpa di questo tempaccio.
Il meteo portava addirittura un grande temporale quella sera, che sarebbe poi proseguita ininterrottamente per un paio di giorni.

Apro gli occhi a causa del continuo fruscio del vento e del ticchettio delle gocce sul tetto.
Come tutte le mattine i miei genitori lavorano e così sono costretta a prepararmi da sola la colazione.
Bevo la mia tazza di camomilla bella calda e mi preparo per andare a scuola.

Nelle mie orecchie rimbombano le note di Too much to ask di Niall che, a parer mio, è perfetta per questo momento.
La pioggia, il vento, le persone che corrono per non fare tardi, questa canzone... ecco, ora posso dirlo, è ufficialmente arrivato l'autunno.

Fortunatamente riesco ad arrivare in tempo in classe nonostante il casino fuori e iniziamo la lezione di informatica anche se non riesco a concentrarmi sulla spiegazione. Continuo a fissare malinconica fuori dalla finestra le gocce che bagnano il vetro. Insomma mi piace l'atmosfera ma preferisco di gran lunga l'estate, il sole, il mare...

Alzo la mano e il professore stranamente mi manda in bagno, avevo proprio bisogno di riprendermi un po' anche se non avrei mai immaginato di vedere parlare Veronica e Cameron.
Ritorno in classe e faccio finta di niente ma l'ora dopo apre la porta proprio lei.
Entra in aula e si presenta alla classe, perfetto il mio incubo è divenuto realtà. Non riuscirò mai a sopportarla per un intero anno!

Inizia a fare l'appello e quando si rende conto di aver letto il mio nome mi cerca con lo sguardo tra la classe e i suoi occhi si posizionano su di me. Ci fissiamo per una decina di secondi prima che lei decide di rompe il silenzio.

- Sei tu Elisa Nardi vero? - mi chiede e annuisco sbuffando. Come se non lo sapesse...

- Prof. come fa a sapere che fosse lei? - esordisce un mio compagno. Voglio proprio vedere ora cosa si inventa.

- Beh il professor Daren mi ha parlato molto bene di lei, è un'alunna eccellente, nulla da togliere agli altri ovviamente! Quindi sì è stato lui a farmela vedere prima nei corridoi -. Ottima scusa, geniale! Sa mentire proprio bene, dovrebbero darle un premio Oscar per la recitazione.

Finalmente usciamo da quel carcere e decido di non prendere l'autobus per poche fermate ma bensì di farle a piedi per sbollire l'arrabbiatura.
Certe volte però penso che avrei bisogno di una bicicletta così impiego anche meno tempo.

Appena arrivo a casa mi metto a mangiare con mia madre.

- Tesoro domani devi andare in ospedale fino a sabato ma stavolta noi non potremmo accompagnarti. Veniamo dopodomani a farti una visita ok? - mi avverte mia madre.

- Va bene allora vado a preparare lo zaino - e così dicendo torno in stanza. Ormai vivo più lì che a casa mia!

L'indomani mi ritrovo in ospedale a fare esami su esami e chemio. Mi hanno riempito di medicinali ma dicono che mi faranno stare meglio e lo spero. Intanto fuori non ha smesso neanche un secondo di piovere.

Si fa sera ma prima di andare a dormire prendo un'altra medicina e mi metto sotto le coperte.

Stavo giusto per addormentarmi quando sento, alle 3 di notte, un rumore. Mi alzo lentamente senza fare casino ed esco dalla stanza che divido con un signore. Vago tra i corridoi dell'ospedale e sento altri rumori provenire da una stanza e poi dall'altra.

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