Capitolo 28

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- Non staremo esagerando? - chiede il ragazzo preoccupato.

- Puoi lasciare i tuoi sentimenti da parte? Non le faremo del male te l'ho promesso -.

Riesco ad alzarmi con fatica e con la vista offuscata e tento di tenermi ma dopo poco precipito a terra e poi buio totale.

Mi risveglio il mattino seguente attaccata a vari macchinari. Cerco di alzarmi ma una mano me lo impedisce. Mia madre è lì, con la faccia stanca e preoccupata.

- Mamma... che è successo? - chiedo spaesata.

- Stai tranquilla e non agitarti che ora viene a parlarci il medico - Dopo pochi secondi arriva il dottore con mio padre.

- Ho una cattiva notizia purtroppo. Dopo la caduta di ieri la tua situazione è peggiorata - annuncia.

- La caduta di ieri? Qualcuno mi spiega cos'è successo? -. Mi sento parecchio spaesata, non capisco niente!

- Non ricordi proprio nulla? - mi chiede mio padre.

- No nulla, apparte due persone che entrano nella mia stanza e poi buio totale -

- Hai avuto un trauma cranico e, come saprai, per la tua malattia è un male -

- Ho poco tempo vero? Quanto mi resta? -. Silenzio totale, i miei si guardano tra di loro e dopo guardano il medico, James.

- Non mi sembra il caso dirtelo, potrebbe essere una cosa traumatica sapere quando si muore - mi avverte James

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- Non mi sembra il caso dirtelo, potrebbe essere una cosa traumatica sapere quando si muore - mi avverte James.

- No dottore voglio saperlo, è un mio diritto. La supplico, ho bisogno di sapere... - 

- Se continua così avrai un po' più di di 6 mesi - sussurra nella speranza di non farsi sentire ma io ho sentito benissimo. Ho gli occhi lucidi, penso che potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro. Un conto è pensare che la tua morte è vicina, un conto è sapere che avrai poco tempo a disposizione...

- Mesi? Non è possibile! - urla mio padre incazzata. Penso più che altro che la sua ira sia rivolta verso il mondo, è così ingiusto certe volte!

- Purtroppo è così, cerca di sfruttarlo bene sto tempo - mi dice il medico prima di andarsene.

- É tutta colpa sua. Avevo ragione a trattarlo male maledizione! - urla mio padre infuriato.

- Di chi stai parlando papà? - dico ma non mi calcolano.

- Non sappiamo se è lui - interviene mia madre calmando papà.

- È lui per forza - ringhia lui.

- Mi dite chi è "lui" ? - dico sedendomi sulle gambe.

- Il tuo ragazzo - esordisce finalmente mio padre.

- Cosa centra Lucas ora? - roteo gli occhi scioccata.

- Era qui ieri sera, non so cosa voleva fare ma alcuni pazienti hanno visto entrare nella tua stanza un ragazzo che coincide con la sua descrizione - mi spiega. Non è possibile.

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