Capitolo 3

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I miei sono arrivati ieri sera a casa e ora stiamo andando in ospedale.
Che incominci un'altra tortura anche se ormai sono abituata...
Mi attaccano i fili e incominciano a fare sempre gli stessi controlli di routine.

Sono sul lettino priva di forze, non riesco manco a tenere gli occhi aperti quindi decido di dormire un po' per recuperare le forze.

Passano così due giorni tra cure e medicine che sembrano non finire mai, come tutte le volte che vengo qui.

Ritorno a casa la sera con i miei che mi vengono a prendere e mi fanno stendere sul letto. Stranamente non ho voglia di andare in spiaggia anche perché non ci riuscirei nemmeno e allora mi viene in mente quella chitarra e quella voce così bella che mi fa addormentare subito dopo.

- Svegliati tesoro, devi andare a scuola - mi scuote mia madre la mattina seguente. - Ce la fai? - continua poi.

- Sì mamma vado, non voglio perdere già lezioni -. Almeno i miei prof sanno della malattia quindi sto anche più tranquilla per le assenze.

Mi alzo, mi vesto e faccio un'abbondante colazione per riprendermi del tutto visto che sono ancora mezza rintontita.

Mi dirigo a scuola accompagnata da mio padre in macchina e come sempre c'è così tanta confusione che già odio tutti, soprattutto quelli che iniziano a parlare di prima mattina, non lo sopporto!
Alzo lo sguardo da terra e cade subito su Lucas che mi saluta ma faccio finta di niente.
Arrivata in aula vengo fermata proprio da lui, che stress già!

- Hey che fine avevi fatto? Ti ho pure salutato ma hai fatto finta di niente - ci è rimasto un po' male dai.

- Scusami ma non ti ho visto - mento e faccio finta di niente.

- So che non è così, mi hai visto eccome - mi dice con tono calmo però. Oh ma che vuole questo ora?

- Cos'hai avuto in questi giorni? Hai tagliato? - e quando finisce di parlare mi viene da ridere.

- Io non taglio mai, sono stata male e non ti permettere più di parlarmi così - rispondo infastidita posando lo zaino sul banco.

- Scusa ero solo preoccupato per te... Ora stai meglio? -. Dalla sua espressione capisco che effettivamente è sincero.

- Sì ora sto bene. Scusa se non ti ho salutato e se ti ho risposto male ma non è giornata - mi scuso girandomi di fronte e incrociando i suoi occhi per un secondo.

- Non importa, tranquilla -. Sto per sedermi quando mi afferra delicatamente il polso e mi fa girare facendomi trovare così a pochi centimetri di distanza dal suo viso.

- Senti ti va di venire a studiare a casa mia oggi così recuperi? -. Rimango spiazzata da quella frase, non me l'aspettavo. Insomma ci conosciamo da pochi giorni.

- Non mi sembra il caso e poi siamo ancora ai primi giorni, non ho perso niente - rispondo guardandolo negli occhi, distogliendo il mio sguardo solo quando entrano anche gli altri.
Subito mi libero dalla sua presa e ci allontaniamo. Ovviamente non fa manco in tempo a rispondermi che una mia compagna va da lui perciò vado a sedermi.

Passa un altro giorno di scuola e per tutto il tempo Lucas non ha fatto altro che fissarmi. Ma che cosa vuole da me? Odio essere fissata, vuoi un autografo? Giuro di non essere sempre così scontrosa.

Vado a casa prima di incrociarlo e mangio con i miei che come sempre sembrano assenti pure quando ci sono. Dopo aver mangiato vado a fare i compiti e poi riposo un po'.

- Mamy vado un po' in spiaggia - l'avverto. In 5 minuti arrivo e vado nella casa ma c'è qualcosa che attira la mia attenzione.

Sul letto vedo una giacca di pelle nera, non so di chi sia ma profuma e istintivamente decido di prenderla e di indossarla. Adesso che ci penso Lucas aveva esattamente una giacca uguale a questa prima che andassi in ospedale ma ora non più e poi dalla corporatura che ho visto da dietro potrebbe essere perfettamente lui.
No ma che film mentali mi faccio?
Non é lui assolutamente!
Comunque da oggi in poi devo stare più attenta a venire qui considerando che c'è anche qualcun'altro.

Mentre sto pensando a cosa fare con quella giacca sento la porta del bagno aprirsi di scatto e scappo subito andando lontano da lì prima di essere scoperta. Non dovevo correre mannaggia, non con la malattia che ho e infatti, non avendo energie, mi accascio sulla sabbia ormai senza forze.

- Che ci fai qui Elisa? Stai male? Dai resisti che ti porto a casa - mi dice un ragazzo.

Mi tengo sulle braccia tatuate ma appena alzo la testa noto essere Lucas. Mi prende in braccio e mi porta a casa sua per poi farmi sdraiare sul suo letto e portarmi un bicchiere d'acqua per calmarmi.

- Che ci facevi là tutta sola? - mi chiede un po' imbarazzato.

- Ci vado sempre, é il mio posto ormai. Non c'è mai nessuno. Tu invece perché eri lì? - chiedo incuriosita.

- Da quando mi sono trasferito ci vado anch'io spesso. Non so ma il rumore delle onde sugli scogli mi rilassa. Mi é sempre piaciuto andare al mare con mio padre e la mia famiglia - dice con aria malinconica ma allo stesso tempo sognante. Non capisco...

- E ora non più invece? - sussurro per paura di dire qualcosa di sbagliato e fare le mie solite figure di merda.

- Da quando é morto mio padre non ci venivo più, mi faceva stare male ma ora mi fa pensare a lui e a tutti i bei momenti passati insieme. Ormai ci sto facendo l'abitudine - dice con sguardo triste. Ecco appunto, dovevo starmene zitta. Mannaggia a me!

- Io ... Mi dispiace tanto per tuo padre - dico parecchio imbarazzata e passiamo un paio di minuti in silenzio. Nessuno sa cosa dire.

- E tu, perché ci vai? Insomma un motivo ci sarà - chiede interrompendo il silenzio.

- Perché... anche se è scontato rilassa molto anche a me - dico quasi con vergogna anche se è la verità.
Non ho il coraggio di chiedergli se era lui l'altra volta a suonare in spiaggia ma nella sua stanza non vedo nessuna chitarra. Non so se sia lui ma devo scoprirlo assolutamente!

- Grazie di tutto ma ora si è fatto tardi, i miei mi staranno aspettando a casa - dico alzandosi e posando il bicchiere sul comodino.

- Figurati anzi mi ha fatto bene parlare con te. Stai attenta la prossima volta mi raccomando! - mi avvisa facendomi sorridere a quella frase.

Ritorno a casa e fortunatamente i miei non mi chiedono nulla così mangio e subito dopo vado a dormire ripensando alla chiaccherata tra me e il moro. Da oggi in poi lo chiamerò così, visto che comunque il suo colore naturale è moro e non biondo.
In ogni caso devo tenerlo comunque lontano da me.

- Ciao ragazzi! Eccomi tornata con un nuovo capitolo.
Di chi sarà quella giacca secondo voi? È stato piuttosto carino Lucas con la nostra protagonista e chissà cosa succederà più avanti... Se volete scoprirlo continuate a seguirmi e a rimanere aggiornati con il nuovo capitolo di venerdì.
Commentate e lasciate una stella se vi è piaciuto.
Serena

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