Capitolo 5

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Sono qui, davanti ad una struttura enorme che non passa di certo inosservato nella zona. Tanti piani, tante scale, innumerevoli aule e laboratori che non usiamo praticamente quasi mai.
I corridoi della scuola sono sempre un caos, ragazzi che quasi corrono per non arrivare in ritardo per le lezioni mentre io cammino tranquillamente notando gente mai vista prima. Finalmente oggi é venerdì e per fortuna non si viene anche sabato o mi sarei di certo ammazzata.

Percorro il corridoio con tutti gli occhi puntati su di me non capendone il motivo e mi irrigidisco subito, odio essere al centro dell'attenzione!
Vedo, per fortuna, venirmi incontro Virginia che mi abbraccia e mi saluta.

- Come mai mi guardano tutti male? - le chiedo cercando di capire.

- Beh dopo la litigata tra te e Lucas é ovvio! - dice come nulla fosse e mi fermo a pensare.

- E tu come lo sai che abbiamo discusso? - aggroviglio le sopracciglia.

- Amica mia se litigate nei corridoi non é colpa mia! Vi hanno sentiti tutta la scuola -. Sgrano gli occhi a quella frase, ci mancava solo questa...

- No non ci credo. Ma perché tutte a me! - sbuffo continuando a camminare

- Comunque era geloso - mi sussurra all'orecchio prima di correre verso l'aula.

- Non é vero - le urlo beccandomi anche delle occhiatacce da qualcuno.

Mi dirigo in classe ma tutti smettono di parlare quando passo io, ovviamente! Virginia si siede vicino a me iniziando a sistemare i libri sul banco quando si avvicinano due ragazze della classe, le tipiche ochette che nessuno sopporta ma che poi inspiegabilmente sono le più popolari. Quelle sfortunatamente non mancano mai.

- Guarda chi c'è, la ragazza che ci prova con Lucas con scarsi risultati - dice facendo ridere l'intera classe.

Ed ecco a voi Emily Brown, la ragazza più egocentrica, presuntuosa e odiosa del mondo, ma che dico dell'universo!
Ma posso farla sparire dalla faccia della Terra? O forse è un crimine? Potrei seppellirla dopo averla uccisa e gettare l'arma in fondo al mare così nessuno saprà che sono stata io. Mh... dovrei pensarci sul serio.

- Emily vattene al tuo posto e lasciala tranquilla - cerca di difendermi la mia "amica".

- Non riesci a difenderti da sola piccola Elisa? - incrocia le braccia con  sfida. Mi sto trattenendo nel prenderla a schiaffi giuro.

- Cosa vuoi? Non sai niente di me, è inutile continuare a perder fiato quindi puoi anche andarti a sedere grazie - sbotto annoiata, sempre le stesse conversazioni con lei!

- Io non voglio proprio niente da te soprattutto Lucas - ridono di nuovo tutti come imbecilli perchè è questo che sono.
Sto per controbattere quando entra lui che posa lo zaino sul banco.

- Emily basta. É inutile discutere con lei, non abbassarti a questi livelli - mi guarda da capo a fondo con disgusto. O ma serio? Tutto questo per cosa? Una giacca? Stiamo scherzando spero!

- Hai ragione, andiamo a sederci - dice la tro... brava ragazza prendendolo a braccetto e andandosi a sedere.

- Posso ammazzarla? - sbotto di nuovo infastidita a Virginia .

- Sì faresti un favore a tutti credimi - e ridiamo. Penso di aver trovato un'amica e lo so che dovrei tenerla lontana ma mi sono scocciata di stare sempre da sola e poi sento che con lei possa confidarmi.

Dopo 5 ore di tortura usciamo da questo carcere, saluto Virginia e mi incammino verso casa. I miei come sempre non ci sono così mangio e decido di andare a prendermi un gelato per non stare sempre chiusa in casa ma, mentre sto per andare davanti ai tavolini, quasi non cado addosso a qualcuno.

- Ancora tu? Basta, ma mi segui?- dice qualcuno alle mie spalle. Mi giro e vedo di nuovo questo ragazzo. Ma come è possibile che me lo ritrovo sempre dappertutto?

- Semmai sei tu che mi segui non io – rispondo acida.

- No tranquilla non avrei un motivo. Ah e comunque un grazie per averti salvata lo aspetto ancora - ribatte.

- Grazie, contento?- sbuffo sonoramente.

- Sì ma ora puoi andare – mi dice indicandomi la porta. Non capisco...

-Come? - corruccio la fronte non capendo.

- Beh c'è solo un tavolo quindi mi ci siedo io -. Io davvero non voglio realizzare quello che ho appena sentito.

- Potremmo starci insieme, ci sono due sedie e poi anch'io voglio sedermi - dico come una bambina di 2 anni e lui inizia a ridere senza senso.

- Tu sei pazza, io insieme a te non ci starò mai quindi ciao – mi risponde seccato. A questo punto mi arrabbio, ma quanto è odioso?

- Ma chi ti credi di essere eh? Sei solo un maleducato, un menefreghista e un emerito coglione. Vai a quel paese cretino! - gesticolo per il nervoso.

- Calmina la ragazzina – si siede con nonchalance e ride. Ma cos'ha da ridere ora? Ma io lo menerei e poi voglio vedere se ride ancora.

- Vaffanculo! – urlo mostrandogli il dito medio prima di andarmene sulla spiaggia. Non lo sopporto, non si tratta così una ragazza e io che l'ho anche ringraziato... Ma che andasse a farsi fottere!

Mi siedo, arrabbiata, sulla sabbia con il mio gelato alla nutella. È una bella sensazione sentire il vento sul viso.

- É anche il mio gusto preferito sai - sento dire da qualcuno e mi giro.

- Oh Lucas... - Si siede pure lui qui e sta in silenzio. È un silenzio parecchio imbarazzante.

- Perché hai reagito in quel modo ieri? - gli chiedo all'improvviso ricordandomi del litigio. Sento sussurrare un "Non lo so" e abbassa la testa.

- Ah quindi non sai nemmeno perché invece di dire a quell'oca di smetterla mi hai umiliata? - okay mi sto scaldando, Elisa smettila.

- Perché, non aveva ragione?- continua lui guardandomi.

- No certo che no! Tu puoi anche stare con quelle ma non devono avvicinarsi a me chiaro? - mi alzo arrabbiata più di quanto già non lo fossi prima.

- Quelle hanno un nome – Non ci credo che l'abbia detto seriamente.

- Ora le difendi pure?- chiedo incredula.

- Non le sto difendendo ma non gira tutto intorno a te - mi risponde acido.

- Si vede infatti che non mi conosci. Questo è il mio posto non il tuo. Cosa vieni a fare qui ogni volta? A contare pecorelle o a pensare a tuo padre? - gli urlo accecata talmente tanto dalla rabbia che non mi rendo conto neanche di quello che ho appena detto infatti mi blocco di scatto notando la sua faccia incredula.

- No, insomma non volevo dire questo ma... - tocco la sua spalla ma mi blocca e toglie bruscamente la mia mano.

- Vattene da qui – quasi sussurra.

- Ti giuro che io... - mi interrompe.

- Ti ho detto di andartene! - mi urla stavolta e sussulto dallo spavento.

- Mi dispiace tanto... - dico prima di andarmene.

Ritorno a casa e mi accorgo che i miei sono arrivati. Sempre nei momenti meno inopportuni ritornano.

- Eli vieni a cenare - mi indica la tavola mia mamma.

- Non ho fame - le rispondo per poi salire in camera mia.

Ho sbagliato tutto in questi giorni e odio ammetterlo ma fa male litigare con Lucas. Infondo è stato il primo a preoccuparsi di come stessi i primi giorni.

Mi metto a scrivere sul mio diario, già ho un diario dove annoto i miei pensieri così quando morirò qualcuno capirà come mi sentivo in tutto questo tempo.
Si fanno così le 23 e decido di andare a dormire senza parlare con i miei. Per fortuna loro mi lasciano un po' di libertà.
Devo assolutamente farmi perdonare da Lucas, l'ho ferito e ora devo rimediare.

- Brutta litigata per Elisa e Lucas ma chi ha ragione?
Un altro incontro con il ragazzo senza nome che presto lo avrà tranquilli! Intanto fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e lasciate una stella.
Serena

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