Capitolo 14

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Siamo svegli da questa mattina all'alba, ma la stanchezza non sembra essere percepita da nessuno. Dopo esserci ritirati dal parco, non volevamo restare chiusi in camera, abbiamo deciso di approfittare dell'ultima oretta di luce per affacciarci sulla spiaggia di Riccione. Lidi gremiti ancora di gente, onde di musica distribuite lungo il litorale, feste d'aperitivo... un'aria piacevole che sa perfettamente di vacanza. Ci siamo accontentati sedendoci in cerchio vicino la battigia, ridendo di vecchi ricordi vissuti insieme.

«Ste, iniziamo ad uscire dalla camera, c'è già qualcuno alla hall!» mi avvisa Sara impaziente di uscire dalla stanza.

«Sì, ragazze» rispondo agitandomi davanti allo specchio «iniziate a scendere pure, finisco di truccarmi, vi raggiungo tra un pò»

«A dopo!» dicono all' unisono Sara e Giada mentre continuo ad applicare il fondotinta.

Sono in ritardo, ma sono stata anche l'ultima a farmi la doccia. Sono in camera con Sara e Giada, le altre ragazze sono in tripla, mentre i ragazzi si sono divisi in una quadrupla e una tripla.

Bussano alla porta, Sara si sarà dimenticata qualcosa, mentre indosso il blazer scosto la porta, che in pochi istanti viene chiusa dall'uomo che neanche un secondo prima era dall'altro lato.

«Gabriele, che ci fai qui?» chiedo indietreggiando mentre si avvicina pericolosamente.

«Sei... bellissima» dice osservandomi dalla testa ai piedi «ma non sei un po' troppo scollata?»

Scollata? Indosso un blazer nero smanicato, chiuso con un bottone, sotto ho una semplice fascia bianca a coprire il seno, con dei bermuda in jeans sfilacciati accompagnati da décolleté nere alte. Sono un po' più scoperta del solito, ma non sono nuda.

«Aaah!» mi lamento con una smorfia prendendo la borsa a bustina dal letto.

«Guarda qui» posa il dito sul punto di giuntura dei due lati della giacca, sfiorando il mio seno «Poi qui» fa scivolare la mano con una carezza partendo dal ginocchio e salendo lungo il femore «E qui» dice in estasi osservando ogni punto del mio viso.

«Dai» lo interrompo per la vergogna «Io sono pronta, andiamo?» cerco di tirarlo verso la porta.

Senza ascoltare le mie parole mi lascia un dolce bacio, sorridendomi poi a pochi millimetri di distanza «Dovevamo parlare, e tanto»

«Dai, vorrei scendere!» stronco le sue intenzioni.

«Dio Stella! Quando faccio un passo avanti con te, dopo ne faccio due indietro» sbotta tutto d'un fiato.

«Ho l'ansia che possa venire qualcuno e vederci insieme...»

«E qual'è il problema?» si avvicina nuovamente cercando di ritrovare contatto «E comunque tutti sono sotto».

Lo allontano, ancora «Teniamocela per noi, è una cosa nostra, poi la situazione è fresca, andiamoci piano» Lo dico perché davvero non voglio affrettare le cose, non voglio sbagliare; Poi è tanto che non esco intimamente con un ragazzo, mi sento impacciata, cavolo! Per quanto lo possa desiderare la confusione e la paura mi ostacolano.

«Pensavo di fare diversamente dal solito: è speciale, mi sono detto, non la devo trattare come le altre, non voglio fare giochetti con lei...» si tortura i capelli come tutte le volte che il nervosismo lo prende in pieno «Ti stenderei, adesso, per essere consolato da tutta te stessa. Tengo a bada ansia mista a desiderio che mi prende gola e pancia perché la verità è che ti desidero ogni istante. Tu invece?».

«Dai Gabri non è così, mi conosci...»

«E proprio perché ti conosco... Non sono il tipo che opprime, se non vuoi cambio direzione» ed ecco che appena arriva la sua parte istintiva spara «Facciamo così. Divertiti questa sera, Star» dice prima di chiudere la porta in fretta.

ELP Effetto Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora