Capitolo 13.2

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Il volo è andato liscio fortunatamente, prenotando poco prima, i posti disponibili erano sparsi per l'aereo e quindi eravamo tutti divisi, io mi sono dovuta sedere da sola lasciando i posti in coppia a chi soffriva di mal d'aereo, nel frattempo la musica mi ha allietato quell'ora, ad un certo punto ho anche dormito e poi ringrazio il pilota per aver fatto un atterraggio gradevole.

Gli uomini hanno ritirato le auto noleggiate, abbiamo fatto una breve sosta in albergo e ci siamo diretti subito verso il parco divertimenti senza perdere altro tempo. Ovviamente, una volta arrivati lì, ci siamo divisi in due gruppi: femmine contro maschi. Gli interessi e l'adrenalina erano ben diverse tra le due fazioni, per non perdere tempo appresso alle loro giostre, dove noi non avremmo mai potuto salire, ci siamo separati, dandoci appuntamento all'ora di pranzo.

Non ci sarebbe stata idea più bella e più divertente per questa giornata, le ore in mattinata sono volate, siamo quasi morte dalle risate. Abbiamo esordito sulle torri, dopo abbiamo deciso di abbassare un pò il tiro, tra ottovolante, rafting, casa volante, autosplash, discese sull'acqua e altro ancora ne siamo uscite rallegrate.

«Hai avuto una fantastica idea!» dico a Gabriele portando il vassoio del pranzo in mano.

«Vieni! Sediamoci qui!» mi ferma indicando un tavolo.

«Non andiamo vicino agli altri?» faccio cenno al tavolo dei ragazzi.

«Quel tavolo è già pieno, non hai visto?» mi precisa.

Prima di accomodarmi dinnanzi a lui verifico voltandomi «Ok...»

«Guardala! Non ti fidi?!»

«È solo che...»

«È solo che» mi interrompe «non vuoi stare sola con me!»

«No, non è vero!» mi soffermo a guardarlo intensamente, se solo sapesse quello che mi tormenta in corpo e testa «Sto bene con te!»

«Vi siete divertite?» mi chiede sorridendomi.

«Pazzesco, un mix tra adrenalina, risate, urla, capogiri, spensieratezza... Ci siamo divertite, sì!» rispondo entusiasta.

«Anche noi, però, dicevamo prima con i ragazzi che adesso restiamo con voi, così stiamo insieme» sussurra il finale sfiorandomi la mano.

«Woo che fila!» la voce di Giada interrompe la nostra connessione, sedendosi poi vicino a Gabriele.

Non so come definirla, mi sembra il ciclo mestruale nel giorno più bello dell'estate, proprio indesiderata! E probabilmente devo stare attenta, perché in sua presenza non riesco più a controllare le mie espressioni facciali, lo capisco dopo che Gabriele mi ha dato un colpetto al piede e senza farsi notare mi ha lanciato una smorfia.

«Siamo andati tutti di pizza eh?!» parla Gabriele, credo che lo dica per smorzare la tensione.

***

Dopo essere stati insieme su un'attrazione, divisi in squadre su imbarcazioni e difendendoci a colpi d'acqua, i ragazzi ci hanno convinto ad entrare nella casa del terrore, un percorso a piedi tra le leggende più terribili di sempre. Io non ne sono del tutto convinta ad entrarci.

«Siamo sicure?» dico impaurita. Ho sempre avuto paura di fantasmi e di altre storie, non vorrei rovinare la giornata con un mio attacco di panico.

«Dai» mi incoraggia Sara «restiamo vicini».

«Che ci può capitare? Entriamo» anche Serena cerca di convincermi.

Un passo dopo l'altro e il mio cammino resta sempre indeciso. Se pur l'ingresso non mi è sembrato terribile, ci ritroviamo a camminare in una parte completamente buia, dove davvero non si riesce a vedere chi e cosa c'è davanti. Il silenzio viene interroto da forti grida in lontananza, una luce di un faro illumina un corpo sgozzato. Un forte frastuono unito a fischi fastidiosi ci costringono a correre e proseguire più avanti, avvertendo sulla testa tocchi provenienti da oggetti pendenti. Una donna spunta da un balcone gridando e illuminandoci con una forte torcia. Notiamo sulle nostre teste gambe e braccia penzolanti. Sembra tutto vero. Il mio grido è il più forte di tutti. Avvolta nel terrore, una mano prende la mia, quella stretta la riconosco anche nel buio più pesto, stringo la presa grata della sua presenza.

ELP Effetto Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora