Capitolo 9.2

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«Ragazzi non so voi, ma io non riesco ad alzarmi dal lettino» Dice Sara mentre abbassa lo schienale.

«Dai!» grida Mattia «Vieni in acqua con noi, prima di salire su in villa».

«No no, andateci voi» gli risponde Sara abbassando gli occhiali e sistemandosi meglio.

Povera. Basta uno sguardo di intesa tra Mattia e Gabriele che Sara si ritrova sospesa in aria, presa dalle braccia da uno e dai piedi dall'altro. Le sue grida e i suoi sforzi non serviranno a nulla, i due uomini la trascinano verso la riva e dopo aver contato coordinati fino a tre la lasciano cadere in acqua.

Davide segue la scena divertito e anche noi corriamo verso l'acqua.

Presi dall'euforia, non si sa chi ben inizia, le nostre mani tirano su acqua improvvisando una pioggia. Restiamo sotto a inzupparci completamente. Le nostre grida e risate riecheggiano sulla spiaggia deserta, creando l'arcobaleno più bello.

È così strano come ci affatichiamo a raggiungere posti che crediamo unici e stupendi da tutt'altra parte del mondo quando si hanno a disposizione luoghi affascinanti e incantevoli come questi.

Il mio mare. Dune di sabbia fine e dorata, spiaggia lunga e larga, un tavolato azzurro e cristallino. Un posto da sogno, il mio angolo di paradiso.

Adoro la bassa profondità del mare per metri e metri dalla riva perfetta per Davide, che può giocare in tranquillità e per me, che posso godermi il massaggio delle onde.

Per una nuotata occorre andare lontano, in quel punto la spiaggia sembra distante, come stare fuori dal mondo e in pace con se stessi. Non so quante volte sono rimasta a galla sul dorso, lasciandomi dondolare dalle onde e sentendo i rumori del mare fissando il cielo. Come volare galleggiando sulle nuvole.

Fin da piccola ho avvertito magia nel mare, come uno specchio dove risiedono le mie più profonde emozioni, quel luogo dove lavare via tutti i pensieri. Mi regala ogni volta quell'energia che risveglia sensi e forze, la mia migliore compagnia per evadere e per rilassarmi. Basta guardarmi attorno per capire che la mia felicità è azzurra.

«Davide vai a prendere i braccioli, andiamo dietro!» Grida Gabriele.

E il mio cuoricino raggiunge in fretta l'ombrellone. Mi rincuora che anche i miei amici lo riempiano di attenzioni, non sembra mai dar fastidio e lui si adatta alle situazioni, senza mai avere strane pretese.

Sentendomi tranquilla alla vista di Davide sulle spalle di Gabri, mi aggancio con le mani alla corda legata alle boe che segna il limite di confine del lido. Ponendo una mano avanti l'altra restando a galleggiare, lascio passare la corda tra le gambe, mentre il mio corpo avanza a gran velocità. È un trucchetto che adotto fin da quando ero bambina per raggiungere più velocemente il largo. Il mare non solo rincuora la mia anima ma è anche in grado di riportarmi al mio stato infantile.

Mi volto e sono ben lontana dal resto del gruppo. Approfitto della momentanea solitudine per galleggiare sul dorso, sorrido guardando il cielo e dando forme alle piccole nuvole di passaggio. Mi godo, in silenzio, l'abbraccio del mare.

Ancora per poco, misto al rumore bianco dell'acqua, sento la voce di Gabri avvicinarsi «Ragazzi godetevi questi momenti. Almeno per me, questo è l'ultimo giorno di mare»

«Dai! Facciamocene una ragione. L'estate è finita» gli risponde Mattia, non rincuorandolo affatto.

«La bellezza dell'ultimo bagno. Assapori tutto. Affondi la mano nella sabbia e ti rendi conto che quei granuli, in fondo, non ti hanno dato mai fastidio. Approfitti fino alla fine a tuffarti e provare ancor l'effetto assenza gravità. Per riprovare tutto questo, dobbiamo aspettare un anno. Mi prende male questa cosa. A voi non è così?» chiede osservandoci.

ELP Effetto Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora