Capitolo 19

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Lunedì 9 Ottobre 2017

Mentre aumenta la spinta data dal motore, il mio corpo indietreggia, ho la nuca e la schiena incollati al sedile. Io gli stringo la mano guardando fuori dal finestrino la bellissima Barcellona che si allontana da noi.

Questa città vista dall'alto è un incanto, è lì che ho vissuto il mio sogno. Sì, un sogno, non una chimera. È successo, è tutto vero.

Barcellona mi ha donato una luce diversa, mi ha dato il coraggio di rimettermi in gioco e di poter credere ancora nell'amore. Non mi aspettavo che questi giorni sarebbero stati un incanto. Sapevo della bellissima esperienza lavorativa che mi attendeva, della città incredibile da visitare e di nuove persone da conoscere. Ma non credevo che il mio cuore avrebbe ripreso a battere, che il sangue che mi scorre dentro sarebbe diventato così dolce, che avrei perso respiri e dopo mi sarei ritrovata in uno stato emozionale più bello di quello di prima.

Durante la fase di salita, dopo il decollo, stringo più forte la mano di Gabriele e mi fermo a guardarlo. Non ho paura dell'aereo, non l'ho mai avuta, ma ho bisogno di sentirlo ora che andiamo via dal nostro paradiso, per ritornare alla realtà.

«Ehi! Hai paura?» Mi chiede socchiudendo gli occhi e studiando i miei movimenti.

«No, no!» Rispondo sicura, voltandomi ancora verso quella città ormai lontana.

«Allora?» insiste incuriosito.

Resto a contemplare al di là del vetro senza dire una parola.

«Stella» mi scuote la mano «che c'è?»

Dopo secondi ho il coraggio di aprir bocca, ma senza voltarmi «Forse un po' di paura la provo...»

«Che intendi? Prima io intendevo dell'aereo, tu a che stai pensando?» irrigidisce il corpo e la sua voce la sento dura e tesa.

«Stiamo tornando a casa e...»

Mi interrompe, afferra il mio volto tra le mani e le fa scivolare fin dietro alla nuca, portando la sua fronte sulla mia. I nostri bacini sono bloccati dalle cinture, che di certo non ci hanno impedito di ritrovarci congiunti e con sguardi da annullare tutto ciò che ci circonda «Stella, non pensare a queste cazzate! Non mi fare scherzi! Hai un'arma così potente che mira dritta al mio cuore. Sono stati dei giorni indimenticabili e ne sono certo che quello che ho sentito io lo hai avvertito anche tu, ti prometto che ti farò vivere altri di questi giorni. Non avere paura... Ti prego!»

Gli sorrido e gli lascio un bacio casto sulle labbra «Ho paura...»

«Di cosa?» Mi interrompe ancora ansioso «Che quello vissuto qui non lo proverai ora che atterra quest'aereo?»

«Fammi parlare! Non mi fraintendere! Qui siamo stati insieme ogni ora per tanti giorni, abbiamo condiviso questa bellissima esperienza, ci siamo fatti trasportare dall'emozioni suscitate dalla città e...» gli sorrido maliziosamente «da quelle dei nostri corpi. Voglio continuare a vivere giornate con te ma sono preoccupata dal fatto che torneremo alla nostra realtà. Anche qui ci siamo nascosti ma credo che lì sarà un po' più difficile da gestire. Non credi?»

Si rilassa e libera il mio viso dalla presa delle sue mani, dopo un profondo respiro mi risponde «Vorresti tenere tutto per noi?»

«Al momento, credo che sia la cosa migliore da fare» mi strofino le mani sul jeans sperando che possa prendere la notizia tranquillamente.

«Sentiamo... perché vorresti nasconderti?» Si gira verso di me voltando spalla e viso appoggiandosi al sedile, con espressione da ebete.

«Per diverse ragioni. E non fare quella faccia» dico puntandogli un dito «Aspettiamo prima di far capire qualcosa a Davide. Non mi ha mai visto con un uomo, non ha mai avuto una figura maschile in casa, se non quella di mio padre. È troppo importante per me e Davide questo aspetto, voglio andarci piano, a soffrirne così saremmo in due se qualcosa va storto...»

ELP Effetto Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora