Nathaniel Von Rholan
My Trump Card
Abbandonai la cella con passo svelto, sapevo che se solo gli avessi concesso il tempo non avrebbe esitato a rispondermi per le rime come al solito. Avrei dovuto punirla di nuovo oppure ucciderla ma in cuor mio sentivo che per quella sera ne aveva passate abbastanza. Quando ero tornato con Max e Rick per permetterle di nutrirsi mi era sembrata morta. Aveva rischiato grosso, c'era andata terribilmente vicina, stava immobile come solo gli immortali riescono a stare, seduta malamente sul pavimento, palpebre bluastre, incarnato cadaverico e pelle giallastra. Si stava essiccando, si stava sgretolando, non reagiva più ad alcuno stimolo.
Più che preoccupato ero adirato. Adirato perchè quella stupida di Megan era quasi riuscita a rompere il mio giocattolino senza che io lo avessi ancora scartato. Non capitava tutti i giorni di avere una Le Orfleur per le mani e quindi era giunto il momento di mettere in chiaro un paio di cose.
La struttura in cui vive il branco è una villa enorme con una pianta a forma di E che si sviluppa principalmente in due ali. All'interno non ci vivono soltanto fratelli e sorelle ma anche servi umani e streghe. Siamo uno dei branchi più forti e popolosi di tutta Italia e di ciò ne vado fiero, sarà così per sempre. Tornando alla villa, nonostante la grandezza, è un edificio molto sobrio e come tutte le cose di valore possiede una storia non indifferente alle spalle. Si dice che in origine fosse solo una capanna costruita dai primi licantropi e che poi i loro figli, insieme alle generazioni a seguire, la ingrandirono fino a renderla la grande tana che è oggi.
Noi mannari siamo visceralmente legati a valori come quelli di amore e fedeltà verso il luogo in cui siamo nati, la famiglia e la comunità. Si tratta di sentimenti estremamente radicati nel branco e come tali influenzano il nostro modo di comportarci. Le regole gerarchiche, imposte dalla natura, servono per consentirci una convivenza quieta e sebbene ci siano teste calde, come in ogni razza d'altronde, in fin dei conti siamo tutti pronti a morire l'uno per l'altro. Fianco a fianco, spalla a spalla.
Raggiunsi Max e Rick. L'umano sembrava molto debilitato e non potevo fargliene un torto, avevo lasciato che Vivian si nutrisse più del dovuto. Lo avevo fatto perchè le ferite che Megan gli aveva provocato mi sembravano abbastanza gravi da metterla seriamente a rischio. Ancora però non capivo perchè si fosse offerto volontario come donatore ed inizialmente avevo pensato al fattore più ovvio: Vivian è una Le Orfleur e quelle creature sono famose per essere irresistibili. Il loro fascino ha portato gli umani, spesso nella storia, a venerarli come Divinità fino al punto di sacrificarsi al loro posto. A bocce ferme tornai a riflettere sull'accaduto, quel che avevo pensato era stupido perché Max, prima di allora, non aveva mai visto Vivian.
Passarono pochissimi secondi, i miei pensieri furono scacciati via da una domanda. << Cosa hai intenzione di fare con Megan? >> mi chiese Rick, cautamente, sempre sorreggendo Max mentre mi sbirciava con la coda dell'occhio. Rimasi per qualche secondo in silenzio, stavo meditando. Conosco Megan da quando eravamo dei piccoli cuccioli, siamo cresciuti insieme e questo ha creato un legame nel tempo che a volte è degenerato in alcuni appetiti sessuali. << La metterò in cella per un paio di giorni, non posso fare altrimenti. >> replicai continuando a fissare dritto, lapidario, davanti a me. La legge del branco vale per tutti e dal giudizio di disobbedienza non sfuggono neppure gli Alpha, figurarsi una giovane femmina.
STAI LEGGENDO
Immortal Down (Book I) [In Revisione]
ÜbernatürlichesSophie le Orfleur è una vampira giovane, figlia illegittima del reggente d'Italia, uno degli immortali più antichi che abbiano mai calcato questo mondo. Da sempre circondata da un lusso così sfrenato da offuscare le persone, si ritrova orfana di mad...