I am what I am

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Sophie Le Orfleur

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Sophie Le Orfleur

I am what I am

Dal momento che Nate aveva proposto un bel tuffo in acqua e la Strega se ne era andata, mi allontanai dal gruppo e anche da Max, con cui, ad essere sincera, avevo passato una bella serata. Mi ero distanziata dagli altri, costeggiando la riva del lago fino a raggiungere la sponda opposta, avevo bisogno di stare un pò da sola e riflettere. Quei mortali mi stavano confondendo le idee.  Nonostante tutto, mi ero divertita quella sera, io non avevo mai vissuto cose simili. Nella Reggia di mio padre era tutto così... diverso. Noi eravamo più raffinati, vivevamo nel lusso e nello sfarzo, ma non passavamo serate insieme, non c'erano falò in riva al lago o racconti attorno a un fuoco. Figurarsi. Al massimo si organizzava ogni cambio di stagione una cerimonia, un ballo in maschera, celebrazioni in cui si richiedeva sempre una certa etichetta. Non ci abbassavamo ai balli popolani, io conoscevo il walzer, la musica classica, l'opera. Era tutta un'altra vita, una vita che credevo mi piacesse eppure... eppure solo ora mi stavo rendendo conto di quanto fossi stata sola in tutto questo tempo. I vampiri erano creature solitarie, poco affettuose, era tutto sempre fin troppo rigido sopratutto per me che ero una figlia illegittima e comunque una Principessa. 

Mi passai una mano tra i capelli corvini scompigliandoli un pò. Basta pensare a queste scemenze, questa non era la mia vita e non lo sarebbe mai stata. Nè l'avrei mai potuta desiderare. Io sono un Vampiro Puro e Reale. Mi concentrai invece sulle storie raccontate dalla vecchia saggia, Obscura, Max mi aveva detto che era una strega. Io conoscevo solo una parte della Storia sulle Origini, e di certo sapevo poco o niente della Genesi dei Licantropi o dei Primi Quattro Mannari. Avevo ascoltato tutto e memorizzato, perchè mi sarebbe tornato utile una volta uscita di lì. Se mi avevano fatto ascoltare, ad ogni modo, voleva dire che loro non credevano io sarei mai uscita viva dalla villa. Si sbagliavano. 

Mentre ripetevo i nomi dei Primi Quattro Mannari a mente, sentii uno scricchiolio alle mie spalle, così, istintivamente mi voltai verso la fonte del suono e schiacciai l'intruso contro un albero afferrandolo per la gola e soffiando tra i denti. Dopo mi accorsi che si trattava proprio di Nate.

<< Bell'accoglienza. >> commentò con aria sarcastica.

Lo guardai in silenzio per qualche istante e poi lo lasciai libero indietreggiando per mettere spazio tra noi due.

<< Mi hai trovata. >> risposi io, senza mettere troppa enfasi nella frase. 

Si picchiettò il naso con l'indice. << Ormai conosco il tuo odore.  >> Rispose staccandosi dalla corteccia e spostandosi su uno sperone di roccia che dava sul lago.

Questa cosa mi spaventava. Riusciva sempre a trovarmi, dovunque mi spostassi, e ci sarebbe riuscito anche una volta uscita da quella Villa, perchè non c'è modo di modificare un odore, o cancellarlo. Bè a parte con l'acqua, ma comunque una traccia flebile rimaneva e lui... lui mi sembrava un segugio.

Una volta fuori avrei dovuto ucciderlo, era l'unica soluzione.

<< Eri tu il lupo che mi ha annusata vero? >> cercai di reprimere un moto di fastidio al ricordo.

Immortal Down (Book I) [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora