The Bloody Doll and The Little Princess

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Christan Le Orfleur

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Christan Le Orfleur

The Bloody Doll and the Little Princess

Reggia Le Orfleur, valle , novembre 2002

<< Signore, mi ha mandata a chiamare? >> domandò Giulia sulla soglia della mia stanza, alle mie spalle.

Io stavo osservando il panorama che offrivano gli enormi giardini Reali della Reggia, imbiancati di neve, dalla grande finestra che si stagliava affianco al mio letto matrimoniale rifatto. I drappi delle tende beaurdeaux erano legati ai lati, come ogni notte, e i pallidi raggi della luna che a malapena filtrano tra le densi nubi definivano i contorni della mia sagoma. Avevo percepito la sua presenza ancora prima che bussasse e facesse capolino nella mia camera, avevo già percepito l'intenso odore del suo sangue e istintivamente i miei canini si allungarono.

<< Entra. >> ordinai secco con la mia voce vellutata. Caratteristica comune di noi Le orfleur la capacità di ammaliare le vittime anche con il semplice suono della nostra voce.

Avevo le mani nelle tasche dei pantaloni, classici, da uomo color petrolio, che indossavo, di cashmere e seta, pregiati e raffinati, abbinati a una camicia bianca molto sobria ma pur sempre elegante, sbottonata del tutto, che lasciava in mostra il mio torace asciutto e scolpito, congelato nel tempo da Artigiana Morte. In sottofondo si udiva un pezzo di Chopin : Nocturne Op. 9 n.2 . Sublime. Adoravo la musica classica, potevo stare ore ed ore ad ascoltarla in silenzio nel buio della mia stanza, senza stancarmi, così elevata e solenne, mercificata a prezzi troppo bassi e soprattutto concessa a persone indegne. Così contemplativa... dovrebbe essere un privilegio di pochi.

Giulia fece come ordinato, docile come sempre, così piccola e fragile e ... inconsapevole. Chiuse la porta dietro di sè e fece qualche timido passo in avanti. Nonostante non potessi ancora vederla, la percepivo, udivo il rumore leggero dei suoi passi, il ritmo accelerato del suo battito cardiaco e il modo in cui cercava di regolarizzare un respiro troppo frenetico.

Afferrai un calice di vino rosso posto su un tavolino circolare vicino alla finestra, mi girai di profilo , guardandola a malapena, e sorseggiai il liquido cremisi con molta flemma, aumentando il suo senso di impazienza. Io d'altronde avevo l'eternità dinnanzi, lei... no. E proprio per questo mi piaceva portare al limite i mortali.

<< Sai perchè sei qui Giulia? >> Le domandai carezzavole, scivolando a sedere elegantemente su una sedia in stile Nouveau, come era arredata tutto il resto della mia stanza spaziosa. Quadri compresi. Appoggiai la destra, che reggeva il calice, sul bracciolo, fissandola intensamente, in quel modo in cui riesco a mettere a disagio chiunque. Eccola lì, la mia giovane libellula. È uno scricciolo di diciannove anni, bassina e magra, anche se non in modo malato. I suoi boccoli biondo grano le accarezzano le spalle, ondeggiando dietro la sua schiena, la lunga frangetta quasi le copre quegli ingenui occhi coloro nocciola. è graziosa, è una mortale indubbiamente bella, per questo l'ho scelta, solo il meglio per un Le Orfleur, che tende e agogna sempre la Perfezione Assoluta e Ultraterrena.  Quelle gote vellutate e pallide si velarono di un lieve rossore mentre annuì.

Immortal Down (Book I) [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora