I can never leave the past behind • I (✔)

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ATTENZIONE: Vi ricordo di andare a visitare il mio nuovo libro "Immortal Down • Appendice e Glossario Razze" dove aggiornerò Carte e descrizioni dei personaggi, ma anche approfondimenti razze e ambientazioni! Vi aspetto! ;)

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Nathaniel Von Rholan

I can never leave the past behind • I

<< Nate. >> mi richiamò mia madre. << Raggiungimi in camera mia, devo parlarti. >>

A quella richiesta bloccai il passo con cui stavo abbandonando la stanza ed allo stesso modo feci rallentare Vivian che mi precedeva di un metro scarso. << Torna in camera ed aspettami lì. >> le sussurrai a fil di labbra accennando alla direzione in cui proseguire con un cenno rapido del mento.

La vampira non disse nulla ma si limitò ad avviarsi verso la camera e non appena fu abbastanza lontana, mia madre sciolse il muro di protezione che aveva eretto poco prima a salvaguardia di Megan, standole incollata. Venni distratto per qualche minuto da Eric che chiedeva alcune specifiche da impartire ai lupi prima d'inviarli nella ricognizione a Castel Sant'Angelo e quando tornai a cercare Federica con lo sguardo lei era già andata via. Salutai il mannaro con una pacca sulla spalla, grato ed allo stesso tempo autoritario, poi m'avviai verso la camera della villa di cui mia madre aveva ripreso possesso dopo il suo ritorno.

Mentre procedevo nel percorso non ero riuscito a riflettere su nulla, non mi ero stranamente chiesto cosa volesse ancora da me ne avevo avanzato delle ipotesi su ciò che le frullasse per la mente. Quando raggiunsi la porta intagliata in mogano che socchiudeva lo stipite d'ingresso di quella stanza però, i ricordi e le sensazioni mi assalirono tutti insieme con una prepotenza che faticavo a controllare e che aveva alzato l'intensità dei battiti del mio cuore. Prima di bussare rimasi interdetto più di qualche secondo, poi strinsi la mano in pugno e con le nocche picchiai sul legno tanto solido quanto antico. La porta era socchiusa, il mio gesto la spinse ad aprirsi poco più di prima e quindi lo spiraglio da cui fuoriusciva la luce fioca proveniente dall'interno si allargò. Lei mi accolse sospirando, stava seduta su quel letto in cui oramai riposava da sola, con la stessa compostezza delle sirene descritte nelle favole per i bambini. I suoi occhi chiari mettevano tanta soggezione in cuccioli ed adulti già da molto prima che uscisse fuori di senno, adesso erano diventati ancora più indecifrabili, addolorati, macchiati dall'esperienza della vita e silenziosi.

<< Madre. >> per quanto mi sforzassi di essere adulto davanti a lei mi sentivo un bambino. Conosceva tutto di me senza averlo dovuto studiare, mi aveva creato ed accudito per quanto fosse rimasta lontana da me a lungo. Era difficile rapportarsi con lei, difficile perché rifiutava di andare avanti ed io non mi sentivo abbastanza forte ne abbastanza pronto per essere il ponte che l'avrebbe riportata nel presente. Erano cambiate tantissime cose per i licantropi ma lei era rimasta la stessa ed a guardarla sembrava più forte di tutti quegli eventi, abbastanza almeno da potersi permettere un giudizio affrettato senza valutarli ne curarsene. La cosa mi spaventava molto, sembravo sconfitto senza aver neppure iniziato a combattere.

Immortal Down (Book I) [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora