Nathaniel Von Rholan
I'll burn it all down
Ero furibondo, quella succhiasangue stava nel mio bagno a farsi la doccia che desiderava in tutta tranquillità. Alla fine c'era riuscita con il ricatto, aveva vinto quella battaglia. Continuavo a giurare a me stesso che presto l'avrebbe pagata, che presto si sarebbe accorta come vincere una battaglia non volesse dire vincere la guerra. Avevo messo in pericolo la vita di Marika, ero stato sbadato, troppo sicuro di me e frettoloso a tal punto da sottovalutare la Le Orfleur. Oramai era deciso, la prima cosa da fare dopo aver risolto la situazione era avvertire tutto il branco e gli abitanti della Villa che la vampira prigioniera era stata trasferita nelle mie stanze. In questo modo avrebbero smesso di cercarmi lì o comunque al massimo, in casi particolari, si sarebbero ricordati di prestare più attenzione.
Mi ribolliva il sangue nelle vene, quell'affronto non riuscivo proprio a mandarlo giù perché non sono abituato a sopportare la disobbedienza e l'insubordinazione. Un solo maschio mi era superiore, lo Zio Fabian, che però oramai da mesi si spostava tra i vari territori dei branchi per constatare e far fronte ai disastrosi risultati della guerra.
I vampiri erano più forti, ne avevano fatti fuori molti dei nostri ma l'alleanza con le Streghe stava cambiando le sorti dello scontro razziale dandoci una marcia in più. La magia ci proteggeva, aiutava i più deboli di noi ad avere valide difese mentre i più forti scendevano in campo per contrastare il nemico.
Non avevo pace, camminavo avanti e indietro come un leone in gabbia. Io provavo a controllarmi, cercavo di riflettere lucidamente ma ogni tentativo risulta vano quando la tua coscienza continua a ripeterti che hai sbagliato. Mi era sfuggita la situazione di mano: uno come me, che aspira ad essere seguito, non può perdersi in errori di valutazione così stupidi e grossolani. Quella vampira era lì, ancora in vita, perché io avevo promesso all'intera famiglia che l'avrei controllata. Doveva pagare le conseguenze, poco ma sicuro, avrebbe imparato a non prendersi gioco di chi ne tiene la non vita saldamente in pugno. Essere fregato alla vecchia maniera, con trucchetti che conoscevo, mi destabilizzava dall'interno e continuavo a stupirmi d'essere stato tanto idiota. Il suo corpo però, l'odore, la bellezza, erano tutte cose che mi avevano certamente influenzato più di quanto io stesso avessi mai potuto immaginare. Creature pericolose.
Tesi l'orecchio. Sentii lo scrosciare dell'acqua e la voce incerta di Marika. Sapevo che stava bene ma temevo le mosse imprudenti della vampira che nella sua lucida follia avrebbe potuto farla fuori anche solo per ripicca nei miei confronti. Saperla incontrollata, fuori da quello che le avevo concesso e permesso fino a quel momento, mi divorava dentro e faceva sentire incapace di gestire la situazione. Il fatto che fosse difficile da dominare, che non fosse come tutte le serve umane, non poteva essere una giustificazione se questo aveva messo a rischio il nostro territorio e la mia gente. Quella dannata aristocratica, altezzosa, falsamente indomabile, aveva in se qualcosa che la rendeva in ogni caso appetibile ai miei occhi e mi convinceva che ce l'avrei fatta e che ucciderla non sarebbe stato necessario.
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Immortal Down (Book I) [In Revisione]
ParanormalSophie le Orfleur è una vampira giovane, figlia illegittima del reggente d'Italia, uno degli immortali più antichi che abbiano mai calcato questo mondo. Da sempre circondata da un lusso così sfrenato da offuscare le persone, si ritrova orfana di mad...