Sophie Le Orfleur
I'll rip your heart out from your chest
Quando rinvenni sentii addosso una sensazione di estrema pesantezza, come se un macigno mi gravasse sulle spalle fino a rischiare di spezzarmi. Avevo un cerchio alla testa che m'impediva di ragionare lucidamente e causava un dolore mai provato prima. Mi ci volle uno sforzo disumano per tentare di aprire gli occhi, quando riuscii a farlo però una luce al neon mi abbagliò completamente rendendomi l'intero processo ancora più doloroso. Per qualche istante fantasticai sulla mia scomparsa, desideravo ardentemente essere toccata dal bacio confortevole dell'alba ma sapevo già come questo non sarebbe mai accaduto se non prima d'innumerevoli torture.
Alcuni dei più antichi vampiri puri, di discendenza Udinov, sono in grado d'incanalare le energie di cui dispongono per aumentare la resistenza ai raggi ultravioletti. Questo non significa possano scorrazzare durante le ore diurne, ma solo che resistono all'azione diretta del sole per qualche ora dopo l'alba o prima del tramonto. Che io sappia, neppure mio padre sarebbe in grado di sfidare così a viso aperto la luce del giorno e a me non andava di finire raggrinzita come un foglio di carta gettato nel fuoco prima ancora di battere ciglio.
Non avrei mai visto il mondo con i colori del giorno, a volte ci riflettevo ma senza mai farne un dramma perché in fin dei conti essere un vampiro era il dono contrapposto alla disgrazia che rappresentava l'umanità o ancor peggio la licantropia. Vite fragili ed effimere, fatte di dolore, sofferenza, sacrificio e continui tentativi di auto affermazione che venivano resi vani dalla morte in cui tutti loro tornano uguali. Debolezze, ricerca dell'amore tanto desiderato ma mai offerto e quell'idea malsana dell'anima gemella, di un per sempre che può esistere solo ed esclusivamente con te stesso.
Tornando a me, in realtà ci misi solo qualche secondo a mettere a fuoco la stanza in cui mi trovavo e capire che era un luogo mediamente familiare. Ci ero già stata, la stanza dell'Omega, quella in cui la parete vicino al letto era completamente annerita. Annerita?! Già, il fuoco, quel maledetto fuoco che per poco non mi aveva incenerita e strappato alla mia esistenza immortale. Adesso ricordavo meglio l'improvvisa esplosione anche se comunque in testa mi frullava una confusione esagerata. Avevo perso la presa sull'umana, cercavo di proteggere i miei occhi dalle fiamme ed adesso che ci penso ricordo di Rick ed il suo assurdo tentativo di sbarrarmi la strada. Nate invece stava fermo come uno stoccafisso con quell'odio che mi versava addosso direttamente dai suoi occhi spietati. Pensare che lui potesse dirottare le fiamme a suo piacimento mi aveva terrorizzata, anche perché non avevo idea del motivo che avesse scatenato quell'inferno.
Avevo perso coscienza e mi ero risvegliata su un tavolo, ammanettata mani e piedi e drogata come al solito, forse più del solito. Poi un volto sfocato che mi sovrastava, sembrava quello dell'Omega che a quanto pare attendeva il mio pieno risveglio per iniziare la tortura. Venne fratturato ogni osso del mio corpo, uno ad uno, in un'agonia inimmaginabile che mi aveva quasi fatto desiderare il bacio di un'alba estiva. All'inizio avevo tentato di resistere, non dimenarmi, ma poi la mia schiena era stata costretta ad inarcarsi così tanto che le urla erano riuscite quasi a spezzarla. Sentivo le sue mani calde afferrarmi ed inesorabilmente farmi a pezzi, letteralmente. Non c'era alcuna compassione nei suoi modi e non c'era traccia di perdono nel suo viso.
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Immortal Down (Book I) [In Revisione]
FantastiqueSophie le Orfleur è una vampira giovane, figlia illegittima del reggente d'Italia, uno degli immortali più antichi che abbiano mai calcato questo mondo. Da sempre circondata da un lusso così sfrenato da offuscare le persone, si ritrova orfana di mad...