The boy of dreams

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Sophie Le Orfleur

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Sophie Le Orfleur

The boy of dreams

Lui mi spinse giù dalla roccia e io, presa alla sprovvista, sprofondai nell'acqua gelida e piatta del lago andando sempre più a fondo. Un umano sarebbe tornato a galla quasi subito, grazie all'aria presente nel suo corpo, ma io non respiravo mai visto che non avevo bisogno quindi andai giù a peso morto fino a toccare il fondale più o meno a tre metri di profondità.

Alzai lo sguardo verso l'alto e vidi tra le increspature dell'acqua il viso sfocato di Nate che si affacciava per vedere che fine avessi fatto. Cane maleducato.

Mi diedi una poderosa spinta con le gambe per riemergere da quella superficie d'acqua e una volta fuori con il viso lo guardai in cagnesco, mentre mi tiravo indietro i capelli bagnati. << Perchè lo hai fatto? >> sibilai poco amichevolmente. Si si, dovevo mostrarmi più gentile, ma un passo alla volta, avevo appena consolato un maledetto lupo che poi mi aveva buttato in acqua, percià per oggi ne avevo avuto abbastanza di fingermi più buon di quel che ero.

Lui mi sorrise in modo malandrino. << Perchè mi andava. >> Arricciò il naso come per prendermi in giro. << Fredda l'acqua? >> Continuò a pungolarmi con quella faccia da sbruffone.

Sorrisi cinicamente e invece di rispondere alle sue frecciatine, mi reimmersi sott'acqua e aggirai lo sperone di roccia, con un movimento rapidissimo, m'inerpicai sul lato di quello sperone, gli afferrai una gambe proprio mentre lui si voltava per seguire i miei movimenti, e lo trascinai giù in acqua con me. 

Lo vidi prendere fiato, intanto io avevo serrato la mia morsa attorno alla sua caviglia e lo portavo sempre più affondo. Per un attimo pensai di farlo annegare lì sotto, ma subito scacciai l'idea, se fosse morto lui, sarei morta anche io.

Lo lasciai libero e ci ritrovammo faccia a faccia sott'acqua, con i miei capelli che ondeggiavano come alghe scure, e le sue braccia che si agitavano per farlo rimanere in quella posizione, anzichè risalire in superficie come avrebbe voluto la fisica dei corpi e la spinta di Archimede.

Risalii per prima, e dopo qualche secondo mi seguì anche lui. << Dimmelo tu se è fredda l'acqua no? >> Ecco la mia ripicca, mi sentii abbastanza soddisfatta e tornai di buon umore. 

<< Tu non lo senti? >> Mi domandò sinceramente incuriosito.

Feci un cenno di diniego con la testa. << Io sento solo il calore, e lo sento perchè quando diviene troppo intenso il mio corpo prende fuoco. Se non riuscissimo a sentire le temperature troppo alte staremmo in continuo pericolo. >> Scrollai le spalle. << Sopravvivenza. >>

<< Non ti piace il calore eh? >> Mi chiese, facendo un paio di bracciate a nuoto per allontanarsi un pò dalla riva. 

<< Sbagli. >> Lo corressi, non sapevo nemmeno perchè lo stavo facendo. << Noi vampiri bramiamo il calore con un'intensità pari al desiderio del sangue, ma troppo calore ci uccide, ciò che veramente bramiamo ci conduce alla morte, quindi non potremo mai soddisfare questo nostro bisogno, ma continuerà ad acuirsi con il passare degli anni. è un paradosso molto... esilarante. >>

Immortal Down (Book I) [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora