Sotterfugio

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Oh, Al, quanto avrei voluto chiacchierare con te diversamente, stasera!

Sono appoggiata alla balaustra della finestra della Sala Comune, il camino è quasi spento e non mi sembra ci sia più nessuno: sento formicolare braccio e viso in modo insistente, devo trovare il modo di calmarmi prima che peggiori.

Scivolo sulla poltrona e provo a respirare lentamente a occhi chiusi...
"Tu non stai bene, Evelyn, e io voglio sapere perché" sussurra dura una voce sopra la mia testa.
La figura di James torreggia sopra di me, illuminata dagli ultimi sussulti di fuoco.
"Parlami, o giuro che da domani sarai esonerata dal Quidditch" minaccia.

Si sposta rapidamente davanti a me e si inginocchia davanti alla poltrona.
"Sono preoccupato per te, Evelyn. E non voglio ascoltare altro che la verità, stanotte"
Alza il braccio e mi carezza il viso con delicata preoccupazione.

"So che qualcosa non va e capisco che tu non ti fidi più di me come prima... Non abbiamo più parlato molto, Lyn, ma posso assicurarti che quel che ho fatto nell'ultimo anno non si ripeterà mai più. Mai più. Ho perso tutti voi in questi mesi per la mia stupidità e sono rimasto così tanto indietro con lo studio che darò l'ennesima delusione alla mia famiglia, lo so... ma almeno lascia che mi prenda cura di te! L'ho prmomesso, ricordi?"

"Come sarebbe a dire che sei indietro con lo studio, Potter?" gli rispondo accigliata e al contempo intenerita.
"Non rispondo se prima non so che ti succede!"
Mugolo di disapprovazione.

"Sarà una lunga notte, signorina Taylor" mi avverte tra il serio e il divertito.
Io non so da che parte cominciare, non riesco a riordinare i mie pensieri, tutto quel che è successo in queste settimane mi vortica nella mente in modo disordinato e non trovo il bandolo dei pensieri. Metto le mani nelle tasche, sto tremando per il freddo, quando mi accorgo di avere ancora la lettera di Hermione.
"Sarà una lunga notte" sospiro in un impeto di coraggio, porgendo la lettera a James.

Abbiamo trascorso la nottata a parlare: una volta iniziato a raccontarmi non sono più riuscita a smettere e ho confidato a James tutto: del mio innamoramento per Scorpius e del suo inganno, della solitudine che provo, delle mie crisi d'ansia... di mamma e della decisione di non incontrarla... e anche del fatto che non so se voglio più suonare...

James ha ascoltato senza interrompermi mai, ho visto sul suo viso l'incredulità crescere sempre di più ma ha capito che se avesse fermato il mio flusso di coscienza non avrei più trovato il coraggio di ricominciare: quando ho terminato il mio racconto mi ha stretto in un abbraccio così potente da restituirmi un barlume di serenità.

È quasi l'alba ormai e noi siamo ancora abbracciati sulla poltrona.
"Mi prendo io cura di te, Lyn. Mi sei stata affidata da zia Hermione ma io sono stato una pessima guida e un amico tremendo per te fino ad ora"
"Non esagerare con i sensi di colpa, Jaimie, non sei credibile" gli sorrido.

"Sono un disastro, Evelyn: mio fratello mi disprezza, mia sorella mi teme e il resto del Clan mi reputa un coglione. La mia famiglia non ha più fiducia in me e io non ho modo per recuperare, anzi già so che fallirò nell'unica cosa che potrebbe redimermi" sospira affranto James.
Alla mia espressione indagatrice risponde con una scrollata di spalle.

"Lascerò Hogwarts a giugno con una manciata di M.A.G.O. ridicoli e non avrò speranze di entrare nella Scuola di Perfezionamento che avevo scelto a gennaio... sai, dopo quel che è successo a Natale, con tutti i guai che ho combinato... io ho riflettuto molto ed ero così affascinato da come tu e Teddy avevate saputo dominare la situazione che... beh, ecco, io avevo pensato che..."

Belonging (An Hogwarts Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora