Unguento al dittamo

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Trascorro la mattinata a evitare di dover parlare Rose e Albus dell'accaduto.

Abbiamo lezione insieme tutto il giorno ma io devo studiare: è così difficile da capire?


Quando arriviamo alla serra numero cinque per Erbologia si siedono accanto a me, trepidanti.
"Evelyn, io vorr..." inizia Albus.
Lo interrompo con un cenno della mano, alzo un sopracciglio.
È il momento di raccontargli tutto, lo so.
Fisso un punto indeterminato aldilà del vetro della serra, mi mordo nervosamente un labbro, poi inizio a parlare a bassa voce.


"Quando siete usciti, James ha iniziato a sfottermi. È stato odioso. A un certo punto mi ha detto che... beh, che sono senza famiglia... che è la verità, per Merlino, ma se aveste sentito il modo in cui l'ha detto!" La voce mi trema un po'. "Ero così furiosa! Mi sono lanciata contro di lui e l'ho colpito. Due volte. Lui mi ha strattonato ed è intervenuto Malfoy, si sono buttati a terra, ho cercato di separarli ma quando mi sono messa in mezzo James mi ha tirato una sberla. Tutto qui"
Finalmente riprendo fiato. Detta così, non sembra poi la fine del mondo: James era ubriaco, non so neanche se mi abbia riconosciuto, tant'è che stamani neanche sapeva che fosse successo.


"Non doveva permettersi, Lyn" esclama Rose, stupita e indignata.
"Mio fratello è un..." esordisce Albus, interrotto da una voce che conclude la frase per lui.
"Coglione. Ma io lo sostengo da un po'"
Malfoy si avvicina e siede sull'ultimo sgabello libero al nostro tavolo da quattro. Ha ancora il labbro gonfio.
In questo preciso istante realizzo che ieri, mentre James riversava su di me la sua cattiveria, anche il biondo era lì.

Disconosciuta: quanto mi brucia e mi pesa e mi ferisce e mi umilia tutto questo!

"Ho incontrato Hagrid poco fa, mi ha dato questo per te" dice ad Albus, porgendogli un pacchetto.
"Sono i muffin al formaggio di Nanny Molly" commenta Albus. "Sono ottimi, prendetene, ce n'è per tutti"
"Sì, mangiane almeno uno" mi blandisce Rose. "Non tocchi cibo da ieri a pranzo"
Alzo le spalle, innervosita.
"Oh, ma DEVI mangiare qualcosa, Elle" mi rimbrotta Al.


"Ma perché dovete tutti impicciarvi di quel che faccio? Non avrò nessuno che si occupi da me ma sono in grado di sopravvivere ugualmente"
Mi alzo di scatto, esco dalla serra. Siedo su un grosso vaso rovesciato e cerco di respirare a pieni polmoni.
"Prendi almeno un cioccolatino al caffè di zia Hermione" mi dice Albus, arrivando alle mie spalle. Gli sorrido triste, so di aver fatto una scenata ridicola.


"Non è vero che nessuno si prende cura di me" gli confido. "Sarei un'ingrata a pensarlo. Hermione e Ron mi hanno accolta con affetto e tutta la vostra famiglia è splendida con me. È solo che mi sento così..."
"Arrabbiata? Delusa? Ferita?"
"Inadeguata" sospiro. Vorrei dire dell'altro ma l'arrivo del prof Paciock ci costringe a tornare al nostro tavolo.
"Scusatemi" sussurro mortificata: Rose mi sorride comprensiva, Malfoy alza le spalle.

È quasi ora di cena quando finalmente riesco a salire nella mia stanza a lasciare la cartella con i libri. Rovescio tutto sul letto e mi accorgo di un sottile involucro di velluto blu, al suo interno una fiala con un impiastro verdognolo.
È unguento al dittamo.
Oh.

"Non avrebbe dovuto colpirti. Punto" sussurra Rose concitata. Sarà passata mezzanotte, ormai; in Sala Comune siamo rimaste solo noi.
"Non avrebbe mai dovuto permettersi di fare una cosa del genere. Mai. Sai se lo sapesse zia Ginny?"
"Non so neanche se sia reso conto che fossi io. Hai visto in che condizioni era, no?" replico io.
"Non ci sono scuse. Anzi, essere così ubriaco a quell'ora è solo un'aggravante!" risponde.

Belonging (An Hogwarts Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora