"Io esco, a più tardi!"
Evelyn afferrò la maniglia del portone e uscì salutando con la mano i due fratelli, seduti sul divano, intenti a discutere di calcio.
In tasca stringeva la lettera consegnata dal gufo, con le indicazioni per raggiungere Diagon Alley, quartiere dove acquistare tutto il necessario per frequentare la Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Le sembrava impossibile anche solo pensare di pronunciare ad alta voce quelle parole, eppure crederci le pareva l'unica opzione: era così, con la magia, che riusciva a giustificare tutte le assurdità che le stavano capitando... Torte che levitavano sul davanzale, vasi in cocci che tornavano in perfette condizioni... la sera del suo compleanno era caduta sui cocci senza nemmeno procurarsi un graffio! E ancora quel mazzo di fiori che era rimasto fiorito per quasi due settimane: glielo aveva regalato suo padre quando aveva vinto il concorso di pianoforte...
Evelyn si riscosse dai suoi pensieri, scrollò il capo e cercò di orientarsi: aveva camminato per più di mezz'ora, ormai era in centro. Conosceva bene Charing Cross Road, ma non aveva memoria di locande magiche in quella zona... prese la piccola stradina laterale indicata sulla mappa e si fermò ad osservare: Il Paiolo Magico era di fronte a lei, con un'insegna in legno che stonava con la facciata rinnovata del palazzo. Le persone affianco vi passavano davanti senza nemmeno accorgersene, come se non lo vedessero proprio. All'improvviso ricordò con nitidezza sua madre e quel che diceva... "Non tutti possono appartenere a due mondi, Elle. Una volta varcata la soglia di entrambi c'è poco tempo, poi bisogna scegliere. Avrei dovuto chiamarti Alice, sai?"
Ebbe un fremito, poi come il Bianconiglio, Evelyn saltò oltre la soglia.
Il locale era in penombra ed emanava un intenso odore di cavoli, misto a zenzero e birra; il vociare degli avventori era inframezzato da qualche schiamazzo: sarebbe sembrato un pub qualsiasi, se i vassoi non avessero vagato da soli tra i tavoli.
"Serve aiuto, ragazzina?"
Evelyn sobbalzò, si voltò verso l'uomo dietro il bancone, soffocando una risatina alla vista del sorriso sdentato di quest'ultimo e disse: "Dovrei raggiungere... ecco... i-io vorrei compr... ecco, io dovrei fare delle commissioni..."
"Hogwarts, vero? Dove sono i tuoi accompagnatori? Senza una bacchetta o un accompagnatore non puoi mica arrivare a Diagon Alley!" ridacchiò l'oste.
"Ehm, io non lo sapevo. Immagino che tornerò un'altra volta, allora" balbettò cercando di non apparire troppo disorientata. Fece per uscire con disinvoltura, quando realizzò che sarebbe sembrata maleducata ad andarsene senza consumare nulla.
"Potrei avere una Coca cola, prima di andare? La berrò tornando a casa"
L'uomo la fissò per qualche istante, poi scosse il capo.
"Ti darò del succo di zucca, piccola babbana. Offre la casa, del resto non credo tu abbia tre falci" sghignazzò continuando a scuotere il capo, tra il divertito e il rassegnato.
Evelyn tentò di declinare l'offerta ma il bicchiere colmo di un succo profumato e fresco era ormai davanti a lei.
Il cammino per tornare a casa sembrava molto più lungo di quello dell'andata, complice la fame e la delusione di non ave rpotuto compiere la perlustrazione che tanto aveva desiderato. C'era un fremito in Evelyn, che neanche lei riusciva bene a spiegarsi: sentiva che gli avvenimenti degli ultimi giorni appartenevano ad una realtà quasi impensabile, eppure credibile. Stava aprendosi davanti a lei un nuovo mondo, a cui già sentiva di aderire; aveva capito che sua madre, a sua volta, veniva da quella dimensione, ricordi assopiti d'infanzia tornavano a galla: racconti di stregoni e calderoni, di formule magiche e scope volanti, di elfi domestici e bacchette magiche... possibile che i suo fratelli non avessero mai sospettato niente? E poi, perché avevano chiamato solo lei per frequentare la scuola?
Evelyn svoltò l'angolo per Whitfield Street di corsa, sperando di poter parlare con i suoi fratelli al più presto e non si accorse che una giovane donna l'aveva affiancata e aveva iniziato a camminare poco dietro di lei; era ormai nell'androne della palazzina, quando una voce decisa le chiese: "Abita qui la famiglia Taylor?"
Evelyn, distratta dai suoi pensieri, sobbalzò, lasciando cadere il mazzo di chiavi, mentre si abbassava per raccoglierlo si prese qualche istante per osservare la donna che le stava di fronte: indossava un tailleur grigio perla, aveva folti lunghi capelli castani raccolti con un fermaglio e teneva tra le braccia una cartellina, forse di un'azienda, il cui logo era una grossa emme.
"Sì, signora. Io sono Evelyn Taylor, ma se cerca mio padre non lo trova a casa in questo momento, è al lavoro"
"So che non è la procedura formale, ma potrei intanto parlare con te" bofonchiò la donna, scuotendo impercettibilmente qualcosa da sotto la sua cartellina e borbottando una parola che sembrava essere muffliato.
"Signorina Taylor, mi permetta di scusarmi a nome del Ministero della Magia per l'incresciosa situazione verificatasi ieri mattina. C'è stata una grave negligenza nell'aggiornamento del censimento, non erav..."
La donna si bloccò all'improvviso quando si accorse dello sguardo stranito della ragazzina; le sorrise con gentilezza e le mise una mano sulla spalla.
"Perdonami per questo inizio così formale, Evelyn. Io sonoHermione Granger, la sostituta del Capo Dipartimento Studi Magici e sono venuta qui a informare te e la tua famiglia riguardo la scuola a cui sei stata ammessa. C'è stato un disguido nel censimento dei maghi e delle streghe residenti nel mondo babbano, il Ministero era convinto che... ecco, dapprima pareva che non ci fossero... ecco, beh, in realtà poi è venuto fuori che un Confundus ha modificato la memoria di un impiegato che..."
La donna fece una breve pausa, poi sorrise.
"Non preoccuparti, cara. Spiegherò tutto alla tua famiglia. Sai, io ho una figlia della tua età e sono settimane che è in fibrillazione per la partenza per Hogwarts. Pe ogni giovane mago o strega è una splendida occasione, credo che dovremmo spieg..."
"Come le dicevo, signora Granger, mio padre non è in casa al momento" ripeté Evelyn monocorde.
Non sapeva che altro dire.
Sentiva una leggera nausea, mista a un brivido di eccitazione.
"Torno adesso dal Paiolo Magico, non mi hanno lasciato andare a Diagon Alley da sola" aggiunse veloce, come se non riuscisse più a tenerlo per sé.
La donna di fronte a lei parve compiaciuta, poi con un cenno del capo le indicò il piccolo giardino dall'altra parte della strada.
"Io provengo da una famiglia non-magica, quando ho ricevuto la lettera di ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è venuto un incaricato del Ministero per informare la mia famiglia, ma la tua situazione è un po'.... anomala, perché in effetti tu non sei babbana di nascita, ma una mezzosangue, che a quanto pare non sapeva di esserlo e non risultava agli archivi. Tua mamma è una strega" disse la signora Granger seduta all'ombra di una panchina.
"Mia mamma è andata via quattro anni fa, signora,non credo che la mia famiglia sappia qualcosa. Eppure quando ho visto il gufo con una lettera ieri non sono rimasta così sorpresa come avrei dovuto, perché mi erano state raccontate storie del genere quando ero piccola... e anche adesso, insomma, negli ultimi giorni stanno capitandomi eventi strani...vede, ho pensato per un attimo di essere matta... ma per quanto strano mi sembra tutto piuttosto... plausibile, ecco!" snocciolò velocemente, sempre tremando leggermente.
La sostituta del Capo Dipartimento di Studi Magici le sembrava una persona assolutamente normale e piuttosto disponibile all'ascolto, per cui Evelyn decise di proseguire. Non parlava mai con nessuno di sua madre, forse farlo con un'estranea sarebbe stato più facile.
"Quando ero piccola vivevamo in Scozia, in un cottage vicino al mare a Portmahomack. Ci siamo trasferiti a Edimburgo quando mio fratello Romeus ha iniziato la scuola secondaria, io avevo cinque anni più o meno. Ricordo poco di quegli anni in Scozia, ma so che mia mamma era molto più felice che in città. Mi ricordo lo sformato di patate che preparava e le storie della buonanotte che raccontava: parlavano di draghi e unicorni, di elfi domestici che facevano il tè e chiavi che si rimpiccioliscono per dispetto... Amavamo quelle storie, ma da quando ci siamo trasferiti in città, la mamma non ne ha più raccontate. Era triste, credo. Poi un giorno siamo tornati a casa dalla piscina e di mamma non c'era traccia: ha portato via tutte le sue cose e non l'abbiamo vista più. Papà non è mai più stato bene"
Lo sguardo della Granger era fisso su un punto indeterminato del grande albero che le riparava dal sole.
"Credo che aspetteremo insieme il ritorno di tuo padre, Evelyn"
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Belonging (An Hogwarts Love Story)
Fiksi PenggemarEvelyn Taylor frequenta il quinto anno di Hogwarts ed è la migliore amica di Albus Potter e Rose Weasley. Ha vissuto con la sua "normalissima" famiglia per dodici - sì, proprio dodici - anni, quando tutto è cambiato ed è entrata a far parte del chi...