Devi solo ricordarti di respirare

149 3 0
                                    

Non capisco dove mi trovo, c'è poca luce.
È il vecchio cottage dove abitavo quando ero bambina? Come sembra piccolo, ora.
Dentro non c'è nessuno.

Certo che non c'è nessuno, sono anni che non abitiamo più qui!

Eppure c'è la cesta con i nostri giocattoli.

"Perché sei qui?" domanda una voce.
Sul divano c'è mio padre. Come ho fatto a non vederlo?
"Papà!" esclamo.
"Guarda come sei ridotta" mi risponde lui con sgarbo.
C'è uno specchio davanti a me.
Ho il volto coperto di graffi, gli abiti impiastricciati di sangue, che non smette di scorrere soprattutto da grossi tagli su gambe e braccia.

"Aiutami!" lo supplico.
"È colpa tua. Di' che è colpa tua"
"Non ho fatto niente. Non è colpa mia"
Il sangue gocciola tutto intorno, sempre di più.

"Ti odieremo per sempre. Io ti odierò... i tuoi fratelli ti odieranno..."
"Devono capire... devono capire..." singhiozzo. "È nel mio sangue la magia, papà"
"Tu non sei mia figlia. Vuoi la prova?"
Prende un ago e ne fa uscire una goccia di sangue: è rosso.
Guardo il mio e mi accorgo con orrore che è nero.

E dopo un attimo è tutto nero.
È tutto buio, nero e freddo. E bagnato.
Una specie di lago, nel quale sto nuotando.
"Ho paura" mormoro.

"Le vere streghe  non hanno paura" esordisce una voce che sembra provenire dalla mia testa.
"Non lasciarmi" le urlo. Sembra la mamma. "È buio non lasciarmi"
"Tu hai scelto di rinunciare a me, ricordi?" replica melliflua. "Hai deciso di rinunciare, hai detto che non ti importava più"
L'ho detto, è vero. E non lo ritratto.

Chiedo aiuto, urlo asquarciagola. In risposta solo l'eco della mia voce.
"Sono sola, al buio" sussurro, stanca di riascoltare le mie suppliche. "È buio"
Ad un tratto accorgo che le mie lacrime sono molto più liquide del pantano in cui galleggio: non è acqua, è il mio stesso sangue.

Devo andarmene da qui.
Devo andarmene.
È tutto immobile, non c'è un alito di vento. Anzi non c'è proprio aria, non riesco a respirare.
Devo nuotare fino a riva.
"Non posso da sola".
Non riesco a respirare, il sangue mi lambisce bocca e naso.
"È buio" biascico, mentre spasimo per restare a galla. Sto annegando... sto annegando...

Mi tiro a sedere, con il cuore che batte furiosamente.
È stato un sogno, mi dico. Un incubo. Il braccio destro mi pulsa tremendamente.

Nella penombra riconosco i contorni della stanza in cui mi trovo: sono in infermeria.
Sono qui da ieri notte, mi sono svegliata stamattina tra le braccia di Teddy. C'era anche Hermione. E Aldebaran. Qualcuno deve essersi ricordato di lui e edeve averlo portato qui.

Pian piano i battiti tornano lenti e regolari e io scivolo di nuovo tra i cuscini.
Perlustro con lo sguardo la stanza, come a cercare la riprova che io abbia solo sognato.
Che giorno è oggi?
Oggi è domenica. Tra poco sarà lunedì. Quindi ieri era sabato?
Sì, c'era il Qudditch e abbiamo vinto.E poi?

Poi mentre stavo rientrando al castello è comparsa Gloria a dirmi che Malfoy e Albus si stavano azzuffando vicino al capanno di Hagrid... che ingenua sono stata! Siamo corse fino a lì, dove ad aspettarmi c'era la Zabini con la bacchetta sfoderata che mi ha costretta a bere un intruglio giallognolo che Teddy mi ha detto essere una pozione di notevole potenza... che stupida sono stata!

Stupida e ingenua. Come al solito.

Mi sono risvegliata qui, confusa e molto stanca, come se dormire non mi avesse affatto riposata.
Mrs Nurse mi ha detto che si è trattato di uno scherzo, una ripicca per la nostra vittoria.

Belonging (An Hogwarts Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora