L'arrivo

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"Sì mamma, starò bene. Sono appena atterrata, ho salutato Alfredo ed ora sono in un taxi. Vuoi sapere altro?! Non sai quanto puoi essere assillante a volte." Dissi sbuffando.

Ero appena arrivata a Washington, lei aveva insistito per farmi accompagnare dal suo agente di fiducia, Alfredo, e così feci. Ma non potevo mica portarmelo in stanza con me. Era il momento di crescere, e doveva capirlo anche lei.

"Sì papà. No, Alfredo è già andato via ed io sono quasi arrivata al college. Avevo già sentito la mamma prima, sta' tranquillo. Prenditi cura di lei e salutami Jared e Tyler." Chiusi anche questa telefonata sbuffando.

Oh, mio padre era anche più assillante di lei. Diceva che ero la sua bambina, che i "maschietti" dovevano starmi alla larga, e se mai avessi avuto un fidanzato dovevo prima avere il suo consenso.
Mentre i miei fratelli, Jared e Tyler, per fortuna mi facevano vivere la vita come meglio potevo e volevo. Loro vogliono seguire le orme di mio padre, d'altronde sono maschi, quando si tratta di fare a botte sono sempre pronti.

"Signorina, siamo arrivati. La chiamo da circa 5 minuti."

L'autista mi fece tornare alla realtà, e mi scusai subito per essere così sbadata.
Scesi dalla macchina e presi i miei bagagli, talmente pesanti da trasportare che probabilmente non sarei mai arrivata all'interno del college.

"Hey tu, vuoi per caso una mano?" Un tipo dagli occhi color nocciola ed i capelli ribelli mi venne incontro.

"Sarebbe fantastico." Risposi, quasi a fatica.

Il tipo mi raggiunse e prese subito i bagagli al posto mio, cominciando a camminare tranquillamente, come se stesse trasportando un piccolo gatto dal peso inesistente.

"Oh, io sono Caleb e frequento il secondo anno. Ti troverai benissimo, sai? La Columbian College è magnifica, e il personale è davvero accogliente ed amichevole." Disse poi, sorridendo.

Due cose avevo già capito di questo ragazzo: era solare, ma soprattutto... Logorroico.

"Ok..." - risposi un po' spaesata - "io sono Rachel." Continuai poi, sorridendo a mia volta.

"Tu... aspetta, fatti osservare meglio." Si fermò di botto, buttando i bagagli per terra e tenendomi le spalle con le sue mani.

"Oh Dio, sì. Sei proprio tu, Rachel Miller!! Oh, non sai quanto ho sentito parlare di te in tv, sui giornali, dovunque. Sì, sei proprio tu, in carne ed ossa." Ed ecco il primo ragazzo pronto a commentare la mia vita, senza nemmeno conoscerla.

"Ok, sono io... potremmo... potremmo, sì ecco, evitare di farlo sapere a tutto il vicinato? Puoi tenerlo semplicemente per te?" Chiesi, con un pizzico di fastidio nella mia voce.

"Ma certo, bastava dirlo prima. Non aprirò bocca! Ora andiamo, ho bisogno di posare questi bagagli al più presto." Disse, cambiando discorso.

Lo ringraziai mentalmente, e finalmente arrivammo in segreteria.

"Salve, sono Rachel Miller e frequento il primo anno. Mi servirebbe sapere quali saranno i miei corsi e possibilmente quale sarà la mia stanza."

"S-salve signorina Miller. Se v-vuole possiamo offrirle la camera più grande che abbiamo, tutta per lei ovviamente." Rispose la signora, mostrandomi poi il suo sorriso.

Oh no, vi prego ditemi che non l'ha fatto sul serio!

"Ehm... io vorrei semplicemente una stanza, come tutti gli altri comuni mortali. Vorrei essere trattata semplicemente come Rachel, la ragazza nuova e simpatica, nulla di più."
Puntualizzai, mentre la signora annuì.

"Perfetto, ecco a te le chiavi della tua nuova stanza e questo è il foglio con l'orario di tutti i tuoi corsi. Buona permanenza alla Columbian College giovanotta."

"Lei è Darleen, la segreteria del College. Ho saputo che è impiegata qui da circa 30 anni; dovrebbe essere considerato un record. Fa' vedere il numero della tua stanza." Disse Caleb, togliendomi la chiave dalle mani.

"113, è quella della mia ragazza!! È magnifico! Ti troverai bene, Camille è perfetta, è simpatica, amichevole, dolce. Diventerete subito amiche, ne sono convinto." Disse felice.

Mentre io lo guardai sempre più perplessa. Parlava talmente tanto veloce che a volte pensavo di essermi persa a metà discorso, ed era così solare da far quasi paura.

"Eccoci arrivati, prego, puoi aprire la porta di colei che d'ora in poi sarà la tua piccola dimora." Mi porse la chiave, finalmente, e aprìì la porta senza pensarci troppo.

Entrai e vi trovai una ragazza seduta su un letto. Mi guardai attorno e vi erano pareti azzurre, due letti singoli, una piccola scrivania ed un armadio.
Un armadio?!?! Tutte le mie cose non ci sarebbero mai entrate lì dentro!

"Ciao amore. Camille ti presento Rachel, Rachel ti presento Camille. Ora vi lascio sole, così fate amicizia." Disse Caleb, che prima di uscire parlò un'ultima volta.

"Cami, lei è la figlia dei Miller, quei Miller!" Disse ridendo, ed uscendo subito dopo.

Menomale che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.

"Scusalo, è tanto logorroico e gli piace scherzare. Quindi... sei davvero la figlia di Alexis ed Ashton Miller?" Chiese sorpresa, ma restando comunque calma.

"Sì, ma avevo chiesto cortesemente a Caleb di non parlarne. Voglio essere trattata normalmente, e non voglio essere paragonata a loro." Spiegai, sperando che capisse.

"Sarà fatto... se vuoi ti aiuto a sistemare i bagagli." Propose poi, iniziandone ad aprire uno.

Era una ragazza davvero bella. E quei capelli castani facevano risaltare i suoi occhi verde smeraldo in una maniera spaventosa.

"Sì, mettiamoci al lavoro. Spero ci entrino tutte cose in quell'armadio." Dissi poi, andandola ad aiutare.

Mi sarei potuta abituare a tutto ciò, mi sarei presto trovata bene. Continuavo a ripetermi, sperando che fosse vero.

Buongiorno!!❤️
Spero che la storia vi piaccia sempre di più, siamo ancora all'inizio, ma voglio riuscire ad appassionarvi.
Commentate, ditemi cosa ne pensate, e soprattutto... STELLINATE STELLINATE STELLINATEE!!❤️❤️❤️

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