Sempre tu

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"Non ci interromperà nessuno oggi, promesso?" Chiese Andrès, avviandosi verso il centro.

"Promesso Andrès, un pomeriggio tutto nostro." Risposi, sperando che fosse realmente così.

Finalmente avevamo trovato un giorno per vederci e conoscerci meglio, ma avevo una brutta sensazione dentro e lo stomaco continuava a ritorcersi.

"Ti va di andare al parco?" Mi chiese, mettendo le mani in tasca.

"Certo, andiamo." Risposi sorridendo.

"Come procedono gli studi?" Mi chiese per dialogare.

"Bene... mi sono ambientata benissimo, e amo questo college. Tu da quanto sei qui?" Chiesi a mi volta.

"Mi sono trasferito circa due anni fa, inizialmente volevo frequentare solamente un Accademia di ballo, poi ho preso in considerazione il College e ora mi ritrovo qua..." non concluse la frase, sentimmo della musica provenire da un posto non lontano.

Ci scambiammo degli sguardi d'intesa... possibile che stava pensando la mia stessa cosa?!

"Andiamo dai!" Esclamò, trascinandomi sempre più vicina al suono che sentivamo.

Ci lasciammo andare del tutto sentendo quella melodia, inventando dei passi al momento. Dovevo riconoscere che Andrès era un ballerino validissimo, in qualsiasi genere.

Dopo un paio di minuti ci fermammo, quasi senza fiato, ci eravamo davvero scatenati e non ci importava di essere osservati.

Stava per invitarmi ad un quarto ballo, ma sentii squillare il telefono, era mio padre.
Mi scusai con Andrès e mi allontanai di qualche metro per sovrastare la musica.

"Ciao papone!" Esclamai felice di sentirlo, ultimamente ci eravamo sentiti poco.

"Come procede tesoro? Non ti fai sentire mai." Disse con tono pacato.

"Eh sì, sono stata molto impegnata in questi giorni... va tutto bene, tu e gli altri come state?" Chiesi, sentendo delle voci che però mi distrassero.

Io conoscevo quella voce... era lui, ne ero sicura. Ma perchè urlava?!

"... ci manchi ... qui va tutto alla ... la mamma ..." avevo sentito pochissime cose del discorso appena fatto da mio padre.

Mi ero sempre più avvicinata a quelle grida, e trovai Dom con quella ragazza... Jenna forse. E quello con cui Dom stava quasi per fare a botte doveva essere il famoso Ryan di cui parlava Caleb?

"Tesoro... mi senti? Cosa sono queste urla? Sicura che vada tutto bene?" Chiese poi mio padre, avevo dimenticato di essere ancora al telefono con lui.

Stavo quasi per rispondere, quando Dom incassò un destro sulla guancia.

"Oh cazz... ehm, papà io devo andare. Ti voglio bene, ci sentiamo dopo!" Dissi allarmata, chiudendo subito la chiamata.

Ryan e Dom continuarono a fare a botte, mentre io presa dall'ansia, corsi da loro.

"Dom fermati, per favore!" Urlai, sempre più preoccupata.

Nessuno di loro sembrava sentirmi, neppure Jenna la quale al momento si trovava in lacrime.

Mi misi in mezzo a loro due, sperando di interromperli, ed iniziai a tirare Dom allontanandolo da Ryan.

L'unica cosa che ottenni, però, fu un pugno allo zigomo sinistro da parte di Ryan.

"Che cazzo fai, coglione!!" Urlò Dom, più incazzato di prima.

"Ti prego Dom, lascia stare e andiamo via!" Urlai io stavolta, stanca di questa situazione.

Potevo benissimo farmi i fatti miei e non intromettermi nelle faccende assurde che riguardavano Dom. Che me ne fregava poi?!

"Non finisce qui Ryan, ti toglierò tutto perchè io non dimentico! Jenna è stata solo l'inizio, ma Arianne vale più della tua puttanella." Concluse con uno sputo, dopodichè si allontanò trascinandomi con sè.

Ancora questa Arianne... ma chi diavolo era?! La sua ragazza? Forse ex ragazza... ma sicuramente qualcuno di davvero importante per Dom.

"Perchè ti sei intromessa? Dovevi farti i cazzi tuoi, sei sempre in mezzo ai piedi Rachel!" Disse alterato.

"Che grandissimo egoista! Ho preso un fottutissimo pugno per colpa tua, e l'unica cosa che sai dirmi è che sono sempre in mezzo?!" Risposi incredula, sperando che fosse uno scherzo.

"Oh, ti aspettavi che ti ringraziassi? O forse che ti baciassi dicendoti che mi hai salvato la vita?! Non sono tutto questo, Rachel." Disse ghignando, prendendosi gioco di me.

"Non ho mai detto di volere un tuo schifosissimo bacio, ma almeno chiedermi se stavo bene!!" Urlai, sempre più arrabbiata.

"Rachel, ma dov'eri finita?... oh, ma che ti è successo?!" Chiese Andrès allarmato.

"Sto bene... possiamo andare, scusa se ti ho fatto attendere tanto." Dissi stanca, incamminandomi.

"Dovevamo andare da Caleb, l'hai dimenticato Ginger?" Mi fece bloccare Dom, diventato tutto ad un tratto tranquillo.

"Oh oh, che faccia tosta che hai! Va' pure da Caleb, io ho già un impegno con Andrès e non intendo rimandarlo." Risposi sicura.

"Devi starle lontano, ha già questo per colpa tua!" - disse Andrès, indicando il rossore sulla mia guancia - "e non le procurerai altro dolore. Forza andiamo!" Concluse, trascinandomi.

"Ma chi cazzo sei tu per dirmi cosa devo o non devo fare? Rachel ora viene con me, perchè abbiamo già deciso, e Camille ti starà già aspettando!!" Ribattè, fissandomi insistentemente.

Non volevo andare con lui e lasciare nuovamente Andrès solo, ma sicuramente a Camille avrebbe fatto piacere la mia presenza... in più non avevo ancora visto Caleb.

"No, non dirmi che stai veramente pensando di andarci..." disse incredulo.

"Io... Camille... lo faccio solo per lei." Dissi giustificandomi.

"Che cazzo, Rachel ti farai solo del male con lui, lo capisci o no?!" Provò ad insistere Andrès, inutilmente.

"Devo andare... mi dispiace davvero tanto." Dissi lasciandolo per l'ennesima volta da solo.

Salimmo in macchina senza fiatare, e restammo così per quasi metà viaggio.

"Ti hanno tolto la lingua?" Mi chiese, ridendo.

"Potrei farti la stessa domanda." Risposi, fredda.

Non avevo alcuna intenzione di parlargli pacificamente, come se fossimo... amici.

"Oh andiamo, non sarai davvero arrabbiata..." disse incredulo, prendendomi in giro.

"Arrabbiata? No, preferirei definirmi furiosa!" Continuai a fissare il finestrino.

Sentii il mio cuore bloccarsi, quando percepii la sua mano calda a contatto con la mia gamba. C-cosa stava facendo?

"Mi dispiace... vuoi sentirti dire questo? Bene, mi dispiace allora, ma accetta le mie scuse perchè non lo ripeterò di nuovo." Parlò con tono basso e calmo, tanto da farmi venire i brividi.

Non volevo dar peso alle sue parole, ma senza volerlo si formò un leggero sorriso sulle mie labbra, che nascosi subito.

Perchè il mio corpo reagiva così ad un suo tocco, ad un suo sguardo o anche solo ad una sua parola?

"Va bene..." mi limitai a rispondere, cercando di restare impassibile a quel tocco.

"Va bene?..." mi chiese, portando poi la sua mano sul mio viso e facendomi girare verso di lui.

Incastrò i suoi occhi ai miei, facendomi andare totalmente in palla.

"V-va bene, Dom... ora, per favore, guarda la strada." Tentennai qualche secondo, ma mi ripresi subito.

Dopo circa altri 15 minuti, arrivammo in clinica da Caleb.

STELLINATE RAGAZZIII! ⭐️⭐️
DITEMI SE VI PIACE LA STORIA❤️❤️

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