DOM
"Mamma non rompere il cazzo, ho detto che vado via! Non ti stanno bene le mie regole, e a me sta stretta questa cazzo di casa!" Dissi infastidito.
Possibile che già di prima mattina era capace di farmi perdere la pazienza?
"Dove te ne andrai? Sono curiosa di saperlo." Rispose con tono di sfida.
"Ho già pensato a tutto. Starò nella stanza di Caleb, nel dormitorio maschile del College. Ci si vede, chiama se hai bisogno... altrimenti arrangiati." Conclusi freddamente, per poi chiudermi la porta alle spalle.
Forse Caleb aveva ragione, ero troppo duro con lei, ma non riuscivo a provare emozioni. Si trattava di mia madre, sì, ma non riuscivo mai ad essere vulnerabile. Non era colpa mia, che cazzo.
Salìì in macchina e, impugnando duramente il volante, mi diressi al College per iniziare il mio secondo anno. Ero bravo a disegnare, a pitturare, per questo avevo deciso la Columbian College; ma ero anche bravo a correre quando mi davano un auto tra le mani. Così andavo avanti per pagare il college, e non era una brutta cosa. Sentire l'adrenalina scorrerti nelle vene un secondo prima che la bandiera rossa si abbassi, lì ti senti vivo. Tra l'aspettare il via e il riceverlo. Adrenalina e tanta, tanta voglia di vivere per assaporare l'odore del pericolo.
"Stupido coglione, non mi avevi detto che ti saresti trasferito nella mia stanza! Mi è stato riferito adesso da Darleen, non sai quanto sono stato felice di saperlo!!" Caleb mi raggiunse all'ingresso del College e mi diede una pacca sulla spalla.
Lui era la parte buona di me, e per quanto cattivo volesse sembrare, i suoi occhi parlavano da sè. Forse con gli anni si era sporcato un po' col nero della mia anima, ma resta comunque gentile, genuino. Bisogna nascerci come lui, e non ho ancora capito se possedere un cuore come il suo fosse un bene o un male.
"Quello sarà il tuo letto, vedi di non portare in camera tutte le ragazze del College. Camille mi farà a pezzi... quando ha saputo che saresti stato in stanza con me, non l'ha presa del tutto bene." Spiegò, grattandosi la testa.
"Dovrà farsene una ragione, e anche tu. Sai come mi piace dormire." Marcai l'ultima parola, per far capire cosa volessi intendere.
"Che coglione!! Trovati una ragazza Dom, è la cosa più bella del mondo amare qualcuno che ti ami allo stesso modo." Iniziò a dire un sacco di stronzate, quasi da farmi venire il vomito.
"Oh, Camille ti sta rendendo una femminuccia. Smettila con queste cazzate, l'amore non esiste Caleb. E se mai dovesse esistere, è quasi impossibile trovarlo." Risposi freddo.
"Appunto amico, quasi, io credo in quella piccola percentuale che esiste per trovare il vero amore."
"Ti prego basta parlare di amore. Credici quanto vuoi, ma non parlarne mai con me!" Precisai, stanco di questa conversazione.
"Ora devo andare da Camille. Sai, ha una nuova compagna di stanza." Mi informò prima di uscire.
"Buono a sapersi, potresti ritrovarla nella nostra stanza una di queste notti." Dissi, ridendo.
"Oh smettila, è la figlia del campione di Boxe, Ashton Miller." Precisò, per poi uscire.
Mi feci una doccia veloce e dopodichè mi incamminai per andare alla prima lezione, pur essendo già in ritardo. Si trattava di una materia del primo anno, quello stronzo del Signor Thunder aveva deciso di rimandarmi solo perchè sua figlia ha voluto perdere la verginità con il sottoscritto.
Non obbligo nessuno a scopare con me, fanno tutto loro, pur sapendo che per me è solo sesso, e che subito dopo devono sparire dalla mia vista.
"Signor Stewart, già in ritardo il suo primo giorno. Vuole essere rimandato una seconda volta, per caso?" Ed eccolo lì, già pronto ad attaccare.
"Quest'anno sua figlia me la scoperò dopo l'esame, non si preoccupi." La classe rise, mentre lui mi fissò furioso.
"Si vada a sedere e non faccia danni stavolta. E spenga quella sigaretta, diamine!" Urlò già esausto della mia presenza, mentre io mi andai a sedere nel primo posto libero che trovai.
Non mi curai di chi avessi accanto, e presi il telefono tra le mani. Inviai un messaggio ad Allyson, dicendole di vederci dopo le lezioni. Avevo bisogno della mia scopata mattutina, e lei era sempre disponibile.
"Appena finisci di scrivere passami i tuoi appunti, te li farò riavere domani." Dissi poi alla ragazza seduta accanto a me.
Scriveva da quando era iniziata la lezione, i suoi appunti mi sarebbero serviti eccome.
"Non se ne parla nemmeno, la prossima volta starai più attento e prenderai appunti per te stesso!" Rispose la tipa, girandosi verso di me e fissandomi insistentemente, come se fossi sotto accusa.
Non l'avevo mai notata prima d'ora in giro per la Columbian, nè in giro per Washington.
I suoi capelli tendenti al rame le risaltavano gli occhi in una maniera indescrivibile. E i suoi occhi, i suoi occhi erano unici. Non ne avevo mai visto di questo tipo, per non parlare delle sue buffe lentiggini. E quelle labbra così piene...
Ma che cazzo sto dicendo, devo riprendermi subito.
RACHEL
Appuntai tutte le cose importanti che disse il Signor Thunder, così non avrei avuto problemi per studiare.
"Appena finisci di scrivere passami i tuoi appunti, te li farò riavere domani." Disse il ragazzo che non aveva fatto altro che messaggiare da quando era entrato in quest'aula.
Ma col cavolo che gli avrei passato i miei appunti.
"Non se ne parla nemmeno, la prossima volta starai più attento e prenderai appunti per te stesso!" Risposi indispettita, girandomi verso di lui.
Forse avevo sbagliato a girarmi... quel ragazzo era di una bellezza disarmante.
I capelli scompigliati e tendenti al biondo, viso ben definito ed occhi color ghiaccio. Poteva definirsi perfetto, nonostante la sua aria da duro mettesse paura. Osservai bene i suoi occhi, che forse potevano definirsi davvero ghiaccio; vi era il vuoto totale dentro, una freddezza capace di far venire i brividi.
E dalla sua espressione non traspariva alcun tipo di emozione.Dopo vari istanti, il suo viso indecifrabile si tramutò in un ghigno soddisfatto.
"Ok, non ce n'è più bisogno. Buona giornata Ginger." Mi fece l'occhiolino e scomparve in un batter d'occhio.
Ginger... nessuno mi aveva mai chiamata Ginger. Era una presa in giro per via dei miei capelli?
Mi girai a prendere il mio quaderno, ma non lo trovai. Brutto stronzo, mi aveva rubato il quaderno e non me ne ero neanche accorta!
Uscìì a cercarlo, ma inutile dire che non lo trovai. Beh, come primo giorno devo ammettere che si inizia davvero bene!!
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Beyond the Darkness
RomanceRachel e Dominic. Due nomi, due anime, due mondi totalmente diversi e opposti. Rachel è determinata, un pizzico di follia e fragilità la caratterizzano. In cerca della sua vera identità, del suo mondo, si trasferisce alla Columbian College, Washin...