Capitolo 9

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«Buona giornata, Lenny!» mi augura mia madre, lasciandomi davanti l'entrata della scuola.

«Anche a te mamma» le sorrido, uscendo dalla macchina.

Il mal di testa di ieri sera mi è completamente passato, grazie a Dio.
Ma la strana sensazione che mi pervade il corpo quando penso a Jolyon no. È ancora lì.

Entro dentro e vado verso il mio armadietto.

Dei ragazzi di un anno in meno di me, probabilmente vogliosi di farsi un nome come bulli, vengono verso di me.

Uno di loro, dai capelli e gli occhi neri, la pelle chiarissima e cosparsa di lentiggini, mi viene davanti con le braccia conserte.
«Ehi. Sei tu il frocio?» mi chiede.

«Lasciami in pace» rispondo, tentando di passare oltre.
Ma lui mi sbarra la strada.

«Ai froci non è permesso passare» dice ancora.

«Ma ai coglioni sì a quanto pare.» dice qualcuno dietro di me.

Mi giro e vedo che è Jolyon.
Mi mette una mano sulla spalla, facendo attraversare tutto il mio corpo da una scossa elettrica, e poi si contrappone tra me e quel bullo «Ti chiami Turner, giusto?».

«Sì» risponde il ragazzo con voce sicura, anche se dall'espressione posso comodamente notare che è intimorito.

«Bene, Turner» Jolyon si avvicina pericolosamente a lui, facendolo indietreggiare insieme agli altri ragazzi. «Ti consiglio di stare alla larga da questo ragazzo, altrimenti ti potrebbe finire davvero molto male».

«Che-che cosa ci faresti?» chiede un ragazzo rosso tra gli amici di questo Turner.

Jolyon fa una risatina.
«Sono sicuro che non vorresti saperlo» sorride minaccioso.

«Andiamo» dice Turner ai suoi amici, e tutta la banda si allontana.

«Stai bene?» mi chiede Jolyon.

«Sì... sì sto bene...» rispondo.
Sono un po' confuso. Di solito mi rende la vita un inferno e oggi mi ha addirittura difeso?

«Non dargli retta, sono soltanto dei bulletti del cazzo» mi rassicura poi.

Alzo un sopracciglio. Lui si crede tanto migliore?

«Ehm... beh...» porta una mano dietro la nuca e guarda il pavimento. «Tu andrai alla festa di Abel, questa sera?».

«Sì» rispondo.
Il cuore sta cominciando a battermi all'impazzata.

«Mi stavo chiedendo... se ti serve un passaggio vorresti venire con me?» mi sorride.

Proprio in quel momento si avvicina a me Kate.
È più bassa di me di 10 centimetri, ha i capelli neri con le punte blu elettrico e gli occhi castani.
Si mette accanto a me e comincia a guardare Jolyon minacciosamente.

«Veramente io ci devo già andare con Kate» rispondo indicandola. «Ma grazie lo stesso».

«Va bene» risponde tranquillissimo, senza neanche un velo di imbarazzo. «Ci vediamo, allora» e se ne va.

«No ok, questa me la racconti!» mi dice Kate, sorridendo a 32 denti.

«Va bene, te la racconto. Ma a seconda ora, devo andare dal mio armadietto e tra un po' suona la campanella» rispondo, allontanandomi da lei e salutandola con un gesto della mano.

Le parlerò realmente?
Se non lo faccio sarebbe capace di uccidermi e farlo passare per un incidente, quindi non ho scelta.

Jolyon's Pov
Prima ora

La prof sta spiegando delle formule per calcolare Dio solo sa che cosa.
Io e matematica non andiamo per nulla d'accordo.

«Jolyon!» sussurra Abel dal banco accanto a me.
Mi giro verso di lui.

«È vero che hai difeso Green da Turner, oggi?» mi chiede, scioccato.

«Sì, è vero» rispondo sussurrando.

«Ma come mai? È successo qualcosa ieri pomeriggio?» mi sorride con un'espressione che mi fa subito capire quello che sta pensando, ed è una cosa poco pura e anche poco etero.

Abel è l'unico a conoscere qual è la mia vera sessualità, ed io sono l'unico a conoscenza del suo segreto.
Siamo amici fin dagli inizi della scuola materna, e mi è stato vicinissimo ogni volta che ne avevo più bisogno.
È mio fratello.

Rido. «No, diciamo di no» sorrido.

Mi rigiro verso la lavagna e scopro che le quattro formule che la prof aveva scritto si sono magicamente triplicate.
Tutte le volte la stessa storia! Ma come cazzo è possibile? Mi giro un attimo e la lavagna è piena!

Ah, fanculo!

Comincio a vagare con la mente, finché non arrivo a pensare a ciò che potrebbe accadere stasera.

Vorrei tanto fare colpo su Len.
Ma effettivamente, sebbene in tutti questi anni l'ho sempre chiamato frocio, non sono neanche sicuro che lui sia gay.

Beh, spero proprio che lo sia.
Tutt'al più glielo faccio diventare grazie al mio fascino.
Faccio una risata per la cosa che ho appena pensato.

Una cosa è certa: se è realmente gay, non riuscirà a liberarsi di me tanto facilmente.

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