Capitolo 17

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«Due panini con pollo e patatine fritte, grazie» sorride Abel al cameriere.

Siamo nel locale preferito mio e di Abel, il Reign. Qui si mangiano i migliori panini di tutta la città, ci veniamo da quando siamo piccolissimi.

«Quel cameriere ti ha spogliato con gli occhi!» mi dice Abel, sorridendo malizioso.

«Ma che dici?!» rido io.
Mi giro a guardare il cameriere: effettivamente è un gran figo. Sarà alto almeno 1,80, ha i capelli biondi, gli occhi azzurri e la classica carnagione californiana.

«Hai ragione, tu hai altro per la testa» mi fa l'occhiolino Abel. «Com'è andata con Len?» mi chiede.

«Ma sai, nulla di che...» rispondo alzando le spalle. «Per poco non gli facevo un pompino».

Abel si soffoca con l'acqua che stava bevendo.
«GLI STAVI PER FARE UN POMPINO?».

«Shh! Non siamo gli unici in questo locale!» lo zittisco. Grazie a Dio sono tutti troppo impegnati a mangiare per ascoltare quello che ha da urlare un coglione come Abel.
«Ma sono comunque riuscito a fargli un succhiotto, a quanto pare».

Il cameriere di poco fa arriva e ci porta le nostre ordinazioni.
Mi guarda per bene e mi fa un sorriso con dei denti talmente tanto bianchi che mi potrebbero accecare.
Ricambio, sono educato.

«Poi mi ha portato a casa sua e abbiamo dormito nello stesso letto» dico, mangiando una patatina fritta.

«Soltanto dormito?» fa un sorriso pervertito Abel.

«Soltanto dormito» ridico. «E menomale, perché sua madre è venuta a svegliarlo e ci ha trovato soltanto con dei boxer addosso».

«Oddio!» si mette a ridere Abel. «Non è omofoba, vero?».

«Sono sicurissimo di no. Si è quasi messa ad esultare, tipo quando una fangirl quando vede che la sua OTP si bacia» rispondo, e addento il mio panino.

«Alle fangirl basta soltanto che la propria OTP si guardi per cominciare a sclerare» rettifica Abel.

Faccio un segno con la mano per dire che è lo stesso.
«E poi Len ha fatto coming out».

Abel alza la mano al cielo. «Finalmente non dovrò mai più sentire le tue lagne sul fatto che Len potrebbe essere etero!» sorride. «È soltanto gay?».

«Sì, è soltanto gay» annuisco.

«Tu sei almeno a due livelli superiore!» ride Abel.

«Tre livelli superiore, se contiamo anche l'esistenza dei polisessuali» aggiungo.

Abel da un morso al suo panino.
«Cazzo Jolyon, si vede tantissimo che sei pansessuale! Hai già finito il tuo panino!».

«Sei tu che parli tanto e mangi poco!» rispondo, sorridendogli. «A proposito, cos'ha detto il coach?».

«Niente. Se non contiamo il fatto che voglia ucciderti dato che non sei venuto agli allenamenti e sei il capitano» mangia delle patatine.

«Beh, diciamo che ero occupato» schiaccio l'occhio ad Abel. «Sto cercando di diventare amico di Len, così...».

«...ti metterà nella friendzone» completa Abel.

«...si potrà fidare di me» concludo la frase che avevo iniziato.
Non finirò nella friendzone!
«E tu? Lo hai detto ai tuoi genitori?» gli chiedo.

«Non so di che cosa stai parlando» mangia una patatina fritta.

«Lo sai benissimo invece. Dovrai dirglielo, prima o poi.» gli dico, guardandolo serio.

«Potrei anche fare tutto di nascosto» risponde Abel. «Quasi quasi faccio così!» esclama, con un'espressione fin troppo seria.

«Abel, sai benissimo che non lo puoi fare. Alla tua famiglia verrebbe un colpo!» lo rimprovero.

«Certo che i genitori sono proprio dei rompipalle!» si lamenta.
Io gli lancio uno sguardo agghiacciante.
«Scusami» mi dice, abbassando lo sguardo.

Sbuffo. «Ascoltami, Abel. Devi assolutamente dirlo ai tuoi genitori. So che non approveranno mai, ma glielo devi dire. E gli devi anche spiegare perché lo vuoi fare. Sai che rimarrà per sempre un buco nel loro cuore lasciato da Sam, ma so che capiranno. Credimi.».

«Sì, va bene Jolyon» annuisce.

«E... scusami per averlo nominato...» gli dico. «Non volevo renderti triste».

«No, stai tranquillo. Va tutto bene» mi sorride, anche se non è del tutto un sorriso vero.

Io e Abel abbiamo un sacco di cose in comune, ma la reazione che proviamo davanti al dolore non è una di quelle.
Io al dolore reagisco con rabbia, mi viene da spaccare tutto.
Lui al dolore reagisce con altro dolore. Il suo è un ciclo continuo, che purtroppo non mostra segni di fermarsi.

Caden Smith. Sam Jones. Perché ve ne siete andati così presto?
Perché?

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