Capitolo 29

5.5K 266 76
                                    

Jolyon's Pov

«Perché tu non sei come gli altri. Sei dolce, divertente, bellissimo e speciale. Ed io ti amo.».

L'ho detto.
Ho appena detto a Len che lo amo, e non avrei mai potuto dire una cosa più vera di questa.
Non mi aspetto che anche lui mi ami o che addirittura mi risponda, ci conosciamo seriamente da pochissimo tempo.
E non ho neanche bisogno di sentirglielo dire, perché lo amerò comunque.

Mi guarda dritto negli occhi ed apre la bocca per dire qualcosa, quando come un fulmine arriva quella scassacazzi della sua migliore amica che lo prende per un braccio e lo porta via da me.

«Te lo rubo un attimo e non hai il potere di impedirmelo!» mi urla quell'uragano blu elettrico.

Dovrei essere arrabbiato ma scoppio a ridere.

Vado nel mio armadietto per lasciare i libri che non mi servono, poi esco dalla scuola e salgo in macchina, diretto verso casa di mia madre.

Accendo una sigaretta.
Non sono un fumatore abituale, fumo soltanto quando sono molto stressato e non riesco a rilassarmi neanche giocando a basket.
E questo è uno di quei momenti.

Mi squilla il cellulare.
Butto la sigaretta dal finestrino, poi rispondo, sperando che non ci siano poliziotti nelle vicinanze sia per il cellulare che per la sigaretta.

«Pronto?» chiedo.

«Mon cher, qu'avez-vous fait à l'école?» [Mio caro, cos'hai fatto a scuola?] mi chiede mia nonna dall'altra parte del telefono.

«Niente di importante» rispondo. «Tu come stai?».

«Ascoltami bene, mon cher, non sono molto sicura di volertelo far fare» mi dice lei, con una voce dolce.
Capisco subito di che cosa sta parlando.

Stringo più forte il volante della mia auto «Ho deciso che lo farò. Non voglio che quel bastardo continui a trattare male me e mia madre».

«Ma stai rischiando fin troppo» mi risponde lei.
Ha la voce preoccupata e sebbene non penso sia giusto far preoccupare qualcuno, sono felice che lo sia. È l'unica persona della mia famiglia che si sia mai preoccupata per me. Dopo mio padre, si intende.

«Se andrà tutto per il verso giusto sarà bene. Se andrà per il verso sbagliato sarà ancora meglio per mia madre.» rispondo io, sicuro di me.

Lei ride. «Scusami, mi ricordi una persona. Va bene. Facciamolo.».

Sorrido.

Quanto sono cambiati i sorrisi che faccio durante gli anni.
Quando sei piccolo tuo padre torna dal lavoro e ti porta il modellino della sua macchina e ti promette che ti farà guidare quella vera quando avrai sedici anni, e sorridi di felicità.
Quando non c'è più abbracci il tuo peluche a forma di orsacchiotto e ricordi il suo sorriso quando te l'ha regalato, e mentre le lacrime ti scendono come fiumi dagli occhi, sorridi di tristezza.
Quando sei nella merda fino al collo per colpa di una scelta sbagliata di tua madre ma decidi comunque di aiutarla e di liberarti per sempre della persona che ha causato quel male, sorridi di rabbia.

«Mon cher? Tu es encore là?».
[Mio caro? Sei ancora là?]

Sbatto le palpebre e mi rendo conto di essermi messo a piangere e mi ero anche imbambolato.
Ecco perché non bisognerebbe parlare al telefono mentre si guida.

«Sì, ci sono» le rispondo, asciugandomi le lacrime. «Ci sentiamo più tardi, sto guidando».

«Va bene» mi saluta lei. «Ci sentiamo dopo, mon cher».

«A dopo. Mamie» sorrido.
[Nonna]

Chiudo la chiamata e continuo a guidare.
Appena arrivo davanti casa, parcheggio e salgo subito in camera mia, chiudendo la porta a chiave.

Mi stendo sul letto e prendo dal comodino una pallina da tennis rossa e grigia.

Passo la palla da una mano all'altra, mentre penso a Len.
Sto per fare una cosa pericolosa e non so che fare.
Da una parte merita di sapere che cosa potrebbe succedere. Dall'altra non voglio farlo preoccupare, non se lo merita.

Il telefono squilla di nuovo.

Chiamata in arrivo:
Lenny

Sorrido di felicità.
Lenny riesce a farmi tornare bambino.

Rispondo «Ciao!».

«Ehi ciao» mi dice lui dall'altra parte del telefono. «Volevo chiederti se... ti andava di venire a casa mia oggi pomeriggio» mi sembra un po' nervoso.

«Certo. Qualcosa non va?» chiedo allora.

«No no, è solo che...» fa una pausa. «I miei genitori non sono in casa, quindi...» quasi riesco a vederlo arrossire.

«Non c'è nessun problema» gli rispondo, evitandogli tutto questo imbarazzo. «Sono da te tra poco».

«Va bene! Allora a dopo!» dice felice.

«A dopo, Lenny» lo saluto anch'io, per poi chiudere la chiamata.

Butto la pallina a terra, per poi precipitarmi in macchina. Un po' per evitare di incontrare quel bastardo, un po' perché, al contrario, non vedo l'ora di incontrare Len.

Arrivato davanti casa sua parcheggio e vado subito a suonare il campanello.

Gli parlerò del mio piano.
Voglio che conosca i rischi che ho in mente di correre, ne ha il diritto.

Mi apre la porta e mi sorride, così io entro dentro.

«Ehi Len, ho qualcosa da-» non riesco a finire la frase che lui comincia a baciarmi.

Che cosa sta succedendo?

Lo fermo «Cosa vuoi fare?».

«Io ti voglio, Jolyon. E voglio che tu abbia me» mi dice, guardandomi dritto negli occhi.

Il suo sguardo è sicuro, mi guarda come non mi aveva mai guardato.

Sorrido e gli metto una mano sulla guancia.
«Va bene».
Poi gli do un bacio.

Angolo autrice

Rubo un piccolo spazio a Len e Jolyon per dirvi due cose:

1) Ho provato a photoscioppare(?) (fallendo miseramente) una foto di Manu Rios per farlo somigliare a Len, dato che i tratti del viso vanno bene ma hanno dei colori completamente diversi.
Il risultato è questo:

Sembra un po' un alieno, me ne rendo conto lol

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sembra un po' un alieno, me ne rendo conto lol. Però all'incirca dovrebbe somigliargli. Ho anche tentato di mettergli le lentiggini.

2) Molto probabilmente 'I Was Wrong' non sarà una storia autoconclusiva, ma avrà un sequel.
Per averne la certezza assoluta dovete aspettare la fine del libro.

E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se è corto e fa un po' schifo.
Spero che anche la storia vi stia piacendo per adesso.

Al prossimo capitolo!👋

I Was WrongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora