Scrivo da quando avevo due anni.
Sapevo a malapena tenere i colori in mano, eppure facevo delle righe nei fogli, facendo finta che quelle fossero parole che avevo davvero scritto.Quando avevo quattro anni, cominciai a saper copiare le scritte che vedevo in giro.
Non sapevo leggere, mi facevo dire dai grandi che cosa volessero dire quei segni, e poi li ricopiavo come se stessi disegnando.
Se guardaste tra le mie cose vecchie, trovereste fogli e fogli di scritte copiate, dal logo Coca Cola alle cose scritte dietro alle confezioni di sapone.A sei anni avevo cominciato a scrivere il mio primo libro.
Si chiamava 'La Fatavampiro', ed era la storia di due bimbe, una fata e un vampiro, che intraprendevano un viaggio alla ricerca di una sfera di cristallo, che apparteneva a questa misteriosa Fatavampiro.Durante tutte le elementari la mia maestra di italiano non faceva altro che ripetermi che ero un talento naturale.
L'ultimo giorno di quinta elementare mi scrisse una dedica su di un foglio, dicendomi che avrebbe voluto tanto che io le mandassi una copia del mio primo libro, quando ne avrei pubblicato uno.Anche alle medie la professoressa di italiano mi diceva che ero portata.
Agli esami portai un testo sul razzismo scritto da me, in cui c'era una persona che veniva discriminata e che parlava di come si sentiva ad essere giudicata anormale. Mi impegnai tantissimo a fare in modo che le parole di questa persona potessero stare bene in tutti gli ambiti. E quando la lessi davanti a tutti i prof, il giorno dell'esame orale, si misero ad applaudire, e mi dissero che ero stata bravissima.Adesso, alle superiori è diverso.
La mia professoressa di italiano non mi dice nulla di tutto questo. Quando facciamo un compito in classe, mi restituisce il tema con voti bassi e un sacco di correzioni.
Magari non sarà la fine del mondo, ma mi fa male.Non riesco più a scrivere.
Non vorrei che mi idolatrasse, non vorrei che stendesse un tappeto rosso sotto i miei piedi e neanche che buttasse petali di rose su dove cammino.
Il fatto è che io sento la scrittura come una parte di me.
La sento nel sangue, la sento nel cuore.
La sento nell'anima.Non so cosa sia. Talento, vocazione, quello che sono destinata a fare nella vita, passione.
Magari è tutto questo, magari non è niente.Rimane però il fatto che quando io prendo una penna in mano e comincio a scrivere, sento che ogni singola cellula del mio corpo sta facendo quello che è giusto che faccia.
Eppure ormai mi reputo incapace, quasi debole.
Non riesco a mettere due parole di fila senza pensare che non siano le parole giuste.E non so perché io stia scrivendo questo, qui, tra i capitoli di un libro che, Dio, stento a credere di aver scritto io.
Sono bloccata. Ma continuerò a scrivere.
Devo continuare a scrivere.
Perché magari non è un talento, non è una vocazione, non è quello che sono destinata a fare nella vita.
Ma so che è la mia passione.
Quindi, alla fine vi dico, che fanculo a tutto, non smetterò di scrivere.
Finirò questo libro.
Scriverò il sequel e finirò anche quello.Potrebbero non piacere, potrebbero essere i libri peggiori nella storia del mondo, ma lo voglio fare.
Perché è quello che mi rende felice.
Ed ho il dovere di rendermi felice.
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I Was Wrong
Teen Fiction{Capitoli pubblicati: 33} Questa è la storia di due diciassettenni, Len Green e Jolyon Smith. Entrambi con problemi. Il primo legati al secondo, il secondo legati a delle cose successe senza che potesse fare niente. Ma che cosa accadrebbe se, tutto...