Capitolo 26

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Len's Pov

Abel va via e rimaniamo soli, io e Jolyon.
Lui mi sorride e mi fa segno di entrare nella sua macchina.
Mette in moto e parte.

«Perché pensavi che tua nonna fosse morta?» chiedo. Voglio sapere di più su di lui.

«Perché mia madre non mi aveva mai parlato dei suoi genitori, quindi avevo ipotizzato che fossero morti» mi risponde tranquillamente lui, guardando la strada. «A quanto pare avevano tagliato tutti i rapporti, ma adesso mia nonna ha deciso di rincontrare mia madre dopo anni. O meglio, aveva deciso».

«Aveva deciso? In che senso?» gli chiedo.

«È complicato» risponde, sbuffando leggermente.

«Jolyon. In che senso?» gli chiedo di nuovo.

«Questa storia potrebbe non piacerti» mi avvisa.

«Correrò il rischio» affermo.
Jolyon si gira verso di me e mi sorride, per poi ritornare a guardare la strada.

«Già da anni prima che mio padre morisse, mia madre lo tradiva con un uomo di nome Bill Lewis. Non so dove l'avesse conosciuto, fatto sta che qualcosa la colpì, e non so nemmeno che cosa le possa essere piaciuto di lui. Dopo la morte di mio padre, Bill si trasferì subito da noi ed è ancora l'attuale compagno di mia madre» mi racconta. «Mi ha fatto lui quel livido sulla pancia».

Mi guarda per pochi secondi «Sapevo che non ti sarebbe piaciuta». A quanto pare non sono bravo a mascherare lo shock.

«Continua» lo sprono.

«Lui si ubriaca e picchia mia madre. Non gli importa nulla dei suoi sentimenti.» mi dice, stringendo il volante molto più forte.

«E non si fa problemi a picchiare anche te, a quanto pare» gli dico.

«Esatto» annuisce. «Non ho mai detto nulla alla polizia. Non so perché. Forse un po' per paura, un po' perché ero ancora arrabbiato con mia madre. Un po' perché non voglio che subisca una pena non tanto grave» continua. «Ma io e mia nonna abbiamo un piano per riuscire a fargliela pagare» sorride. Ma non è un sorriso felice. È un sorriso arrabbiato.

Arrivato davanti casa mia parcheggia.

«Allora 'notte» mi dice, sorridendomi.

«Che piano avete ideato?» gli chiedo.

«'Notte» non me lo vuole dire.

«Che piano avete ideato?» richiedo.

«'Notte» ridice.

«Insomma! Perché non me lo vuoi dire?» sbuffo.

«Perché è tardi e siamo già davanti a casa tua» mi spiega.

«Sali anche tu» gli dico, poco prima di uscire dalla macchina.
Posso quasi giurare di averlo sentito sussurrare 'Sì'!.

Scende dalla macchina ed entriamo in casa, tentando di non fare nessun rumore dato che i miei sono già andati a dormire.

Saliamo le scale e mi siedo sul letto.
«Allora, me lo vuoi dire?».

«No» risponde lui sorridendomi.

Sbuffo.
«Va bene, allora che ne dici se controlliamo la nostra presentazione di storia?».

«E se invece facessimo qualcosa di più divertente?» mi sorride malizioso, per poi chinarsi verso di me e cominciare a baciarmi.

Rispondo ai baci.

Jolyon è bravissimo a baciare.
Non che io abbia dei termini di paragone, ma penso che sia bravo.
Io non so se sono bravo a baciare e mi vergogno a chiederglielo.

Ma non posso godermi i suoi baci invece che pensare queste cose?!

Jolyon mi fa sdraiare sul letto e poi si mette sopra di me, mentre mi infila una mano dentro la maglietta, toccandomi la schiena.

«Aspetta un attimo» mi dice, staccandosi completamente da me.
Va verso la porta e la chiude a chiave «Questa volta tua madre non potrà entrare».

Mi metto a ridere «Potrebbe anche passare per la finestra».

Ride anche lui, per poi tornare a mettersi sopra di me e baciarmi.
Con la mano destra continua ad accarezzarmi la schiena da dentro la maglietta, per poi tirarmi a sé. E diciamo che non sono soltanto i nostri petti a sfiorarsi.

Mi irrigidisco.
«Ehi, Jolyon, io... non voglio fare...» quasi balbetto. Mi vergogno a dirglielo.

«Sesso?» mi chiede, ed io annuisco. «Tranquillo, sono solo "coccole"» sorride. «Se faccio qualcosa che non ti va bene dimmelo, ok?».

Annuisco e sorrido.
Ricominciamo a baciarci e questa volta sono più tranquillo.

Ogni tanto Jolyon mi da dei baci sul collo e a stento riesco a trattenere i gemiti.

Sono sicuro che questa sarà proprio una bella notte...

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