Capitolo 11

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  Jolyon's Pov

«Oddio, che cosa dolce!» mi dice Abel.

Sono a casa sua per dargli una mano a preparare la festa.
I suoi genitori sono via per tutto il weekend, così ha deciso di dare una festa questa sera.

E per me non è minimamente un problema aiutarlo a prepararla.
Dopotutto conosco casa sua come le mie tasche. E poi preferisco passare la maggior parte del tempo fuori casa, invece di stare in quella specie di prigione.
Tanto non devo neanche avvisare quando resto fuori. Potrei non tornare a casa per una settimana intera e nessuno si preoccurebbe. A Bill non frega un cazzo di me, mentre mia madre è troppo occupata a scopare e a fargli da serva per pensare un po' a suo figlio.

«Beh, sì, immagino che lo sia» rispondo.

Ho raccontato ad Abel quello che è successo a casa di Len, ed il suo cuore si è sciolto.

«Mi aspetto che questa sera facciate faville. Se vuoi ti presto la mia stanza da letto» mi dice facendomi l'occhiolino.

«I bicchieri sono meglio rossi o blu?» gli chiedo, per sviare l'argomento della conversazione.

«A nessuno importa il colore dei bicchieri, ma quello che c'è dentro!» risponde Abel, prendendomi i bicchieri blu dalle mani e cominciando a metterli nel tavolo del bar. «E non cambiare argomento del discorso!».

«Va bene, va bene» comincio a sistemare i bicchieri rossi.

Abel esce fuori dal bar una bottiglia di vodka.

«Abel, stai scherzando? Ti ricordo che siamo ancora minorenni!» gli ricordo, guardando quella bottiglia di vodka.

«Come se non ti fossi mai ubriacato!» scoppia a ridere Abel. «Ricordi quando ti ho trovato nudo con indosso soltanto un sombrero?».

«Cerco di dimenticarlo.» alzo gli occhi al cielo. «Comunque se qualcuno ci becca, sappi che siamo noi due che finiamo nei guai!».

«Dai, non succederà nulla» dice, mettendo la vodka sul tavolo e prendendo anche una bottiglia di cognac.

«Ok, adesso però stai davvero esagerando. Posa quel cognac» gli dico.

«Mamma mia! Cosa c'è, Smith, hai paura di fare la fine di Bill?» fa un sorriso di sfida.

«Non farei la fine di Bill in nessun modo al mondo» dico.
Apro l'anta del bar in cui ci sono le bottiglie e, dopo averne guardate un po', ne prendo una di peach brandy.

Abel mi sorride «Bella scelta».

Gli sorrido anch'io.
«Che ne dici se prepariamo del margarita?».

Abel prende una bottiglia di tequila «Facciamolo!».

«Facciamolo? Lo farò soltanto io» gli dico. «L'ultima volta che hai provato a preparare un cocktail ci hai fatto venire un'intossicazione!».

«Avevamo dodici anni, che cosa ti aspettavi?» mi risponde Abel, stringendo a se la bottiglia di tequila.

«Ma siccome hai ancora il quoziente intellettivo di un bambino di dodici anni, penso che possiamo comodamente evitare di far venire un'indigestione a tutta la scuola. Grazie» gli strappo la bottiglia dalle mani.
Prendo anche una bottiglia di triple sec, quella con la gradazione di 45° perché non dobbiamo farci mancare nulla, e vado alla ricerca di un po' di lime.

Penso proprio che sarà una bella serata.

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