Sei | I want it that way | Parte 1/2

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«Orlando?» grida Liam, «Siamo richiesti ad Orlano?»

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«Orlando?» grida Liam, «Siamo richiesti ad Orlano?»

Disneyworld. È questo il primo pensiero che mi sfiora.

«Esatto.» dice Carl. «Tre serate nelle stesso locale.» aggiunge, «La prima è domani sera.» aggiunge. «Partiamo questa sera, subito dopo il concerto, così arriveremo al mattino in modo che siate riposati.»

«Pensavo che saremo andati a casa.» protesta Ryan.

«Cos'è, adesso che qualcuno ti ascolta tu rinunci al successo?» gli chiedo. Lui mi osserva e poi sbuffa, «Oppure ti manca... com'è che si chiama? Ah sì, Katy.» sorrido.

La storia con Camille non è durata, nemmeno quella con Cristal o quella con Alexandra... le sue storie non durano nulla. Quelle stupide oche si accorgono di quanto sia scemo e lo mollano.

«Ho rotto con Katy prima di partire.» dice, «Credevo che lo sapessi.»

Alzo gli occhi al cielo, «No.» dico, «E comunque non m'importa.» aggiungo. Non m'importa se quelle galline starnazzanti continuano a girargli attorno, le stupide sono loro, non io!

Ryan non ribatte, non dice nulla, il che è strano... «Stai bene?» gli chiedo.

«Sì.» risponde, «Sono solo stanco.» sospira, chiude gli occhi e reclina la testa all'indietro, posandola sulla spalliera del divanetto del camper. «Appena arriviamo a casa mi faccio una di quelle dormite...»

Lo osservo mentre se ne sta con gli occhi chiusi e penso che quando è così tranquillo e in silenzio sembri una persona normale e non il solito imbecille che è.

«Non c'è speranza di fermarsi a Disneyworld, vero?» chiedo e, quando vedo sette paia di occhi fissarmi, compresi quelli azzurri di Ryan, mi sento una vera e completa idiota. «Ehm... è solo una domanda!» mi scuso, «Sono anni che non vado e visto che siamo già lì...» alzo le spalle e sorrido, sperando di sembrare meno idiota di quello che mi sento.

«Non avremo tempo.» risponde Carl. «Dovrai andarci un'altra volta.»

«Con tutto il tempo che hai avuto prima che partissimo...» dice Ryan, «E non è da bambini voler andare a Disneyworld?» mi chiede.

Io sbuffo, «Non ci avevo pensato.» rispondo, «E no, non è da bambini.» aggiungo, «E comunque l'ho vista la foto che tieni in camera tua, quella di qualche anno fa, dove sei abbracciato a Pluto!»
Lui sbianca e apre e chiude la bocca un paio di volte, sorpreso. «Tu... tu... tu...»

«Sei un telefono occupato?» chiedo io.

«Come hai fatto a vedere quella foto?» sbotta, «E poi ti arrabbi quando entro in camera tua!»
«Tu sei entrato e mi hai visto nuda!» gli ricordo e mi ribolle il sangue al solo pensiero di come Ryan fosse lì, in camera mia, tranquillo e pacifico mentre suonava la sua stupida chitarra. «E comunque,» scrollo le spalle «ero sul terrazzo di casa mia e tu avevi lasciato la porta finestra aperta... ho guardato dentro e l'ho vista.»

Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP.  | In revisoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora