«Savannah?» esclamo quando la vedo. È venuta qui a casa, in taxi, ed è al cancello principale, «Cosa vuoi?» chiedo.
«Possiamo parlare?» pigola.
No, vorrei dirle. «Okay.» sospiro e spingo il pulsante per aprire il cancello. «Ma in fretta, perché ho da fare.» mento, perché, a parte deprimermi e pensare a quanto sia stupido, non ho nulla da fare.
«Pensavo che potevamo continuare da dove ci eravamo interrotti.» mormora languida prima di tentare di abbracciarmi.
«Non qui.» la blocco, «Vieni.» le dico. Una volta davanti alla dependance la fermo di nuovo, «Aspetta.» sbuffo, entro, prendo il cellulare, il portafoglio e le chiavi. «Andiamo.» esclamo avvicinandomi alla mia auto.
Lindsay è in casa e non voglio che mi veda con Savannah, quindi è meglio andare da un'altra parte.
Mentre mi immetto sulla strada principale, e Savannah non fa che parlare, parlare e parlare, mi accorgo che non me ne è mai importato nulla di lei, così svolto a destra invece che proseguire diritto.
«Stai andando da me?» domanda lei, «Ma ci sono i miei zii a casa!» squittisce e mi dà fastidio, facendomi quasi rimpiangere la risatina di Melanie, «Sarebbe imbarazzante.»
«Tu torni a casa.» esclamo, «Non cercarmi più, non chiamarmi più, non presentarti più a casa mia.» dico, «Non voglio più vederti.»
Lei mi fissa, «Idiota.» sbotta.
Io non replico, penso che voglio mollarla a casa sua al più presto, andare da Aaron e costringerlo a spiegarmi quello che intendeva dire questa mattina.
Perché voglio sapere cosa devo fare con Lindsay.
Perché mi manca.
Perché sono innamorato di lei.
*-*-*
Appena vedo l'auto di Ryan entrare nel cortile esco in terrazzo, mi appoggio alla balaustra e lo osservo. «Ti pare l'ora di tornare?» strillo, «Datti un contegno, cazzo!» continuo a strillare. «Ricordati cosa ti hanno detto, brutto imbecille!» strillo ancora.
Ryan mi fissa, sospira e chiude la portiera dell'auto. «Linds, smettila.» dice, «Basta.»
«Basta un corno!» sbotto, «Ma ti rendi conto?» grido. «Io lo faccio per te!» sbotto. Lui continua a fissarmi, incurante della pioggia che scende, «Ed entra in casa, altrimenti ti ammali!» grido.
«Vuoi smetterla?» grida lui, «Cazzo, Linds, sei più isterica e insopportabile del solito!» urla.
«Sei un cretino che non capisce nulla!» sbotto e mi rendo conto che forse sono un tantino isterica. Poi mi ricordo che lui è rimasto per tutto questo tempo a casa di quella là, «Idiota!» esclamo.
Ryan mi guarda, si passa una mano sulla fronte, «Lindsay... basta, per favore.» dice a bassa voce.
«No!» ribatto e mi stacco dalla balaustra, sono quasi alla porta finestra quando mi accorgo che lui sta salendo le scale.
«Cosa vuoi?» chiedo girandomi.
«Parlare.» risponde salendo gli ultimi due gradini.
«Vai al diavolo.» dico.
«Cosa ti prende?» chiede raggiungendomi.
Cosa mi prende? Un sacco di cose, al momento. «Niente che ti interessi.» dico.
«Magari potrebbe interessarmi, invece.» replica lui e io non lo guardo, perché ha su la maglietta bianca a maniche corte che si sta appiccicando al suo corpo.
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Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP. | In revisone
ChickLit[In a world like this serie Parte I] "Lui mi ha messo le corna e mi ha piantato dicendomi che non mi amava più, che vedeva un'altra da sei mesi e che era meglio lasciarci. E io avrei voluto piantargli il coltello in mezzo agli occhi. E in più... il...