Che mal di testa! Dio, ho bevuto troppo! Non mi ricordo neppure come ho fatto a tornare a casa. Svetlana dorme ancora, con un sorriso idiota sulle labbra. Chissà, magari lei si ricorda qualcosa...
Mi trascino in bagno dal quale riemergo dopo mezz'ora, dopo essermi fatta una doccia e aver vomitato anche l'anima. Mi vesto, indossando pantaloni di cotone e una maglietta con le maniche a tre quarti, mi siedo sul letto e sbadiglio, indecisa su cosa fare. Dov'è la mia borsa? Ah, ecco, è sul comodino. Mentre la prendo mi cade l'occhio sulla sveglia — sono le undici e un quarto — e sul post-it giallo. Lo prendo e leggo.
Non. È. Possibile.
«Quei bastardi!» sbotto, «Io Ryan lo uccido!»
«Abbassa la voce.» biascica Svetlana «Ma come siamo tornate a casa?» domanda mettendosi seduta, «Cazzo, che mal di testa...»
«Siete due finte magre.» leggo «Due finte magre, ubriache e svenute. È stata una faticaccia portarvi qui. Ryan e Liam.»
«Che c''è di male?» borbotta la mia amica e io mi limito a fissarla. «Oh, merda.» squittisce. «Ci hanno portato loro qui!» dice, «E se eravamo svenute... ci hanno portato in braccio.» avvampa.
Deglutisco, «Conoscendo Ryan direi che sono entrati da lì.» indico la porta finestra.
«Credi che Liam sia ancora qui?», guardo Svetlana che salta in piedi e si agita, «Oh mio Dio.» squittisce «Cosa mi metto?»
«Ma non sai se è qui!» le faccio notare e mi trascino fuori dal letto, scosto la tendina della finestra e guardo il cortile. «La macchina di Ryan non c'è e nemmeno quella di Liam.»
«Ah, no?» Svetlana smette di correre per la stanza, «Che peccato.» sospira. «È così...» fa un sospiro e lascia cadere il lenzuolo, poi sbianca, si copre la bocca con la mano e corre in bagno, dove vomita anche l'anima.
Che schifo.
Apro la porta finestra che, come immaginavo, è socchiusa. Devo assolutamente capire come cazzo fa ad entrare nella mia stanza.
Mezz'ora dopo scendiamo al piano di sotto.
«Avete un pessimo aspetto.» commenta mia madre mentre chiude il Miami Chronicle. Mamma sfoggia il suo solito aspetto: viso abbronzato ma non troppo, una riga di eyeliner, mascara e rossetto chiaro. Credo di averla vista al massimo tre volte con un rossetto rosso.
«Uhm, grazie.» commento mentre lei versa del succo d'arancia in due bicchieri alti con il bordo rosso, poi prepara due tazza di latte e ci lascia a disposizione cereali, brioche di sfoglia calde e biscotto con gocce di cioccolato.
Svetlana si trascina al mio fianco gemendo e si siede, prendendosi la testa fra le mani, domandandosi perché abbia bevuto così tanto la sera prima.
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Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP. | In revisone
ChickLit[In a world like this serie Parte I] "Lui mi ha messo le corna e mi ha piantato dicendomi che non mi amava più, che vedeva un'altra da sei mesi e che era meglio lasciarci. E io avrei voluto piantargli il coltello in mezzo agli occhi. E in più... il...