Nove | When I think of you | Parte 4/4

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Oggi  i genitori di Svetlana tornano a Miami e li andremo a prendere, papà mi  ha lasciato il SUV apposta, così ci staranno tutte le loro valigie  senza dover fare un tetris per incastrarle, arriveranno per le tre del  pomeriggio, o meglio, la nav...

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Oggi i genitori di Svetlana tornano a Miami e li andremo a prendere, papà mi ha lasciato il SUV apposta, così ci staranno tutte le loro valigie senza dover fare un tetris per incastrarle, arriveranno per le tre del pomeriggio, o meglio, la nave attraccherò alle tre, quando i coniugi Keaton scenderanno dalla nave non si sa.

«A che ora partiamo?» chiede Svetlana riempiendosi il bicchiere di succo.

«Boh, alle due?» dico, «Così siamo lì per le due e venti e magari troviamo un parcheggio vicino al porto.» aggiungo, prendo il cartone del succo all'arancia e lo verso nel mio bicchiere.

Svetlana annuisce, «Okay.» sorride e guarda fuori dalla finestra, fissando il SUV posteggiato praticamente in cucina, «È enorme.» dice, «Sei sicura di riuscire a guidarlo?» chiede, «Io avrei paura.»

Rido, «Svetlana... quand'è stata l'ultima volta che hai guidato?»

Lei ci pensa per qualche secondo, poi risponde: «Quando sono andata da Jean-Louis, a Boston.»

«Perché c'era lo sciopero dei controllori di volo.» ricordo e lei annuisce, «Ed è stato tipo... due anni fa, giusto?» lei annuisce di nuovo. «Io non ho paura di guidare il SUV,» scrollo le spalle, «È un auto come un'altra.»

«Basta che abbia il cambio automatico.» ride la mia amica e io sento che ho dimenticato qualcosa, ah, sì, devo sciacquare il tappetino di cocco che usiamo fuori dalla porta. Se non lo facessi mamma mi sgriderebbe.

Così io e Svetlana andiamo nel locale lavanderia, e sciacquo il tappetino, per poi lasciarlo ad asciugare sullo stendino. Fra un paio d'ore dovrebbe essere asciutto.

«Oh, mio Dio!» strillo un'ora dopo.

«Che succede?» chiede Svetlana, «Ti senti male?» domanda.

«Sì.» rispondo. «Il SUV ha il cambio manuale.» gemo portando le mani al viso, «Io non so usarlo.» pigolo.

Svetlana apre la bocca, la richiude e la apre di nuovo, «Cosa facciamo?» chiede.

Dalla porta finestra del soggiorno entrano le note degli accordi che sta suonando Ryan.

«Dovremo» sospiro «chiedere un favore.»

«Bhe, sì.» dice, «Sperando che dica di sì.» aggiunge. «Andiamo?»

Controvoglia mi alzo, usciamo all'aperto e troviamo Ryan seduto sul divano a dondolo.

«Ciao.» esclama, senza staccare gli occhi dalla sua dannatissima chitarra.

«Sei libero nel pomeriggio?» chiedo.

«Perché?» domanda lui, alzando il viso e guardandomi.

«Perché oggi tornano i genitori di Svetlana.» rispondo.

Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP.  | In revisoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora