Quindici | In a world like this | Parte 4/5

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«Che fai?» domando fissando Lindsay seduta alla scrivania, davanti al portatile

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«Che fai?» domando fissando Lindsay seduta alla scrivania, davanti al portatile.

«Guardo Facebook.» risponde lei, le bacio la testa e fisso lo schermo, guardando la foto — il panorama notturno di una città — di una certa Charlene.

«Chi è?» chiedo e inizio a leggere il lungo papiro che la ragazza ha scritto sotto la foto.

«Una mia ex compagna dell'università.» risponde lei, «È il racconto dell'appuntamento con il suo ragazzo.» spiega e la guardo, notando qualcosa di strano sul suo viso, qualcosa come il rimpianto, la delusione e la voglia di avere un appuntamento, di poter uscire e camminare lungo la strada e tenermi per mano, baciarmi senza la preoccupazione di avere paparazzi dietro ogni angolo.

«Possiamo andare da Starbucks, se vuoi.» esclamo e le bacio il collo.

«E se ci vedono?» borbotta lei, «Ryan, le sai le regole.» dice.

Scrollo le spalle, «Bhe... è un appuntamento di lavoro.» replico, «Basta che non facciamo nulla di compromettente.» dico.

Dimmi di sì, dimmi di sì, dimmi di sì.

Lei sospira e mi guarda, «Ryan...»

E dimmi di sì, cavolo!

«Vuoi dirmi che rinunci a una colazione o a uno spuntino da Starbucks?» chiedo e rido, «Hai la febbre?» domando e le poso la mano sulla fronte, «Non è da te rinunciare a un cappuccino offerto da me!»

Lei mi fissa, le labbra spinte in fuori, «Cappuccino con muffin e ciambellina?» domanda, fissandomi.

Sorrido e le poso le mani sulle spalle, le massaggio piano, «Certo.» dico, anche se so che prenderà tutti i dolci disponibili, «Come sempre.» aggiungo e le bacio la testa.

«Si può fare.» mormora.

Fisso lo schermo del portatile, «Allora... vuoi uscire con me oggi alle quattro?» chiedo, «Ti offro la merenda da Starbucks.»

«Alle quattro?» domanda Lindsay e fa girare la sedia, facendomi quasi cadere sul letto, «Ma... Ryan!» esclama.

«È un appuntamento di lavoro, se qualcuno ce lo chiede.» spiego, «Dai, dimmi di sì!» esclamo e le tocco le gambe, le prendo le mani e sfodero il mio miglior sorriso.

«E va bene.» acconsente lei.

«Grazie!» esclamo e l'abbraccio.

«Ma sei tutto sudato! Che schifo!» sbotta lei e mi spinge via, «Che hai fatto?» chiede.

Scrollo le spalle, «Sono andato a correre in spiaggia.» rispondo e mi alzo, «Alle quattro, okay?» dico e le bacio il viso, «Se fai tardi vado da solo.»

Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP.  | In revisoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora