«Ehm... hai sbagliato strada.» esclamo quando Ryan gira a destra invece che andare a sinistra.
«No, stiamo andando da mia madre.» risponde lui, la voce piatta.
«Ah.» faccio, «Non me lo avevi detto.» aggiungo osservandolo. Ryan è teso e guarda fisso davanti a lui, le mani stringono forte il volante e ha la mascella contratta.
«Scusa.» mormora, «Non staremo lì molto, al massimo dieci minuti.» dice.
«Okay.» dico e continuo a guardare fuori dal finestrino. «È lontano?» chiedo.
«No, dieci minuti di strada.» risponde.
Rimaniamo in silenzio per il resto del viaggio, fino a quando Ryan non si ferma davanti a una casa dall'aspetto malandato. La vernice verde è scrostata in più punti e la ringhiera della veranda sembra voler crollare da un momento all'altro. Le altre case sono diverse, le facciate sono ben dipinte e le verande sono integre. Un paio di case più in là, un signore di circa sessant'anni sta falciando l'erba del giardino davanti casa.
«Vieni.» mi dice Ryan posando una mano sulla mia schiena. Lo seguo, salendo i grandini malconci e pregando che non cedano sotto il nostro peso.
Ryan bussa alla porta.
«Chi è?» domanda un ragazzo da dietro la porta chiusa.
«Sono io, Ryan.»
La porta si apre e un ragazzo ci fissa, le sopracciglie aggrottate e le labbra così tirate che quasi non si vedono. «Dovevi venire l'altro giorno.» dice, «E quella chi è?»
«Jacob, l'altro giorno lavoravo.» risponde Ryan, «E lei è Lindsay, una mia amica.
Jacob, il fratello di Ryan ci fa entrare. La casa è scura e puzza di umidità, fiori marci e caffè bruciato.
Sedute sopra un vecchio divano rosso, ci sono due donne: una è di sicuro la madre di Ryan — hanno gli stessi zigomi — l'altra è la sorella.
Io e Ryan ci sediamo sull'altro divano, di fronte alle due e mi sforzo di non tossire a causa della polvere che si è sollevata quando mi sono seduta. A Marisol, se entrasse in questa casa, verrebbe un infarto.
«Come va?» domanda Ryan.
«Male.» risponde sua madre. «La colpa è tua.» dice e io guardo Ryan, che si sta morsicando le labbra.
«Sei la sua ragazza?» domanda la sorella.
«No.» rispondo, «Siamo amici.»
Lei mi fissa con un sorrisetto irritante, «Certo.» dice e mi fissa con le braccia ossute incrociate al petto.
«Allora, Ryan.» esclama Jacob, «Che lavoro fai?» domanda.
«Sto registrando un album insieme a Jake e gli altri.» risponde Ryan.
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Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP. | In revisone
ChickLit[In a world like this serie Parte I] "Lui mi ha messo le corna e mi ha piantato dicendomi che non mi amava più, che vedeva un'altra da sei mesi e che era meglio lasciarci. E io avrei voluto piantargli il coltello in mezzo agli occhi. E in più... il...