Quindici | In a world like this | Parte 5/5

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«Domani sera usciamo

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«Domani sera usciamo.»

Guardo Ryan come se fosse uscito di testa. E in effetti lo è, se si è scordato delle regole.
«Ryan...» sospiro.

«Non è niente di che.» dice e scrolla le spalle, «Ci facciamo un giro lungo la costa, ci fermiamo a prendere un paio di Big Mac al McDrive e ci fermiamo in un parcheggio, magari uno che dà sull'oceano e mangiamo. Altro giro e torniamo a casa.» spiega.

Lo fisso, guardando gli occhi azzurri, le labbra piegate nel suo miglior broncio da cucciolotto abbandonato. E chi resiste?
Io no.
«E va bene.» acconsento.

Ryan sorride e mi dà un bacio sulle labbra, «Grazie!» dice, «E mettiti un bel vestitino!»

«Perché?» chiedo, «L'ultima volta ti stavi rodendo dalla gelosia!» rido.

«Perché così posso guardarti le gambe mentre guido!» esclama lui.

«No, tu quando guidi guardi solo la strada.» dico e incrocio le braccia, «Non le mie gambe.» sbotto, «Puoi farlo quando mangiamo, se vuoi.» sorrido.

«Bhe, farlo in quel momento mi pare ovvio.» ride, «Non c'è neanche bisogno di dirlo, tesorino.»

«Non chiamarmi tesorino.» sbotto e infilo la chiave nella serratura, cosa che avrei fatto prima, se qualcuno non mi avesse interrotto, «Altrimenti la vedi con il binocolo per i prossimi tre mesi.»

Ryan ride e mi segue in casa, «Oh, non credo proprio.» dice, «Non resisteresti così tanto tempo.»

Mi giro di scatto e lo fisso, «Ne sei sicuro?» chiedo, «Ma proprio sicuro?» ripeto e Ryan mi guarda a bocca aperta, «Io non ne sarei così sicuro, se fossi al tuo posto.» dico e mi giro.

«Linds... scusa.» borbotta e io sorrido mentre vado in cucina, «E dai, era un nomignolo carino.»

«Ma non mi piace.» esclamo e apro il frigo, «Pecorella.»

«Non chiamarmi pecorella!» sbotta lui.

«E tu non chiamarmi tesorino.» sorrido mentre lui si siede su uno degli sgabelli.

«Okay.» sbuffa, «Dai anche a me il succo, per favore?» chiede.

Verso il succo d'arancia anche a lui e gli porgo il bicchiere, «Perché vuoi passare una serata in auto?» chiedo.

Ryan mi fissa, poi sorride, «Per fare qualcosa di diverso.» dice, «Altrimenti stiamo sempre in casa o al locale con gli altri.» aggiunge e beve un sorso. «Mi sto iniziando ad annoiare.»

Annuisco, «Okay, per me va bene.» dico. E su vuole un abitino corto... abitino corto sia, poi vediamo il "voglio solo guardarti le gambe".

***

«Ryan?» chiamo chiudendo la porta di casa, infilo il mazzo nella pochette e vado verso la sua auto.

Straight Through My Heart |Storia Presente anche su EFP.  | In revisoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora