13.

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Sono scioccata.
È l'unica cosa a cui riesco a pensare dopo aver parlato con Alessandro. Insomma, sapevo bene che doveva esserci sotto qualcosa di grosso se per cinque anni non mi aveva parlato.
E tutto mi aspettavo, ma non questo.
Insomma questa è una cosa enorme e adesso che la so è tutto cambiato. L'intero mio mondo è stato ribaltato e ha preso a girare al contrario. Ora sará tutto diverso. Non solo per quel che so su di lui, ma anche per quel che so su Clarissa.
Insomma, mi sarei aspettata qualsiasi cosa e da chiunque, ma non questo. E non da una come lei. Sempre perfetta in tutto e sempre attenta allo studio e a prendere ottimi voti per far si che mammina e papino le pagassero l'accedemia di arte drammatica.
Insomma, io l'ho sempre vista in questo modo. Ed ora invece è tutto diverso, come se avessi sempre guardato tutto in bianco e nero e adesso invece avesse preso colore.
Quello che mi ha detto cambia tutto. Cambia ogni cosa, ogni fottuta idea che mi ero fatta su di lei e soprattutto cambierà per sempre il mio rapporto con Alessandro.
Clarissa, prima di tornare nella sua stanza mi ha fatto promettere che avrei mantenuto il segreto ed io le ho detto che sarò muta come una tomba.
Questo vuole anche dire che non potrò dirlo nemmeno conn Stefano. E che, nonostante tutto, lei continuerà a trattarmi come ogni giorno, anche se forse in maniera un pò più pacata. Ma cercherà comunque di non dare troppo nell'occhio e di mantenere le apparenze come sempre.
In realtà, nonostante quello che so ora, sono felice che abbiamo chiarito la cosa. Voglio dire: sono sempre molto in collera con Alex. In fondo era una cosa che poteva teanquillamente dirmi alle medie. Conoscendomi sapeva bene che non l'avrei abbandonato. Eppure, ora che lo so, mi sono tolta un bel pò di peso dalla coscienza e soprattutto so che la colpa non è stata mia e che il problema non ero io.
Santo cielo, che serata!
Credo di aver bisogno di un drink, di parlare con Stefano, almeno della questione di Damiano e subito dopo di una sana e meritata dormita.
Oggi è stata una giornata bella tosta. Prima l'uscita al museo delle cere, poi la National Gallery e il bacio con Damiano e poi...La rivelazione di Alex.
Mi sento quasi stordita da questa marea di informazioni. Ed ora che ci penso non credo nemmeno che riuscirò a vedere Stefano, dal momento che è uscito con i due ragazzi dell'altra classe con cui ha stretto amicizia. Non so come gestirò le mie giornate future, ora che sono successe tutte queste cose. Ma di certo so come gestirò la serata: me ne andrò al bar della mensa, mi farò preparare un cocktail bello carico e poi salirò in camera e lascerò che l'alcool faccia effetto mentre cado tra le braccia di morfeo. Per le prossime dieci ore almeno, non voglio sentire parlare di ragazzi.
Mi lego i capelli in uno chignon improvvisato, afferrò dieci sterline e me le metto in tasca per poi andare all'ascensore e scendere in mensa.
Il corridoio per arrivare al bar è piuttosto lungo ma reisco comunque a scorgere un bel pò di gente e mi sento subito a disagio. Sono vestita come una scappata di casa e probabilmente ci saranno una marea di ragazzi carini, inglesi e ben vestiti che mi fisseranno come fossi una barbona.
Quando finalmente arrivo però, è un'altra la cosa che attira la mia attenzione.
Damiano.
Ha addosso una semplice maglietta nera ed un paio di jeans, ma riesce comunque a risultare sexy. È seduto ad un tavolo ed ha una brunetta seduta in braccio. Lei le sorride e lui pure.
Poi lei si sporge verso di lui e Damiano le bacia il collo. È un bacio delicato, uno di quelli che ti fa desiderare di averne altri. Lei chiude gli occhi e sorride. E per un attimo ho un fottuto desiderio di essere lei, di avere le sue labbra addosso, solo per un attimo. Di sapere cosa si prova ad essere desiderate in quel modo e da quegli occhi. Solo una volta.
Ma chi voglio prendere in giro? Nessuno mi guarderà mai in quel modo. Per il semplice fatto che io non sarò mai quella brunetta inglese.
Non ho ne il denaro ne il fisico adatto per permettermi certi mini-abiti e soprattutto non ho quel tipo di carattere. Io non sono come Damiano.
Quando lui entra in una stanza l'aria cambia, si elettrizza. Quando entro io, al massimo partono le risatine sottovoce.
Nessun ragazzo potrà mai desiderarmi in quel modo. Tanto meno uno come Damiano.
Non so perchè, ma sento come una brutta sensazione, che parte dallo stomaco, passa dal cuore ed esce dagli occhi sotto forma di lacrime. Probabilmente è il mix di emozioni di oggi, tutte insieme, che mi gioca brutti scherzi. O forse è solo che sono gelosa come uno schifo di quella brunetta e delle attenzioni che si sta prendendo. So solo che non riesco a smettere di piangere e vorrei che il tempo si fermasse. Giusto il tempo di farmi passare st'amarezza.
Damiano afferrà il bicchiere e poi alza lo sguardo. Mi vede e si immobilizza.
Non sono sicura che mi abbia vista piangere, dopotutto c'è abbastanza buio qui, ma credo che nel dubbio me la darò a gambe. Non posso rischiare che mi veda piangere come una bambina e che capisca il motivo. Si darebbe ancora più importanza di quanto già non faccia.
Mi volto e comincio quasi a correre lungo il corridoio, verso l'ascensore, sperando di arrivare in tempo.
Ci sono quasi ma mi sento afferrare per un polso.
Ti prego fa che sia Stefano!
Mi volto e trovo due occhi scuri e profondi a fissarmi.
Damiano mi sta guardando, come se cercasse di darmi qualche spiegazione. Come se dovesse giustificarsi con me per ciò che stava facendo.
E in tutto questo io gli sto piangendo di fronte, come la peggiore delle sfigate.
Che schifo di situazione!
E adesso?
"Che vuoi, Damiano?"
"Sapere perchè piangi"
"Me che te frega?" rispondo, cercando di divincolarmi dalla sua stretta. Ma lui ne approfitta per attirarmi un pò più verso di se.
"Me frega, perchè qualsiasi cosa tu abbia visto, non è quello che sembra"
Mi volto a guardarlo ed ha l'espressione di un bambino che sa di essersi appena fatto scappare qualcosa che non doveva. Sembra quasi mortificato.
"Ma che sta dicendo?" chiedo "Che cosa dovrei aver visto? Te con la brunetta?"
Approfitto del suo momento di debolezza per riprendermi la mano.
"Sai cosa intendo, dai!"
"No, non lo so, Damiano" dico seccata "Francamente non ti capisco proprio!"
"Scusa, in che senso?"
"Insomma, prima mi baci e poi ti limoni quasi la tua bassista. E posso anche capirlo, è una fregna da paura quella biondina!"
Prendo un bel respiro perchè francamente non credo nemmeno io a quello che sto per dirgli.
"Poi mi dai un bacio che farebbè sbroccà anche na suora e dopo qualche ora stai già con una ragazza seduta in braccio. Insomma che cazzo vuoi da me?"
"E tu allora?" mi chiede, come sbigottito dalle mie parole "Prima mi baci e poi scappi in casa come se avessi preso la scossa. Poi ti bacio io e ti piace, perchè s'è visto. E qualche minuto dopo te ne esci con la frase Era soltanto un bacio" dice quasi urlando "E alla fine ti butti tra le braccia der primo stronzo riccone che c'ha 'a villa ad Ostia. Ma che voi che penso?" mi vomita addosso tutte quelle parole una dietro l'altra ed io non so se continuare a piangere o a prenderlo a schiaffi.
Mi ha vista con Alessandro quindi? Un momento. Non avrà....
"Non avrai origliato, spero!"
"Tranquilla, principessina, non ce ne è stato bisogno. Era tutto molto chiaro"
"Chiaro? Non era chiaro un cazzo!" rispondo gridandogli in faccia "Non sai nemmeno quello che hai visto. Per te erano preliminari di una scopata, quando invece erano semplicemente due persone che tornano a parlarsi dopo cinque fottuti anni!" gliele getto in faccia tutte quelle parole, con tutta la rabbia e le lacrime che ho in corpo. Non so cosa mi succeda, ma credo che gli psicologi lo chiamerebbero crollo psicologico.
Sento le gambe cedere ed il cervello spegnersi.
Click, come un interruttore.
Poi di colpo la vista è di nuovo annebbiata dalle lacrime e allora scoppio a singhiozzare. Nel bel mezzo del corridoio di un residence di Londra e di fronte ad uno dei ragazzi più fighi del sistema solare.
Esisterà persona più sfigata di me su questa terra?
Poi di colpo mi sento avvolgere ed è come quando fuori fa freddo e ci si immerge nell'acqua calda.
Damiano mi sta abbracciando. È uno di quegli abbracci veri, uno di quelli che te freghi se l'altro ricambia perchè l'importante è fargli capire che ci sei.
Lui mi abbraccia ed io resto ferma, in piedi come una stupida. Con gli occhi spalancati e bagnati dalle lacrime.
In realtà credo che abbia capito che non stavo piangendo per lui. E che la colpa è stata delle troppe emozioni di oggi che mi hanno portata al limite.
Chiudo gli occhi e lascio che il suo profumo mi entri dentro. Vorrei che non andasse più via. Ne lui, ne il profumo.
Si stacca e mi osserva qualche secondo, come se non sapesse esattamente cosa dire o come dirlo.
"Ma che cazzo me stai a fà, Carboncino?"
Lo so. So benissimo che non dovrei montarmi la testa e soprattutto che non dovrei esaltarmi tanto per una frase del genere. Specie se detta da uno come lui, ma non riesco a fare a meno di saltellare interiormente come una stupida.
È così strana come sensazione. Siamo circondati da persone, ma nella mia testa ci siamo solo noi, occhi negli occhi. E quando qualcuno ti guarda così non puoi scappare. È come guardarsi allo specchio, lo devi affrontare.
"Non lo so, Stalker....Ma tranquillo, fa paura anche a me!"
Ora che l'ho detto ad alta voce sembra più vero ed anche meno pesante. Mi sento quasi sollevata.
Mi guarda negli occhi. Mi guarda come si guardano certe cose che credevi di aver perso e poi ritrovi dopo tempo. Senza parlare.
A dire il vero non credo ci sia ancora molto da dire. Abbiamo già parlato.
Anzi, credo cosa io e lui, la maggior parte delle cose ce le siamo dette senza aprir bocca.
Mi sorride.
Non è uno dei suoi soliti sorridi. Quelli che fa quando di pavoneggia di fronte a tutti.
È un sorriso sincero.
Uno di quelli che fai quando sei felice e sai non essere visto.
Ed io ricambio. Come se ci fossimo detti chissà cosa, con quei sorrisi.
Mi volto e vado verso l'ascensore. Sapendo già che non mi seguirà, se non con lo sguardo forse, per un pò.
Certi sguardi te li senti addosso ed io il suo me lo sento appiccicato alla pelle, anche se non lo vedo.
"Ci vediamo in aeroporto, Carboncino!" mi grida, prima che io arrivi all'ascensore.
E anche se non posso saperlo, sono quasi sicura che stia sorridendo come un bambino. Che poi in fondo lo sto facendo anche io.
Ma non gliela do la soddisfazione.

E alla finete, nemmeno il gelo e la mancanza di corrente mi hanno fermata. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto come gli altri.
E vi ringrazio per aver portato pazienza ragazzi. Sono tornataaaaaa!
Un abbraccio!

BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora