21.

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"Alice, smettila di correre, mi sta venendo un infarto!" mi grida Stefano. Non lo sento quasi.
È buffo: quando stai male e piangi, le lacrime escono dagli occhi, ma le orecchie non ci sentono.
Sento solo dolore in questo momento. Lo sento negli occhi, per il pianto. Lo sento nella bocca, perchè ste lacrime sono veleno amaro.
Lo sento nello stomaco, quando i singhiozzi aumentano e nel cuore, quando il battito accelera e ho quasi paura di morire.
E lo sento laggiù, nel basso ventre. Lo sento tra le cosce.
Mi fermo a qualche passo dalla metro e prendo fiato, lasciando che Stefano mi raggiunga.
Non mi sono mai sentita più umiliata in vita mia. È tutto uno schifo.
Avrei dovuto immaginarlo che sarebbe andata così. Avrei dovuto capire si da subito che era tutta una gigantesca bugia. Insomma, sarebbe bastato guardarmi allo specchio, no? Chi mai vorrebbe uscire con una sfigata come me?
Stefano mi raggiunge e mi fissa qualche secondo, con lo sguardo pieno di pietà di qualcuno che vorrebbe poter rimettere insieme i pezzi del mio cuore rotto. Poi mi attira a se e mi abbraccia forte.
"Vieni qui" mi dice "Mi dispiace così tanto"
Mi accoccolo nel posto che più di tutti mi fa sentire al sicuro, in quel piccolo spazio tra il mento e la spalla del mio amico e lascio che le lacrime sporche di mascara gli bagnino la felpa.
"E' uno schifo di mondo, lo so" mi dice piangendo "E Damiano è uno schifo di persona"

Alzo la testa e lo guardo con gli occhi annebbiati dalle lacrime.
"Sono stata una vera stupida ad illudermi di poter essere una ragazza normale, almeno una volta, prima che la scuola finisse"
"Non dire sciocchezze, Ali...Lo stupido è lui" mi dice passandomi una mano tra i capelli "E se non rischiassi di finire al tappeto lo prenderei io a pugni per te"
gli sorrido tra le lacrime:"Sarebbe di certo la cosa più virile che tu abbia mai fatto"
"Hey, dimentichi forse quella volta in cui ho minacciato il professor Giannetti!"
Incredibile ma vero, il mio migliore amico è riuscito ancora una volta a farmi sorridere in un momento di merda.
Sto sorridendo.
Non sono felice, ma sto sorridendo. E' meglio di niente.
"Coraggio andiamo a casa"

Il viaggio in metro è sembrato durare un'eternitá, nonostante fosse non più di sei fermate.
C'è stato un momento in cui ho davvero pensato di iniziare a prendere a testate la porta per uscire. A Piramide è salita un coppietta che non ha fatto altro che sbaciucchiarsi dandomi la nausea.
Che schifo!
Che poi mi fa quasi ridere il pensiero che sia bastato così poco per farmi cedere.
All'inizio Damiano mi era cosí antipatico. Non so nemmeno quando è stato il preciso momento in cui ho davvero cambiato l'opinione che avevo di lui.
Cazzo!
Ha recitato così bene che sono caduta nella sua rete senza nemmeno accorgermene.
Mi viene il vomito se penso a come immaginavo la mia prima volta e soprattutto con chi. E a come è finita in realtà.
Ma va bene così.
Tanto la mia vità è un'occasione sprecata gigantesca.
Usciti dalla metro ci facciamo un bel pezzetto a piedi, ma ne sono felice. È quasi il crepuscolo e l'aria qui fuori è tiepida. Adoro la mia città al tramonto, con quei colori accesi riflessi sulle finestre. È  come se tutto riprendesse vita dopo un sonno di mille anni.
Quando arriviamo nella mia via, Stefano mi prende la mano. Sa bene quanto bene dovrò recitare di fronte a mia madre per non farle capire che mi sento uno straccio e sa anche quanto odio mentirle.
Intreccio le dita alle sue e proseguo, mentre tra me e me penso a come gestirò la cosa una volta che Stefano sarà tornato a casa sua e rimarrò da sola. Come farò a scuola, domani? Credo che mi darò per malata, non riuscirei nemmeno a seguire le lezioni e poi non voglio correre il rischio di vedere Damiano. Gli salterei addosso ed inizierei a picchiarlo come una furia, con tutto l'odio che ho in corpo.
Di fronte al mio portone faccio un respiro profondo.
"Sicura di farcela?"
No, non sono sicura di niente. Ma il mio Nardi ha già fatto anche troppo per consolarmi.
"Si, tranquillo" gli rispondo con un sorriso forzato "Posso gestirla"
"Si, ma vedi di sfoderare un sorriso migliore di quello o ti beccherà in un attimo" mi risponde.
Se ne è accorto, come sempre.
Mi da un bacio sulla fronte e fa un passo indietro, lasciando la mia mano.
"Vale la nostra regola, scricciola" mi dice col sorriso "Tu chiami e io corro"
"Lo so, sta tranquillo, starò bene"
Lo guardo incamminarsi verso l'auto e già mi sento sola. Ho una voragine nel cuore e fatico a respirare.
Il mondo sta girando come una trottola ed io non riesco a fermarlo. Mi sento impotente.
Ho voglia di piangere ma mi trattengo, mentre faccio gli scalini a due a due. Ho bisogno di fare una buona impressione a mia madre o non me la staccherò più di dosso.
Arrivata a casa lancio le chiavi e la borsa sulla sedia all'ingresso ed entro in cucina.
"Mamma sono io, siamo andati a mangiare un gela..."
le parole mi muoiono in gola.
Di fronte a me, seduti al tavolo della cucina ci sono mia madre e Damiano David, in carne ed ossa. Ha l'aria stanca ed i capelli disordinati. Se non sapessi che ha una macchina, direi quasi che abbia fatto la strada di corsa.
Com'è possibile che sia qui?
Mia madre nemmeno lo sopporta.
Oh porca puttana! Non gli avrà raccontato quel che è successo spero.
"Che ci fai qui?" chiedo imitando un tono di voce neutro, per non far capire nulla a lei.
"Sono passato a trovarti e tua madre mi ha detto che potevo aspettarti qui"
Mia madre? Ma che diavolo dice? Non lo farebbe mai!
È stata poprio lei, nemmeno un paio di mesi fa a dirmi che dovevo stargli alla larga.
C'è sotto qualcosa, me lo sento.
"Bene, io vi lascio soli, devo andare dalla vicina a farle le unghie" dice mamma, alzandosi in piedi e togliendo il disturbo, leggermente in imbarazzo.
Ma che sta succedendo?
"Occhio a come ti comporti, Damiano" aggiunge prima di scomparire dall'appartamento.
Restiamo soli e l'aria gela all'improvviso. Finalmente posso essere me stessa e comportarmi in modo normale.
"Che le hai detto?" domando secca.
"Niente, sta tranquilla"
"Sicuro?"
"Sicuro"
Meno male!
"Ottimo...Adesso vattene" è la prima cosa che gli dico. Lui si alza in piedi e viene verso di me.
"Alice, qualsiasi cosa ti abbia detto Vicky..."
"Non ha importanza, Damiano. Non voglio stare a sentire le tue stronzate un secondo di più" dico aprendo la porta di casa "Esci da casa mia o giuro che ti prendo a schiaffi"
"Allora ti consiglio di iniziare perchè io non me ne vado"
"Come scusa?"
"Hai capito bene, io resto. E tu ti siedi qui e ascolti"
Vi prego ditemi che è stiamo scherzando. Perchè altrimenti non si spiega una cosa del genere.
"E cosa dovrei ascoltare? Altre bugie? Altre frottole per convincermi a venire di nuovo a letto con te?"
"Alice, ti posso assicurare che qualunque cosa ti abbia detto Victoria non è vera per niente"
"Io invece credo di si"
"Non è vero, Ali, l'ha fatto solo per mettere zizzania"
"Oh, quello è sicuro" gli rispondo nervosa "Ma sai una cosa? Non sono per nulla arrabbiata con lei"
Chiudo la porta e torno in casa, rassegnata all'idea che tanto non se ne andrá.
"Mi fa solo una gran pena, vedere il modo plateale che ha di farti capire che è innamorata di te"
Damiano spalanca gli occhi e ancora una volta il cuore perde un battito.
"Vedere il modo in cui si sbraccia pur di essere notata fra tante. Pur di avere un chance!"
Pensare ad Alessandro è inevitabile. Ma mi devo dare una scrollata o questi ricordi finiranno per seppellirmi.
Sii forte , Ali, eh daje!
"Non è amore, quella é ossessione, è diverso, ragazzì"
Ragazzì...
È così che mi chiamava quando ci siamo conosciuti. È lì che siamo tornati? Ad un Damiano acido e strafottente che si crede Dio in terra?
"Non chiamarmi così!" gli ordino.
Mi si avvicina ed io faccio un passo indietro. Non voglio stargli vicino. Quando mi sta accanto mi manca l'aria ed il cervello si spegne.
"Alice, non ho mai portato nessuna in quella casa in vita mia, te lo giuro"
"Famme 'r piacere, Damià" dico, facendo uscire la coatta che è in me.
"Te lo giuro sulla mia famiglia, cazzo" sbotta di colpo "Nessuna che non fosse di casa ci ha mai messo piede"
"Lo sai qual è la cosa che mi fa più schifo?" gli domando senza nemmeno ascoltarlo "Che quello che mi rendeva felice davvero, non era il fatto di essere cambiata ai tuoi occhi, ma che TU lo fossi ai miei"
"Alice, per favore, ascoltami" mi dice implorante "Ti sto dicendo la verità"
"Non c'è verità qui, Damiano" rispondo delusa "C'è solo una vergine in più sulla tua lista delle scopate. Complimenti, devo essere valsa un bel pò di punti"
"Non ho nessuna lista, cazzo!" grida di colpo. Ha gli occhi pieni di rabbia e di stristezza. Per qualche secondo mi fa quasi tenerezza.
"Alice, ascoltami, ti prego..." ricomincia, passandosi una mano tra i capelli arruffati e cercando di tranquillizzarsi "Io sono uno schifo di persona e se te lo stai chiedendo, sì: me ne sono scopate parecchie. Di molte nemmeno mi ricordo il nome, talmente ero ubriaco. Ma credimi, non ho mai voluto ferirti"
"Per questo mi hai tolto la verginità sullo stesso divano dove magari la sera prima ti sei fatto fare un servizietto da un'altra?" domando, nervosamente sarcastica.
Non mi risponde e mi guarda come se fosse deluso dal fatto che io non gli creda. Ma come potrei credergli dopo quello che mi ha detto Victoria? Come posso passare sopra a quello che è successo?
"Alice, non sono il ragazzo perfetto, su questo ti do pienamente ragione" mi dice, venendo verso di me "Ma posso cercare di essere perfetto per te, d'ora in poi..."
Che...che cos'ha detto?
Deglutisco nervosamente e respiro a fatica. Ma che diavolo mi succede? Eppure due secondi fa ero ferma sulle mie convinzioni.
"Non ti sto dicendo che andrà sempre tutto bene, perchè sono una testa di cazzo e non sono abituato ad avere relazioni. Ma lasciami provare!"
"Damiano, che stai dicendo?"
"Sto dicendo che ora sono io quello che si sbraccia per essere visto. Per avere una chance..."
Avvicina il suo viso al mio ed il mio cervello inizia a dare i primi segni di cedimento.
Ok, cervello, batti un colpo se ci sei. Non è il momento di spegnersi, questo!
"Non ho mai provato una cosa del genere per nessuno. Ho più paura di te!"
Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io ho quasi la tentazione di abbracciarlo.
Due braccia estranee possono mancarti così tanto?
Ripijate, Ali!
Devo mettere un freno a questa situazione e alla svelta. Il respiro si ferma, il battito è irregolare.
O lo fermo ora, o mai più.
Senza pensarci troppo alzo una mano e la scaglio su di lui, con uno schiaffo in pieno viso che risuona nella stanza.
Mi copro subito la bocca con la mano incriminata e trattengo il respiro qualche secondo, mentre lui, ancora voltato dall'altra parte, cerca di connettere.
Santo cielo, Ali, che hai fatto?
"Io...Mi dispiace, cazzo!" dico, sfiorandogli la guancia, senza nemmeno preoccuparmi di quale potrebbe essere la sua reazione.
" E di che? Me ne meriterei uno anche dall'altra parte" mi risponde voltandosi e sorridendomi.
"Non tentarmi!" gli dico, incapace di restare seria, di fronte a co-tanta bellezza.
"Mi piace tentarti, in realtà" si avvicina al mio viso e la spia di pericolo nella mia testa si accende di nuovo ma questa volta non scappo, rimango esattamente dove sono, senza sapere nemmeno il perchè.
"Lasciami provare"
"A tentarmi?" chiedo divertita.
"Ad innamorarmi"
"Ti fa così paura?" gli chiedo.
Non risponde se non con un cenno del capo, poi si avvicina un pò di più.
"Lasciami provare" mi dice di nuovo, prima di tuffarsi sulle mie labbra, in un bacio che è incredibilmente dolce, per i suoi standard. Mi prende la testa tra le mani, come se avesse paura ch'io possa scappare. Ma dove diamine potrei andare, che ha gli occhi scuri e ci vedo comunque il mare dentro? DOVE?
La sua mano finisce dietro la mia schiena e l'altra tra i miei capelli. Io perdo il contatto con la realtà per una trentina di secondi e poi gli lego le braccia attorno al collo.
Che mi succede?
Lo sto davvero baciando?
È successo di nuovo.
Ma come cazzo sono passata dal Tiodiostammilontano al Tipregobaciamiancora ??
"Ti voglio, Carboncino..." sussurra al mio orecchio. È un invito caldo, batitonale, tre parole dette in maniera così calda da fare invidia ai fuochi dell'inferno....

CONTINUA....

Domani, causa Firma-Copie dei Måneskin, non pubblicherò nessun capitolo. O almeno non credo.
In ogni caso, posterò un bel pó di foto del nostro Damianone nazionale, sul mio Instagram e se vorrete ci faremo due chiacchiere in fila, mentre aspetteremo di incontarli!
Un abbraccio a tutti.
Debby

BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora