30.

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Michael Bublè mi è sempre piaciuto parecchio, specialmente (come tutti) nel periodo di Natale. La mia playlist su Spotify sarebbe stata perfetta se non fosse che Andrea me l'ha bocciata per mettere quella di Mika. Avrei voluto dire qualcosa ma eravamo già due contro uno e quindi sono stata zitta. E poi a Dem piace parecchio, perciò non sono riuscita a dirgli di no.
Stefano è da solo oggi. Il suo ragazzo ha deciso di festeggiare le feste ad Antibes con i suoi, ma nonostante questo, credo che questo per Nardi sia il Natale più bello della sua vita. Finalmente è uscito allo scoperto e soprattutto ha avuto il coraggio di fare quello che mai nessuno si sarebbe aspettato da lui.
Anche io non posso certo lamentarmi. Ho passato la giornata di ieri con mia madre e Dario e mi hanno fatto un regalo stupendo. Finalmente ho una macchina completamente mia.
Certo non è un fuoristrada ma è piccola, comoda ed è rossa, il mio colore preferito.
Ora invece siamo qui a casa di Victoria, in quella che è da anni la sala prove dei Maneskin.
In un certo senso mi sento quasi una privilegiata ad essere qui, con loro. Poter assistere alle loro prove e poter stare in loro compagnia.
Damiano mi passa di fronte e per sfidarmi apre la bocca e mi butta in faccia del fumo. Gli tiro uno schiaffo sul culo e lui di tutta risposta urla, accennando un pezzo di Kiss This.
"Non mi hai ancora dato il tuo regalo di Natale?" gli dico, col tono di una bimba capricciosa.
"Ti ho detto che avevo un regalo di Natele per te? Davvero?" chiede sarcastico.
"Eh daje, Stalker, mi hai detto che me lo avresti dato prima che arrivassero Thomas, Anna ed Andrea" lo imploro "Sono arrivati da due ore e ancora non ho visto nulla"
"E' così divertente tenerti sulle spine" mi risponde "Ti ho vista, sai? Controlli tutti i miei movimenti da quando sono arrivato"
"Perchè tu mi hai dato delle alte aspettative" gli rispondo divertita "Mi hai detto che è qualcosa che mi piacerà un sacco e che non vedrò l'ora di usare" faccio il broncio, come una bimba piccola.
"D'accordo, vieni con me"
"Davvero?"
"Si, sei troppo tenera, non riesco a reggerti oltre" mi afferra la mano e mi porta nella stanza di fianco. C'è una borsa colorata appoggiata sul mobile ed io non sto quasi più nella pelle. Non solo all'idea di vedere il suo regalo, ma anche a quella di lui che apre il mio. Non vedo l'ora.
"Ecco qui" mi dice porgendomi la borsa "Buon Natale, Carboncino"
Levo la carta velina colorata ed estraggo quello che c'è dentro, ma subito mi manca il fiato.
E' un porta album da disegno in cuoio, identico a quello che mi ha regalato mio padre.
E infatti sulla copertina, stampata a caldo, c'è una foto mia con lui. Una foto vecchia di quattro anni, scattata in un giorno afoso di Luglio, sulla riva del Tevere, nell'angolino dove mi portava sempre a disegnare quando usciva dal lavoro.
E bellissimo e persino l'odore del cuoio mi ricorda lui.
Non riesco a trattenermi e scoppio in lacrime.
"E' bellissimo Dem, ma come hai fatto?"
"Ho chiesto la foto a tua madre, quel giorno che sono arrivato prima a casa, per il tuo compleanno" mi risponde, asciugandomi una lacrima col pollice "Ti piace?"
"E' meraviglioso" dico, tirando su col naso "Avevi ragione, non vedo l'ora di usarlo"
"Che ti ha regalato Dam, per farti piangere così tanto?" mi domanda Anna, la ragazza di Thomas.
"Un porta album da disegno" rispondo "Con incisa una foto di me e mio padre"
"Posso vederlo?" chiede appoggiando il bicchiere sul tavolo.
Glielo mostro e lei sorride.
"E' davvero bello" mi dice "Non c'è più?"
Faccio segno di no con la testa, piangendo e Damiano mi stringe.
"Bhe, sono certa che sia felice di vederti così sorridente" mi dice abbracciando Thomas e poggiano la testa sulla sua spalla. Sono così belli insieme. Sono felice che CiuffoBiondo, come lo chiama Nardi, abbia trovato una ragazza così dolce.
Sì, forse Anna ha ragione: mio padre starà sicuramente facendo un sorriso nel vedermi circondata da tutti questi nuovi amici.
E' così strano pensare a quanto sia cambiata la mia vita, da quando mi sono scontrata con Damiano otto mesi fa. Non avevo amici a parte Stefano, non avevo un ragazzo e non avevo minimamente voglia di uscire. Ed ora eccomi qui, attorniata da persone a cui voglio bene e con una voglia di vivere che potrebbe dare energia a tutte le persone presenti nella stanza.
Ci siamo noi, la musica ed il camino acceso. E non potrei volere nulla di più dalla vita.
"Bhe, credo che ora dovrei asciugarmi le lacrime e darti il tuo regalo, che dici?"
"Dico che sarebbe ora, Carboncino" risponde Dem, sorridendomi.
E' così bello quando sorride che a volte mi chiedo se non sia lui stesso il mio regalo di Natale, mandatomi dall'alto. Gli sorrido anche io e tiro fuori dalla tasca un piccolo sacchetto di velluto rosso.
Non sono del tutto sicura che possa piacergli, a dire il vero. Ed ora che è arrivato il momento di darglielo, sono un pò nervosa.
E se non dovesse piacergli? E se dovesse prenderla come una promessa di impegnarsi?
Bhe, di sicuro non lo saprò se me ne starò qui a cincischiare.
"Ecco qui" gli dico "Buon Natale, Stalker"
Lo guardo aprire il sacchettino e restare ad occhi aperti.
"Guarda l'interno" gli dico.
L' ho scelto per caso quel regalo. Ero uscita per fare shopping con Anna, ma alla fine non mi sono comprata nulla. Poi lo ho visto e me ne sono innamorata.
E' buffo, quando si è innamorati, non si pensa che all'altro e si finisce a volte per dimenticarci di noi stessi.
E' un piccolo braccialetto in argento con dei disegni arabescati incisi e delle pietre verdi che lo ornano. All'interno poi, ci ho fatto incidere una frase che sono sicura essere importantissima per lui. Una frase che definisce il suo modo adulto di vedere e vivere il mondo, nonostante l'età.
Che poi è la cosa che più adoro di lui.

HO SOLO CREDUTO IN ME STESSO.

"Porca troia, Alì" mi dice "Ma è bellissimo"
"Sempre delicatissimo, eh?" risponde Ethan, che nel frattempo si è avvicinato per dare un'occhiata.
"Ma che hai speso tutto il tuo primo stipendio per farme 'r regalo?"
"L'importante è che ti piaccia" gli rispondo.
"E' stupendo, grazie" mi bacia la fronte, poi mi regala un bacio dolce, appena accennato. Poi si infila il bracciale, alza il braccio e lo sfoggia orgoglioso.
"Grazie, Carboncino" sorride e poi lo toglie per mostrare la scritta agli altri che lo hanno accerchiato.
Sono così fiera di lui, di quello che è diventato credendo in se stesso. E non importa che la sua manager mi abbia ordinato di non rivelare a nessuno che stiamo insieme.
E' bello guardarlo e sapere che è mio.
Io lo so, lui lo sa. Questo ci basta.

"Allora ragazzi, avete voluto passare la serata da me?" chiede Victoria, entrando nella stanza e lasciando tutti senza fiato con il suo meraviglioso vestito rosso "Se gioca a Monopoli e chi perde, paga da bere la prossima volta" aggiunge, mostrandoci la scatola, tutta esaltata.
L'intera compagnia si volatilizza ed io e Dem restiamo soli.
"Ti piace davvero il mio regalo?" gli chiedo.
"E perchè non dovrebbe?"
"Non lo so, io..."
"Smettila con le paranoie, Ali" mi zittisce, posandomi l'indice sulla bocca "E' bellissimo"
"Anche il tuo regalo è magnifico"
"Lo infilerai nel tuo libro, come l'episodio della chitarra smarrita di Thomas?"
"Credo proprio di si" gli rispondo divertita, prendendogli la mano.
"Che poi non mi hai ancora detto come si intitolerà"
"L'ho fatto, ma ti sei addormentato" gli dico sorridente.
"Bhe, dimmelo adesso"
"Si intit...."
"Alice, posso parlarti un secondo?" mi interrompe Victoria che nel frattempo ci ha raggiunti.
Parlare? Che vuole dirmi?
"D'accordo" le rispondo.
"Ve lascio sole, nun ve azzannate a vicenda" mi dice Dem all'orecchio, per poi andarsene e lanciare un sorriso a Vic, facendole l'occhiolino.
"Che c'è?" domando nervosa.
Non ho mai parlato da sola con Victoria, dopo l'episodio delle prove a casa di Damiano.
"Io...Nun ho mai avuto l'occasione de scusamme" mi dice, poco delicata forse, ma con la dolcezza che la contraddistingue, giocherellando nervosa con l'orlo del vestito "Per quel che è successo tra noi"
"Non ce ne è bisogno, Vic"
"Si invece" mi risponde "So stata na stronza a dì quelle cose e non ho giustificazioni, se non il profondo amore che nutro per Damiano"
Amore?
"Io ero l'unica che c'era sempre stata, anche in mezzo a tutte quelle che andavano e venivano. Quando sei arrivata tu e ho visto che la cosa si faceva seria, ho pensato che avendo trovato una ragazza fissa, avrebbe mandato a farsi fottere la sua migliore amica"
Quanta fragilità in quegli occhioni azzurri.
"Non ho scuse per il modo in cui mi sono comportata" aggiunge, tirando fuori da dietro la schiena un piccolo pacchetto "Però se accetterai questo, mi sentirò meno in colpa"
"Ma...Non dovevi" le dico sorpresa "Io non ti ho fatto nulla"
"Non serve, volevo solo farmi perdonare ed ho pensato che un regalo di Natale fosse un buon inizio" mi sorride. Quant'è bella.
"Non serve, davvero, sei già perdonata"
"Dai aprilo!" mi dice elettrizzata "Buon Natale, Carboncino"
Che strano, mi ha chiamata così e non mi ha dato minimamente fastidio.
Apro il piccolo pacchetto di carta argentata e ne esce una piccola scatoletta in pelle, che vista da così sembrerebbe la custodia di un braccialetto, se non fosse per la scritta a lettere dorate incisa sulla pelle nera.
MONTBLANC
Santo cielo, ma è impazzita? Questa marca costa tantissimo!
La apro e dentro ci trovo una stilografica argentata, con bellissimi intarsi formati da linee ondulate che si rincorrono per tutta la lunghezza della penna e sfociano nella punta, che è completamente dorata e liscia.
"Victoria, ma come ti è venuto in mente?"
"Ti piace?" mi chiede mordendosi il labbro nervosamente.
"Se mi piace? La adoro!" le rispondo entusiasta, saltandole al collo ed abbracciandola.
"Dem mi ha detto che stai scrivendo un romanzo ed ho pensato che poteva servirti 'na cosetta così"
"E' meravigliosa, dico davvero!" grido, estraendola dalla custodia "Userò solo questa d'ora in poi"
"Sono felice che ti piaccia!" mi dice. Poi si sistema i capelli e fa per raggiungere gli altri al tavolo del Monopoli.
"Vicky" la fermo. Lei si volta ed io rimango quasi estasiata da quanto possa essere bello e delicato il suo viso.
"Dimmi"
"Per quel che vale, Damiano è fortunato ad avere un amica come te"
"Dici sul serio?"
"Solo un pazzo ti manderebbe al diavolo!"
Non dice niente. Mi sorride e ci siamo già capite.
Poi se ne va di la e mi lascia sola per un momento.
Allo stereo parte una playlist di pianoforte, come quelle che ascoltava sempre mio padre mentre dipingeva e allora una lacrima parte in automatico a rigarmi una guancia.
Forse è il suo modo di dirmi che è qui con me e che è felice di vedermi vivere di nuovo.
Tiro un respiro profondo e sorrido, felice anche io di vedere finalmente il mio universo riallineato. Ed il mondo, che ha smesso di girare all'impazzata e mi ha aspettata.
"Buon Natale, papà" dico asciugandomi la guancia col dorso della mano e raggiungendo gli altri.


BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora