Ho in mano questo stupido bigliettino da troppo tempo ormai. Sono le sette del mattino e non ho praticamente chiuso occhio, pensando ad Alice e riguardando le foto che le ho fatto mentre era fuori dal club. Se lo sapesse mi ucciderebbe, ma è così sexy.
Lancio un nuovo sguardo al bigliettino. Che situazione!
Tiziano, non è che ci vuole un genio: o chiami o non chiami.
Sì, se solo fosse semplice.
E se rivelassero a tutti il nome della fonte? E se la cosa non funzionasse e finissi per scavarmi la fossa da solo?
Le sto dietro da così tanto che non sopporterei di mandare tutto a puttane.
Il Dottor Priami dice che dovrei focalizzare l'attenzione sulla mia guarigione. Ma io sono guarito e questo è amore, me lo sento. Non è come con le altre.
Probabilmente non dovrei fare quello che sto per fare. È una cosa meschina e me ne rendo conto, ma è l'unica soluzione per fare che sia solo mia.
Afferro il telefono ed inserisco il numero del contatto che mi ha dato mia madre.
Al secondo squillo ho già la tentazione di riagganciare ma devo farmi coraggio.
"Pronto?" risponde una voce seria. Probabilmente si sta chiedendo come mai non ha il mio numero in rubrica e come io faccia ad avere il suo contatto.
"Parlo con Elena Gambiraghi?"
"Si, chi è?"
"Mi chiama Tiziano, sono il figlio di una sua vecchia compagna di yoga, Serena De Marco"
"Serena, ma certo, mi ricordo" mi dice entusiasta "Come posso aiutarti, Tiziano?"
"Ecco...A dire il vero credo di poter essere io ad aiutare lei ed il suo giornale"
"Sul serio?" mi chiede interessata.
"Lei conosce i Måneskin, giusto?"
"E come potrei dire di no?"
"Le interesserebbe uno scoop sul frontman ed un'ipotetica ragazza?" chiedo cercando di ingolosirla con il tono della voce.
"Dipende quanto ipotetica" mi dice "E ti avviso che se si tratta di quella che ha baciato sul palco ieri sera sei arrivato tardi, l'hanno già pubblicato su tutti i social"
Faccio un respiro profondo:"E se avessi delle foto?"
"Che tipo di foto?"
"Di loro due che vanno via insieme, ad esempio"
"Lui e la fan?" chiede palesemente interessata.
"Esatto" le dico "Potrebbe esserle utile?"
"E che cosa vuoi in cambio? Sentiamo"
"Nulla di nulla" le rispondo "Solo che il mio nome non venga mai fuori. Dica che è stata una fan a vederli"
"È tutto quello che vuoi? Sicuro?"
"Di soldi ne ho già a sufficenza e quello che vorrei...non è acquistabile purtroppo" dico sospirando e pensando istintivamente sd Alice.
"D'accordo, affare fatto, Tiziano" mi dice quasi elettrizzata "Puoi spedirmi una mail? Prima lo pubblico e meglio è"
"Lo faccio subito, mi dica l'indirizzo"
Ascolto e lo segno sullo stesso foglietto su cui mia madre mi ha scritto il suo numero.
"Gliele invio subito" le dico "E mi raccomando, l'anonimato"
"Non preoccuparti! È stato un piacere Tiziano e salutami tanto tua madre"
"Non mancherò, a presto"
Riaggancio, apro la casella e-mail, ci inserisco le foto e poi l'indirizzo di Elena.
Porca puttana, lo sto facendo davvero? Premo INVIO e sospiro. Sì, l'ho fatto sul serio.
E non posso più tornare indietro.
Mi consola il fatto che se tutto andrà come deve andare, il suo ragazzo vedrà le foto e si scatenerà l'ennesima lite.
Se mi sentisse il Dottor Priami mi direbbe che ho di nuovo bisogno di quelle pillole da sapore orribile. Ma io so che non è così.
Il nostro è destinato ad essere amore, me lo sento dalla prima volta che l'ho vista sulla metro, con il suo amico pieno di ricci. Stava piangendo ed io ero di ritorno da una seduta. L'ho scorta tra la gente ed ho capito che era quella giusta.
Ora deve solo capirlo anche lei. E sarà più facile se quel coglione del fidanzato crederà che lei lo tradisca con il cantante della band.
Mi alzo in piedi e vado a farmi un caffè, ringraziado papà per avermi regalato una macchina che non solo lo preparain base alla sveglia che imposti, ma che lo tiene anche in caldo.
Mamma per il mio compleanno non ci avrebbe mai pensato. Lei mi regala sempre i soliti orologi costosi o i soliti gemelli per le camicie.
Che poi vorrei sapere: esiste ancora qualcuno che indossa i gemelli?
Torno nel mio letto con la mia tazza di caffè in mano e guardo fuori dalla finestra. È una giornata bellissima oggi e Piazza di Spagna è meravigliosa con questa luce. Dovrei scattare una foto. Magari più tardi. E forse mi farò anche una passeggiata nel pomeriggio.
Un momento, non ho la seduta con Priami oggi? Credo che potrei anche saltarla una, no?
Mi rimetto a letto e afferro di nuovo il cellulare per fare l'ultima cosa che avevo in programma.
Faccio il numero che mi interessa e lascio squillare.
"Tiziano, tutto bene?"
"Si, mamma, tutto alla grande" le dico tranquillizzandola "Senti, lo so che hai già fatto tanto per me, con la storia di Elena, ma mi servirebbe un altro aiutino"
"Per cosa?"
"Hai ancora quel contatto alla National Gallery?"
"Intendi Peter?"
"Esatto"
"Si, certamente, perchè?"
Ecco e adesso?
"Nulla, vorrei un consulto su una ricerca che sto facendo per il mio libro e poi devo chiedergli un favore per un amico" mento.
"D'accordo, ti invio il contatto tra un minuto"
"Grazie infinite"
"Hai bevuto il tuo caffè?" chiede seria. So bene cosa intende. Vuole sapere se ho preso quelle cazzo di pastiglie. Non capisce che non ne ho più bisogno?
"Certo mamma, ho fatto tutto quello che dove o fare"
"Perfetto" dice entusiasta "E ricordati la seduta di oggi"
Cazzo!
"Si mamma, tranquilla" le mento di nuovo. Non ho voglia di andarci.
Sono troppo esaltato all'idea di quello che sto per fare, per andare a raccontargli i fatti miei. Andrò la prossima settimana ed oggi mi darò per malato.
"Ci sentiamo, Titti"
"Ciao mamma" riaggancio e bevo l'ultimo sorso di caffè.
Poi mi alzo, vado in bagno ed apro l'acqua calda. Ho bisogno di una doccia dopo ieri la sudata di ieri sera.
Quanta ressa in quel locale!
E se penso che erano tutti li per quella mezza checca con le unghie smaltate mi viene da star male.
E per giunta è pure andata via con lui Alice. Santo cielo, che bella che era ieri sera!
Quel vestito era davvero fatto apposta per lei. E quella treccia disordinata che le lasciava il collo esposto.
Ero quasi riuscita a baciarglielo ieri sera.
Merda, lo sapevo!
Guardo verso il basso e mi accorgo che pensare ad Alice ha come sempre portato al medesimo risultato. Mi butto sotto il getto d'acqua bollente ed immagino come sarebbe andata, se l'avessi potuta portare almeno a casa. Una mano scivola lungo la mia erezione e l'altra si appoggia al muro. Il respiro si smorza e il cuore accelera.
Ho bisogno di vederla!
Stasera...
Stasera vado da lei.
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BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)
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