27. (Damiano)

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"Damiano!" una ragazza grida il mio nome e mi volto a guardarla. Ha le braccia tese oltre il gorilla di uomo che la sta tenendo ferma "Damiano!" grida di nuovo.
Mi sporgo con la testa e la saluto, tanto per farla contenta. De fatti la vedo sorridere ma non ci do peso. Voglio solo entrare in questa cazzo di libreria, firmare le copie e poi tornarmene a casa.
Ho spiegato quello che è successo solo a Victoria e ad Ethan.
A Thomas non ho detto nulla. E' così contento da quando ha conosciuto Anna che non parla d'altro. E onestamente non mi va di rovinargli il momento con le mie cazzate da depresso.
Ethan si è limitato a darmi uno dei suoi consigli super saggi: dice che secondo lui dovrei solamente mettere da parte l'orgoglio e provare a parlarci. Dice che sono cambiato un casino da quando sto con lei e che lasciarsela scappare sarebbe da stupidi.
Victoria dice la stessa cosa, anche se a dirla tutta ho mentito ad entrambi.
Non ho fatto leggere loro la lettera. Ho detto solo che mi ha chiamato, che 'amo litigato che alla fine ho deciso di lasciarla perchè non capiva il mio modo di vivere.
Sono un coglione, lo so. Ma come ha detto Alice quella sera:"Io ed il mio orgoglio non ci entriamo tutti e due nella stessa auto". Quindi come potevo dirgli che una buona volta che m'ero innamorato sul serio, lei mi aveva lasciato?
E' così strano dirlo: INNAMORATO.
Fino a qualche mese avrei creduto possibile lo sbarco di alieni sulla terra, la rinascita di Bowie o qualsiasi altra cosa strana. Ma innamorarmi no, quello lo ho sempre reputato impossibile.
E invece ero proprio io, quello che cinque giorni fa stava 'n macchina a piagne come un pischello perchè la fidanzatina l'aveva lasciato.
Ma quanto sò sfigato?
Sona appena diventato il frontman di una delle band piú famose del momento.
Sono quasi le nove, tra mezz'ora inizia il firma-copie e l'unica cosa che spero è che finisca alla svelta.
Dovrei essere qui a vivere la vita da vera rockstar e godermi questo periodo di gloria ed invece sono qui a piagnucolare e fare il depresso. E sempre più convinto che mi abbia lasciato per un altro.
Forse quello Stefano? O magari il riccone con la villa ad Ostia.
Che schifo!
Mi guardo intorno qualche secondo, tranquillo, godendomi la Feltrinelli ancora vuota. Tra non molto comincerà ad essere affollata di ragazzine che urlano il mio nome e cantano le nostre canzoni a squarciagola. E allora perché non riesco ad essere contento?
Prendiamo postazione accanto al tavolo, faccio un cenno ad Enrico e lo saluto con un sorriso finto.
"Ecco qui" ci dice Andrea, il responsabile "Queste sono le vostre postazioni ed il fotografo invece si metterá qui davanti" aggiunge mettendosi di fronte a noi.
"Le persone aspetteranno giù al piano di sotto e arriveranno da quella parte" ci dice poi, mostrandoci una scala.
Non mi ne frega un cazzo, sinceramente. Ne delle scale e tanto meno delle prove. Ma ora è questo il mio mestiere. E parte di esso è anche nascondere i problemi dietro un bel sorriso.
"Se avete voglia di fumarvi un'ultima sigaretta o andare al bagno, vi conviene uscire adesso. Quando inizierà l'evento, la prossima pausa sarà tra un'ora e mezzo"
Fantastico, di bene in meglio!
Mi infilo la pelliccia e scendo con gli altri sul retro della feltrinelli.
Ed è lì che, dopo qualche minuto la vedo.
La riconosco in mezzo a tutte le altre ragazze che strillano. Perchè è bellissima e spicca come un papavero tra le margherite.
Alice.
Mi é mancata così tanto.
In piedi tra la folla, mi guarda come se fossi un fantasma. In effetti è come se lo fossi, nella sua vita almeno. Sono sparito due mesi fa e non sono più ricomparso.
Ha lo sguardo triste, stanco, malinconico. Gli occhi un pó arrossati, di quelli che ti sei appena asciugati dalle lacrime, per non mostrare il pianto.
Ma perchè si è così tristi quando si lasvia qualcuno?
Forse noj voleva farlo. Forse ci ha ripensato ed è venuta per dirmelo?
Altrimenti perchè è qui? Mi ha lasciato lei, mi ha detto lei di finirla, giusto?
Perchè venire qui?
Vorrei dirle qualcosa, correre da lei, farle un milione di domande. Ma il mio orgoglio, così come un impulsivo senso di civiltà, mi tengono ancorato al mio posto.
E allora la guardo e basta.
Da lontano.
Come si fa con le cose belle in vetrina. Con quello sguardo di tristezza per il non poterle avere.
"Siete pronti?" ci chiede Andrea da in cima alla scala in pietra. Ci alziamo dai gradini, ci diamo una sistemata e facciamo per entrare. Prima di cominciare a salire  mi volto un ultimo istante per giardarla, ma non c'è più.
Forse m'a 'a sono immaginata? Forse sò talmente depresso che ho le allucinazioni?
Eppure sò sicuro d'averla vista. Era proprio lì, in piedi e se non fosse che è buio e che prima di venire qui mi sono scolato due vodka tonic, giurerei che mi abbia persino sorriso.
Una volta in postazione faccio una linguaccia allo zio Nigiotti e poi un cenno ad Andrea, come a dire che siamo pronti. Poi mi godo gli ultimi istanti di silenzio.
"Ok, Ornella" dice lui "Apri le transenne"

Circa tre ore e mezzo dopo ho finalmente firmato l'ultima copia del cd, ho salutato Enrico e sono andato a pisciare. Ora ci vuole solo una sigaretta mentre aspettiamo il van e poi finalmente una sana e meritata dormita. Domattina abbiamo il treno per Milano alle nove e mezza. Mi aspetta un nuovo tour de force di firma-copie e poi un servizio per Glamour il giorno dopo.
Vorrei solo starmene seduto ore ed ore sul mio letto, con una tisana tra le mano, a non sentire nulla se non il rumore del traffico.
Ma per ora posso godermi la mia sigaretta in santa pace e soprattutto in silenzio.
È allora che noto qualcuno di famigliare di fronte al cancello sul retro.
"Stefano?"
"Ciao Dem" mi dice titubante "Complimenti per il successo"
"Grazie, ma che ci fai qui? Dov'è andata Alice?"
"È tornata a casa. Lei..." fruga nella tasca dei jeans "Mi ha detto di darti questa"
Ed eccola lì, la pugnalata al cuore. Non la prima, quella che delude e fa male. L'ultima, quella che ti finisce, che ti da il colpo di grazia. Qurlla che ti toglie ogni speranza.
La mia bandana se ne sta lì, ancora annodata, nel palmo della sua mano. La stessa che le avevo dato quando me ne sono andato a Milano, per non scordarsi di me.
Quindi è davvero finita.
Non c'è più nessana chance di riuscire a tornare con lei?
Ma soprattutto, che cosa vuole questo smilzo di uno spilungone? Insomma, perchè deve essere proprio lui a ridarmela?
Di sicuro centra qualcosa con quello che è successo. Pezzo di merda!
"Perchè me la dai tu?"
"Perchè Alice mi ha chiesto di farlo"
"E scommetto che te sei 'n sacco dispiaciuto de doverlo fà, vero?"
Stefano spalanca gli occhi, quasi fosse allibito sul serio:"Come, scusa?"
"Andiamo Capellone, nun sò stupido, sai? So n'omo anch'io e capisco certi trucchetti?"
"Trucchetti? Ma che cazzo dici?"
"Eh daje, su! Prima lei che mi lascia perchè si sente un peso per la mia carriera, poi magari ci ripensa ma per fortuna ci sei tu a dirle che ha fatto la scielta giusta" mi avvicino ed aggiusto il cappello "Già ti vedo, mentre da bravo cavaliere le offri una spalla su cui piangere"
"Certo che gliel'ho offerta, sono suo amico, ricordi?" mi dice irritato.
"E scommetto che non tinsei fatto scrupoli a consolarla anche in altri modi?"
"Che cosa?" chiede sopreso "Ma che stai dicendo? Attento a come parli"
"Ammettilo, Stefano, che mon vedevi l'ora di portartela a letto. Magari hai pure provato con un pò d'alcool, vero?"
"Adesso basta, stai superando il limite" mi dice stringendo i pugni. È nervoso, ancora pochi secondi e lo faccio crollare.
"Deve averla fatta godere parecchio per dare a te la mia ban..." non faccio in tempo a finire la frase. Stefano con una forza che mi sbalordisce mi dira un pugno in pieno stomaco, così intenso da farmimpiegare in avanti per il dolore.
Pezzo di merda!
"Credi che siano tutti come te, Damiano? Credi davvero che le farei mai una cosa simile?"
Non riesco a rispondergli, Victoria e gli altri arrivano accanto a noi e Vic cerca di calmarmi.
"Nun fa cagate, Damià" me dice all'orecchio, tenendomi un braccio.
"Sei fortunato, sai? Nun t'o 'o tiro un indietro solo perchè sinnò te smonto" gli rispondo.
Lo vedo indietreggiare, segno che ha capito chi comanda tra i due e chi invece avrebbe più chance di finire in ospedale.
"Ma non voglio sporcarmi le mani con una merda come te" gli dico. Poi lo guardo respirare a fatica, forse per l'agitazione.
Mi volto e faccio per tornare verso le scale con gli altri.
"Porta i miei saluti alla tua ragazza e andatevene a fan..."
"Non è la mia ragazza" mi interrompe.
"Certo, come vuoi" dico facendo il dito medi, senza nemmeno voltarmi a guardarlo.
"Non è la mia ragazza mia hai capito?"
Faccio qualche passo coi ragazzi.
"Hey, mi hai capito?" mi grida da lontano "Girati, cazzo!"
Non lo ascolto. Non più.
Non dopo il modo in cui si è approfittato di Alice e me l'ha portata via. Avrei dovuto farlo nero sto fijo de na migno....
"Sono gay!"
Cosa? Fermi tutti, che cosa ha detto?
"Sono gay, Damiano mi hai sentito?"
Eccome se ho sentito.
È il cervello che non metabolizza. Ma le orecchie, ci hanno sentito benissimo!
Sul serio?

CONTINUA.....

SPOILERZZZZ PROSSIMO CAPITOLO: Tenetevi pronti perchè il prossimo capitolo è uno di quelli a cui tengo di più e sarà una vera BOMBA!!
Un abbraccio e scusate l'ora tarda.
DJ

BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora