40.

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Che strani posti gli aeroporti.
Sono così pieni di storie che quasi riesci a toccarle, vederle e sentirle, mentre te ne stai seduto li a guardare chi si lascia e chi si ritrova. Di fronte a me c'è una donna anziana con il figlio. Piange e continua a ripetergli di scriverle ogni tanto e di mandarle qualche foto.
Mi piacerebbe abbracciarla e dirle che andrà tutto bene, ma la verità è che ho il cuore nello stomaco da troppo tempo e se aprissi bocca, credo uscirebbero tutte le lacrime che trattengo da ieri sera, quando ho salutato mamma.
Non ho pianto perchè volevo che mi vedesse tranquilla, forte, sicura di me. Ed adesso che sono in sala d'imbarco mi sento così sola che non vorrei fare altro che piangere.
Ma non posso. Damiano non può e non deve vedermi in queste condizioni.
Lo scorgo tra la folla mentre viene verso di me con il caffè in mano e faccio uno di miei soliti fermo-immagini. Perchè è così bello da spezzare il fiato e mi manca già così disperatamente che vorrei mettermi a gridare nel bel mezzo dell'aeroporto.
Appoggia i bicchieri sulla sedia vuota tra noi e mi sorride. Lo faccio anche io, sperando che non si accorga che fingo.
"Ecco il suo cappuccino caramellato, signorina" mi dice, passandomi lo stecchetto e la bustina di zucchero "Spero sia di suo gradimento".
"Scusa il ritardo ma mi hanno fermato in una decina per fare le foto" aggiunge, portandosi i capelli indietro.
Quanto vorrei saltare tutte queste cazzate di convenevoli e abbracciarlo e basta. Sentirmi dire che va tutto bene e che non sto lasciando la cosa più bella che mi sia mai capitata. Sentirmi dire che andrà tutto alla grande e che starò via solo per qualche giorno. Quante bugie che mi piacerebbe sentire adesso.
"Grazie" dico semplicemente, mescolando quella brodaglia, che tutto sarà fuor che cappuccino.
Ne bevo un sorso. Come predetto fa schifo.
Poi mi volto, prendo la borsetta e afferro qualcosa che voglio dargli da tanto tempo.
"Ecco" gli dico "Questo è per te"
"Che cos'è?"
"Il mio libro...Il nostro libro"
"L'hai scritto sul serio? E' la nostra storia?"
"Quando eri ad X Factor, scrivere mi aiutava a non pensare" gli rispondo "Lo ho stampato tutto e ho pensato di lasciartelo"
"Beggin..." dice a bassa voce, leggendo il titolo "E mi anche messo in copertina!"
"Ti piace?"
"Non l'ho ancora letto" mi risponde divertito "Ma il filtro in bianco e nero sulla mia foto da bad boy mi dice già che sarà una bomba"
Scrollo la testa e la piego di lato, osservandolo sorridere, mentre passa la mano sulla carta.
"Lì c'è tutta la nostra storia"
"Tutta?" mi guarda dal basso ed inarca un sopracciglio.
"Tutta...Anche le parti più bollenti" gli sorrido "L'ho terminato stanotte"
"Allora vedrò di non farlo leggere a nessuno"
"L'ho già inviato alle case editrici"
"Che cosa?" mi domanda spaventato e confuso.
"Tranquillo, ho cambiato tutti i nomi" lo rassicuro "Nessuno saprà mai che parlo di te"
"Perchè non me lo hai detto?"
"Non lo so....Era solo un progetto senza senso" gli dico guardando in basso "Non penso avrà mai un futuro"
"Io credo di si"
"Vedremo"

"I passeggeri del volo BA558 diretto a Londra - Heathrow, sono pregati di mettersi in fila per l'imbarco. Passengers of flight numb....."

"Ma...Ma come, non hai nemmeno finito il cappuccino" mi dice, guardandosi intorno, per capire da dove arrivi la voce nelle casse. Ha l'aria di un bambino triste che fa i capricci. Come quando andavo a giocare da Alessandro e mia madre la sera veniva a riprendermi. Mi inventavo ogni scusa possibile per rimanere lì solo qualche minuto in più.
"Meglio così, faceva davvero schifo" rispondo alzandomi ed afferrando il mio bagaglio a mano e la mia giacca.
Mi sento come quel giorno in stazione. Quando lo ho guardato allontanarsi sul treno per raggiungere il suo sogno e mi sentivo impotente.
E adesso che sono io a partire, mi sento allo stesso modo.
Forse perchè so che sto lasciando un sogno per un altro, o forse perchè so che qualcosa di così bello non mi capiterà mai più.
Vorrei baciarlo.
Ma non posso. Pazienza.
Lo abbraccio e lui rimane immobile. Non se lo aspettava, non in mezzo a così tanta gente.
Mi stacco e lo guardo, tentando di non scoppiare a piangere. Mi tiene stretta per la vita e non vuole staccarsi.
Rimaniamo qualche secondo in silenzio.
Chissà se da qualche parte, seduta in sala d'imbarco, c'è una ragazza come me, che ci sta fissando e si chiede quale sia la nostra storia. Chissà se qualcuno la leggerà mai, la strampalata storia di come questo stronzo arrogante mi ha sciolto il cuore.
Di come un ragazzino di diciott'anni è diventato un uomo e di come io, sono diventata una donna insieme a lui...In ogni senso possibile.
"Devo andare" gli dico con la voce spezzata.
"Aspetta" mi risponde. Poi prende il mio viso tra le mani e mi fa affogare in uno di quei baci che chi se ne frega se tutti ti guardano. L'importante è dirsi tutto.
Si stacca da me e mi sorride.
Quanto sono belle queste fossette.
"Buon viaggio, Carboncino" mi dice "Salutami Bacco e Arianna quando lì vedi"
Faccio segno di sì con la testa.
Vorrei dirgli tante cose, ma ho così poco tempo. Meglio così, le leggerà nel libro.
Mi giro e mi metto in fila, ringraziando che sia così corta. Non voglio fare altro che sedermi al mio posto e piangere finchè ho lacrime.
Non mi volto, ma so che non se ne è andato.
So che rimarrà lì fino a quando non mi vedrà scomparire al di là della vetrata.
Tocca a me, finalmente.
La hostess prende il mio biglietto, controlla il documento, mi sorride e mi lascia passare. Chissà se mi sorriderebbe ugualmente, se sapesse cosa sto lasciando.
"Carboncì!" urlà Damiano. Mi volto e lo vedo sventolare il mio romanzo in aria, da oltre il metal detector.
"Non mi hai detto perchè lo hai chiamato Beggin"
Gli sorrido:"Perchè io e te siamo un pò come quella canzone" rispondo "Siamo il pezzo giusto, nella playlist sbagliata"
Abbassa il braccio e non risponde, se con uno sguardo pieno di tristezza che dice tutto. Io gli sorrido e basta, senza parlare. Poi mi volto e me lo lascio alle spalle.
Chi lo sa, forse siamo davvero un errore anche noi, come quella canzone.
Ma io non credo. E comunque, anche se fosse, non lo cancellerei mai.
Perchè se l'amore non è questo, allora che cos'è?
Mi esce un sorriso involontario, agrodolce.
"Ciao, Stalker" dico piano, asciugandomi le lacrime.

FINE.
GRAZIE DI TUTTO.

A.



BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora