Capitolo undici

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-Cosa succede?- la interrogò Gerard, di spalle a lei.

-Non lo so!

Erano stati legati e bendati, nessuno dei due aveva possibilità di fare nulla; erano ora che restavano in quella posizione; il principe adottato di Rowan non poteva che sperare che non fosse nulla di irrisolvibile.

Comprese che non sarebbe stato così dalla situazione nella quale si trovavano.

-Pensa bene allora alle ragioni che condurrebbero i selvaggi del tuo popolo a imprigionarci in un maledettissimo granaio invece di star cercando Victoria!- sbraitò.

-Non lo so! Non lo so! Non lo so! Se lo sapessi non credi che te l'avrei detto?

Sentì che lei singhiozzava.

-Piangi come Victoria- non implicava niente quell'espressione, solo una profonda mancanza nei confronti della giovane sequestrata.

Voleva distrarla.

-Come fai a mantenerti così calmo? Quando perdi qualcuno di importante e non sai della sua sorte... dovresti essere distrutto, invece niente!- lo accusò all'improvviso.

-Perdere la calma non aiuterà nella sua ricerca. Devo mantenermi lucido per ritrovarla, poi potrò scaricare tutta la mia energia negativa sul colpevole del mio malessere e, credimi quando te lo dico, è un uomo morto.

Stava mentendo, quando le disse quelle parole stava tremando.

-Sii sincero, per l'amor del cielo!

-Va bene, vuoi che ti dica la verità? Sono morto di paura al pensare che potrebbe soffrire: so che John non la ucciderà finché io non sarò lì, però penso che si diletterà a torturarla. Non voglio che sul suo corpo ci siano altre marche, lei non è un animale- la sua voce tremava, era completamente impotente.

-Perché tu e Finn vi siete innamorati di lei? Non siete amici?

-Quello è l'ordine sbagliato. Prima ci siamo innamorati entrambi di lei, poi siamo diventati... amici- pronunciò quella parola con riluttanza.

Lei attese una spiegazione più soddisfacente.

-Per quanto riguarda Finn, non posso dirtelo con certezza, non conosco la natura dei suoi sentimenti, posso solo fare supposizioni. Io invece sono rimasto accecato in ogni senso: lei è così bella, intelligente e premurosa, è coraggiosa e tutte le sue azioni sono mosse dalla gentilezza. Ci ha obbligato ad andare d'accordo.

La ragazza sentì tenerezza verso il principe, fra i monarchi che non conosceva, questo era quello che disprezzava meno.

-Finn non ha potuto dare una migliore spiegazione.

-Per quanto sia curioso di sapere le ragioni per le quali Finn vorrebbe portare via la donna che mi ha cambiato, ti supplico di mantenerle un segreto o la nostra relazione stabile si convertirà in una competizione di nuovo.

Zelda rise, poi tacque per un po', facendo l'ambiente pesante.

-Quando mi hai questionato sulla mia attitudine innanzi il rapimento della mia fidanzata, mi è sembrato che anche tu avessi perso qualcuno. Posso chiederti chi fosse?

La giovane castana non emise nemmeno un respiro per un istante.

-Mio padre sposò l'uomo che amavo con un'altra donna che non viveva qui a Belleville. Ha permesso e celebrato il matrimonio perché non poteva permettere che sua figlia stesse con il figlio di un contadino.

Nel suo racconto vi era dolore, però Gerard aveva passato cose peggiori di certo.

-Lui si è trasferito alla capitale, alla Città imperiale di Ugarth, poco tempo dopo. Doveva formare una famiglia con la sua nuova moglie, invece... in un'epidemia poco tempo dopo morì al fianco di quella donna. Se non fosse andato via.... Sento che sarebbe stato ancora vivo se mio padre....

-Mi dispiace.

Zelda sorrise:

-Non essere dispiacuto per questo. È avvenuto tempo fa, ormai l'ho superato; di certo il dolore è presente ogni giorno, ma con gli anni si allevia. Per questo spero vivamente di poter ritrovare la tua fidanzata.

Zelda si sentiva in dovere di informargli qualcosa:

-Belleville non è stato perseguitato, almeno non nella proporzione che ti hanno descritto, dal regno di Ugarth. Si sono separati dal reame di Ugarth e la Città Imperiale solo perché volevano dirigersi da soli.

-Spiegati meglio.

-Voglio dire che mio padre si crede il re, crede avere il potere di comandare tutti a bacchetta.

Lui era cresciuto fra re, prima quello che aveva messo incinta sua madre, aveva imparato a camminare per i corridoi della corte di Ugarth e in più di un'occasione aveva avuto la possibilità di incrociarsi con suo padre, poi aveva vissuto a Rowan e Ulises era stato il suo modello a seguire.

Capiva cosa voleva dire avere un padre monarca.

-Lui considera quasi che io sia come una principessa, sono la figlia maggiore e siamo tutte ragazze. Ci ha trattato come tali durante tutta la vita.

-Può essere che credono che io ti abbia offeso? La lingua di Finn potrebbe essere stata fraintesa al descrivere la mia precedente vita amorosa- suppose il principe.

Sentirono le porte aprirsi, nonostante avessero gli occhi nella più completa oscurità.

-Cosa volete?- urlò Zelda.

Vennero presi alla forza e trascinati in un altro luogo sconosciuto, Gerard avrebbe desiderato tanto avere la sua spada per far sì che si pentissero dei loro modi.

Dovevano esserci molte persone in quella stanza, i mormorii erano piuttosto rumorosi, vi era odore di incenso e l'aria era più fresca; doveva trattarsi della chiesa di Belleville.

-Siamo nel tempio, non è così?

Zelda era sorpresa dall'intuizione che aveva avuto, comprese di colpo di cosa si trattava quella prigionia.

L'aveva già visto succedere in un'occasione, prima del matrimonio del suo amato.

-Così è stato anche con Tom e quella straniera! Volete fare la stessa cosa?- strillò come un'ossessa.

Scoprirono loro gli occhi e tolsero i legacci, Gerard aveva ragione: la chiesa del popolo di Belleville era un luogo austero e poco decorato, tranne per la presenza di un altare di legno e della quarantina di panchine ove i cittadini si erano riuniti.

Vi era sull'altare un contratto, non pareva realizzato lì, sembrava una licenza di matrimonio di Ugarth.

"No, no, no, non può essere!" pensò.

E finalmente conobbe il pastore di Belleville, colui che si era impiantato come un nuovo re.

Gerard di UgarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora