Capitolo ventisei

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Rori sospirò, sapeva che Gerard aveva raccontato a Finn e Zelda che era impazzita e che era andata via da sola per nessuna ragione particolare, però nel profondo della sua anima sapeva che avrebbe dovuto raccontare in parte il vero motivo.

Non voleva che esistessero più segreti nel gruppo.

Si avvicinò a loro, che la osservavano inquieti, e chiese di poter parlare in privato con colui che l'aveva accompagnata per mesi all'inizio del suo viaggio.

Quando lui accedette, camminarono per il mercato, allontanandosi dal campo visivo del resto dei conoscenti.

-Di cosa vuoi parlare, Rori?

Il suo tono era amabile, non era per nulla come se lo aspettava la principessa di Wari e Castiglia siccome pensava che sarebbe stato più accondiscendente credendola matta.

-Sai che non sono folle.

-L'ho sempre saputo. Cioé, proprio normale non lo sei, hai anche tu i tuoi momenti nei quali vorrei strangolarti, ma non sei fuori di testa sul serio.

Victoria non sapeva bene se ciò che sentiva opprimerle il petto era rabbia o dolore: rabbia perché sapeva che Finn le aveva nascosto di essere della Fraternità e dolore perché non voleva perderlo.

-So anche che sai di me. Non aveva altro obbiettivo la tua fuga, giusto? Scoprire chi io sia ti ha ossessionato da quando hai ricordato quella discrepanza fra i miei cognomi.... Avrei dovuto fare più attenzione.

Per un istante, Rori pensò che Finn l'avrebbe attaccata.

-Se avessi voluto uccidermi, lo avresti potuto fare tempo fa- gli fece notare.

Finn si sedette sullo scalino di una casa, alzandosi il pantalone all'altezza del ginocchio: intorno alla metà del polpaccio vi era il tatuaggio di un serpente che si mordeva la coda.

Rori lo sfiorò con delicatezza e il giovane rimase in attesa del suo giudizio.

-Non avrei mai potuto farti del male. Né a te, né a Gerard, siete diventati persone incredibilmente speciali per me e ho scoperto di essere capace di trasgredire gli ordini della Fraternità per stare al vostro fianco- le confessò, e nel suo sguardo non vi era altro che sincerità.

-Tua madre era della Gens, poi l'ha tradita per divenire membro della Fraternità. Ha ucciso molte persone.

Finn sospirò:

-Non posso negarlo, però ogni bando ha la sua storia: la Fraternità non è nata con l'obbiettivo di uccidere membri dell'altra società segreta, era per evitare che migliaia di soldati restassero senza lavoro. Anni fa si trattava della protezione dei diritti dei guerrieri- si interruppe –Suppongo che poi si è tergiversato il compito.

-Molte volte succede così.

-Molti errori si sono commessi da entrambe le parti e mia madre ha considerato opportuno seguire mio padre nella sua ideologia e si è messa a sua intera disposizione.

Il biondo pescatore non pareva molto orgoglioso di ciò che stesse raccontando, le sue mani tremavano.

-Se sei figlio di due membri eccelsi della Fraternità, le aspettative su di te sono molto alte. Mi hanno educato essendo parte di essa fin dalla nascita, non conoscevo altra opinione che non fosse quella dei suoi membri.

Rori cercava di comprenderlo, non era del tutto colpa sua: era nato e cresciuto nel seno di quella organizzazione che gli aveva insegnato solo l'odio verso quella rivale; doveva essere difficile adesso cercare di cambiare tutto ciò in cui avevano creduto.

-Pensavo che la disputa fosse da parte di entrambi i bandi, invece ho scoperto che è unilaterale: la Gens ha evitato il conflitto fino adesso, nonostante i suoi membri siano allenati per la battaglia, invece la Fraternità non ha tardato ad attaccarci. Ho compreso che ero dalla parte sbagliata della trincera.

Si interruppe, per poi concludere il suo pensiero:

-Non ti rendi conto di come funziona il mondo finché non esci a esplorarlo. Mi pento di non averti detto il mio segreto prima, sapevo che in fondo lo avresti compreso se te ne avessi parlato.

-Cosa vuoi fare adesso?- gli chiese la ragazza dai capelli esangui.

-In che senso? Che altra scelta ho se non quella di andare lontano da qui, sparire dalla tua vita e soprattutto da quella di Gerard?

Era abbattuto.

-C'é sempra una scelta, Finn. Puoi andare via, oppure puoi rimanere con noi e continuare questa missione. Puoi redimerti o correre lontano, dove né la Fraternità, né la Gens, ti troveranno mai.

Finn e Rori si presero la mano con forza e la loro vista si incrociò:

-Sono ancora innamorato di te.

-Lo so, ma devi mettere a tacere questi sentimenti per il bene del tuo matrimonio con Zelda. Lei è una brava ragazza e ti farà molto felice, con me non avresti altro che tragedia.

Era la prima volta che era stato capace di parlare apertamente con Rori di ciò che sentiva.

-Tu hai amato Gerard fin dal momento nel quale l'hai conosciuto. Io non ero che un amico per te e mi basta questa posizione per ora, però sappi che i miei sentimenti non sono spariti nemmeno di un apice per te, semmai il contrario.

Finn le mise un ciuffo di capelli biondi che era scappato dalla crocchia dietro l'orecchio.

-Non mi piace quando ti raccogli i capelli.

-Nemmeno a me... a Rowan mi sono abituata a mantenerli sempre sciolti, anche se devo ammettere che sarebbero molto scomodi se dovessero attaccarci.

Finn ridacchiò al comprendere che lei non avrebbe mai dato una ragione come quelle che gli dava sua moglie: "la moda lo detta così", "è più pudica una crocchia" e "ridammi la mia cuffia, Finn".

-E se è per questo, nemmeno mi aggrada la tua barba. Sono certa che ti veda meglio con il volto liscio.

-Ok, ok, mi vedrai di nuovo con la faccia da bebé appena troveremo un luogo per radermi.

I due risero e si dimenticarono per un momento di tutto ciò che stava succedendo intorno a loro, parevano due giovani normali che si stavano divertendo in una piazza.

-Mi chiedo cosa sarebbe successo se non vi fosse stata nessuna missione.

Rori cercò di non rabbuiarsi mentre rispondeva, siccome un ricordo sgradevole saliva alla sua mente:

-Probabilmente sarei stata troppo debole per difendermi dal mio aggressore quella notte che scappai dal castello. A quest'ora avrei avuto un figlio che avrebbero fatto passare per l'erede al trono e il patrigno di Gerard avrebbe dominato il reame di Rowan.... Credimi, è stato meglio così.

Finn annuì, per poi notare che non le aveva ancora lasciato la mano.

-Cosa vuoi che faccia? Devo andare via o restare?- le chiese, sapendo che avrebbe ricevuto una risposta sincera.

E ciò che fuoriuscì dalle sue labbra lo prese di sorpresa:

-Voglio che tu resti al mio fianco, Finn. Non posso perdere anche te.


Gerard di UgarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora