JAMES BARNES

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La vita di James Barnes non era meno complicata di quella di Brock, ma non era costellata dagli stessi abusi e dalle stesse molestie.

Bucky era cresciuto in una famiglia perfettamente normale: suo padre aveva un lavoro d'ufficio, mentre sua madre aveva abbandonato il lavoro di commessa in un negozio di vestiti per occuparsi della casa e dei figli; aveva anche una sorella minore di nome Rebecca, a cui era particolarmente legato.

La sua infanzia e la sua prima adolescenza non erano state diverse da quelle di tanti altri ragazzi, tutto era cambiato il giorno in cui i suoi genitori avevano organizzato una giornata da trascorrere all'aperto insieme: dovevano recarsi in un parco in centro città, a Brooklyn, per un pic-nic ed un giro in pedalò sul laghetto, ma lui si era sentito male la notte precedente.

"Non preoccupatevi per me, voi andate pure. Non voglio rovinarvi la giornata" aveva detto mentre tentava di ricacciare una spiacevole sensazione di nausea che gli attanagliava lo stomaco e la bocca; sua madre, Winifred, aveva insistito più volte per rimandare quel momento speciale ma alla fine si era arresa, aveva telefonato alla vicina di casa e le aveva chiesto se poteva badare al figlio durante la loro assenza.

Poi aveva baciato James e se ne era andata.

Quella era stata l'ultima volta che il ragazzo aveva visto la madre, il padre e la sorella vivi: poche ore più tardi aveva ricevuto una telefonata in cui gli era stato comunicato che la sua famiglia aveva avuto un grave incidente stradale e nessuno di loro era sopravvissuto.

Lo schianto con un'altra vettura era stato così violento che tutti e tre i componenti erano stati stroncati sul colpo.

James aveva rimosso dalla propria mente quasi tutti i ricordi di quei giorni bui, ricordava solo un grande vuoto, un baratro, poi aveva preso le sue cose e si era trasferito in Nevada, nel ranch dei nonni paterni che erano diventati i suoi tutori.

Nei mesi successivi aveva iniziato a sviluppare i sintomi di due malattie che lo avrebbero accompagnato per molto tempo, alternando ricadute a miglioramenti: oltre a chiudersi in un ostinato silenzio, Bucky aveva ridotto drasticamente la quantità di cibo che mangiava; ingoiava a malapena qualche boccone e quando la nonna lo costringeva a riempire di più il piatto, correva in bagno a vomitare tutto.

Aveva sviluppato una vera avversione nei confronti del cibo ed il tutto era dovuto al senso di colpa per essere sopravissuto e perché era stato proprio lui ad insistere affinché la sua famiglia andasse ugualmente al parco a trascorrere una giornata spensierata.

Settimana dopo settimana aveva perso rapidamente peso, arrivando a malapena ad una quarantina di chili e si era ritrovato con le guance scavate e le costole che spuntavano vistosamente dal petto.

Robert e Rose lo avevano subito portato in ospedale e da lì era stato poi condotto in un centro specializzato in problemi come l'anoressia e la bulimia e quello era stato il periodo peggiore per il ragazzo: si era ritrovato a vivere in una stanza spoglia e grigia, dotata solo di una brandina e di un comodino, non aveva stretto amicizia con nessun paziente della sua età sia a causa della timidezza e sia a causa delle condizioni gravi in cui si trovavano alcuni di loro, ed era stato costretto a ingoiare forzatamente sia cibo che medicine su medicine.

Il senso di colpa che provava non si era attenuto affatto, anzi, rinchiuso in quelle quattro mura aveva avuto tanto tempo per pensare e riflettere ed addossarsi ancora di più la responsabilità di quello che era accaduto durante una giornata che doveva solo essere allegra: aveva sviluppato la convinzione di non meritare di vivere e così, un giorno, si era chiuso nel bagno che aveva a disposizione, aveva rotto lo specchio posizionato sopra al lavandino, si era seduto sul pavimento e si era reciso i polsi in profondità, sicuro che quel poco sangue che ancora aveva in corpo sarebbe uscito velocemente.

Back To Black; Winterbones AU (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora