CROSSBONES

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Incredibilmente James era riuscito ad inventarsi una scusa convincente da dire a Steve.

Aveva detto al suo compagno che la nonna lo voleva in Nevada per qualche giorno, tre o quattro, dato che erano diversi mesi che non lo vedeva di persona e che voleva fare quella breve vacanza da solo dal momento che era maggiorenne e poi, aveva aggiunto, non voleva fargli perdere dei giorni di università, dato che già lui per primo era in serio pericolo di perdere l'anno a causa delle assenze e dello scarso rendimento.

Gli aveva anche detto che non gli serviva un passaggio: avrebbe preso un autobus che lo avrebbe portato alla stazione dei treni e da lì avrebbe preso quello diretto in Nevada; una volta arrivato a destinazione suo nonno lo avrebbe raggiunto in macchina per portarlo al ranch.

Steve non si era opposto, dato che nutriva la massima fiducia nei confronti di Bucky, si era limitato a dargli un bacio ed a augurargli una buona vacanza.

"Cerca di rilassarti e scrivimi. Ti chiamo alla sera" gli aveva detto dopo averlo accompagnato alla stazione; Bucky si era assicurato con cura che la macchina fosse ormai lontana e poi si era incamminato, con lo zaino in spalla, fino al locale che ormai era diventato il punto fisso d'incontro tra lui e Rumlow.

Lo stava ancora attendendo, mordendosi le labbra nervosamente, con la paura che qualcuno potesse vederlo in qualunque momento e che poi ne parlasse con il suo compagno: non era mai stato bravo ad inventare le bugie e non aveva mai fatto qualcosa di così sfacciato, quindi aveva paura che il suo castello di carte crollasse da un momento all'altro; ma quando vide arrivare la macchina nera del più grande l'ansia che lo stava opprimendo scomparve, sostituita da un piacevole calore.

Aprì la portiera e salì in macchina, sistemando lo zaino nei sedili posteriori, guardò Brock e si accorse che stava fumando tranquillamente, con addosso una canottiera nera che metteva in risalto i muscoli delle braccia.

"Allora, sei pronto per la vacanza?"

"Si"

"Il tuo ragazzo sospetta qualcosa?"

"Non sospetta nulla"

"Che cosa gli hai detto?"

"Gli ho detto che dovevo andare in campagna dai miei nonni".

La bugia divertì così tanto il giovane uomo che scoppiò in una risata allegra.

Erano appena le nove di mattina e Brock decise di portare James in un fast food per fare colazione, dato che non aveva ancora messo nulla sotto i denti; ordinò due menù uguali e poi scelse un tavolino appoggiato ad una parete, dotato di due divanetti al posto delle sedie, in modo da poter allungare le lunghe gambe.

"Ho tutti i muscoli del corpo che mi fanno male"

"Come mai? È a causa dell'incidente? Oppure sei malato?" chiese Bucky, osservando di nuovo l'abbigliamento dell'altro, non proprio consono per una giornata di dicembre: oltre alla canottiera nera indossava dei semplici pantaloni da ginnastica e delle scarpe rovinate e bucate appositamente in diversi punti "vai in palestra?"

"Anche. Vado ad allenarmi"

"Per cosa?"

"Diciamo che ha a che fare con il lavoro che faccio, ma non voglio dirti troppo perché lo vedrai questa sera" rispose Rumlow, versando dello sciroppo d'aero sopra i suoi pancakes, il castano lo imitò e si sforzò di mangiarne almeno metà di quelli che aveva nel piatto, ma al terzo boccone fallì miseramente.

"Quindi non passeremo il giorno insieme?"

"No, perché devo allenarmi, però ti porterò da Jack e poi mi raggiungerete quando sarà il momento. Poi da domani saremo sempre insieme. Però dipende tutto da questa notte"

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