ONE MONTH

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Trascorse un mese senza che Rumlow si facesse sentire; James era un fascio di nervi che continuava a guardare il cellulare in modo convulso, non lo spegneva quasi mai per timore di ricevere una chiamata o un messaggio proprio in quel momento, aveva anche smesso di mangiare quasi del tutto perché temeva di avere fatto qualcosa di sbagliato durante il loro ultimo appuntamento, o forse aveva proprio sbagliato a scrivergli durante la notte.

Dopotutto gli aveva dato delle risposte fredde e secche, magari lo aveva disturbato in un momento delicato o si era dimostrato troppo appiccicoso.

Come se ciò non fosse abbastanza terribile, l'odore del giovane uomo era sparito del tutto dalla felpa, sostituito da quello dello stesso James.

Molto spesso gli capitava di scoppiare in lacrime ed in classe era sempre assente, con lo sguardo perso al di là di una finestra, chiedeva il permesso di uscire e stava anche ore intere chiuso in bagno, con le gambe premute contro il petto, senza che nessuno riuscisse a persuaderlo ad uscire da quel posto.

Steve, Wanda e Natasha gli chiedevano spesso che cosa avesse, che cosa gli stava accadendo in quel periodo, perfino Sam si dimostrò gentile e disponibile a fare qualcosa, l'unico a fare eccezione si rivelò essere Tony, che voleva stargli il più lontano possibile, dato che non gli aveva ancora perdonato la battuta che aveva fatto sui suoi defunti genitori.

"Tra poco è il tuo compleanno, che cosa vuoi fare?" gli chiese un giorno Steve, con la speranza di riuscire a distrarlo almeno per poco dalla depressione in cui era caduto.

"Non voglio fare nulla"rispose in modo secco e scontroso il castano, con gli occhi azzurri rivolti altrove "non ho voglia di festeggiare, in ogni caso non saprei neppure che cosa vorrei fare. Dove vorrei andare"

"Se vuoi a questo ci posso pensare io..."

"Come vuoi tu"

"James, vuoi dirmi che cosa ti prende? James? Bucky? Bucky, per favore, guardami negli occhi. Vorrei avere una risposta da te"

"Sto bene" disse l'altro a denti stretti, portandosi le mani alle tempie, Rogers voleva consigliargli di andare dallo psicologo dell'università, perché magari aveva bisogno di andare a parlare con qualche professionista, ma decise di farlo in un momento più tranquillo perché avrebbe rischiato solo di peggiorare la situazione in quel momento.



Una settimana più tardi, il sedici dicembre, arrivò il compleanno di Bucky e Steve lo svegliò con un piatto di ciambelle, del cappuccino ed un pacco rosso con un enorme fiocco colorato.

"Buon compleanno" gli sussurrò con dolcezza, baciandogli le labbra, non si spinse più in là perché conosceva le barriere che il suo compagno si era creato a causa delle sue malattie e non voleva fargli pressione: lo amava e voleva aiutarlo in qualunque modo, anche se ciò significava rinunciare a tante cose che una coppia normale faceva, compresi i momenti di intimità.

"Grazie"

"Vuoi aprire il regalo? Avanti. Sono sicuro che ti piacerà".

James strappò la carta rossa senza un particolare interesse, ma quando sollevò il coperto dalla scatola marrone lanciò un verso strozzato vedendo davanti ai suoi occhi la stessa felpa nera con la stella rossa che aveva visto quel giorno al centro commerciale con Rumlow; il suo cuore perse diversi battiti e per un momento si chiese se ciò voleva significare che Steve lo aveva scoperto, ma il biondo lo guardava sorridendo, visibilmente di buonumore.

"Io...Io..."

"So che adori questo genere di fantasie. Me lo hai detto tempo fa, ricordi? Ero in un centro commerciale ed ho visto questa felpa ed ho subito pensato a te. Allora? Ti piace?"

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