(Sophia) Capitolo 20

353 48 60
                                    




La chiacchierata che ho con Erin riguardo alla scuola per Logan è un po' più lunga del previsto, soprattutto perché il piccolo in questione, capendo di cosa parlavamo, ha fatto mille domande. Il lato positivo è che lui è super contento ed eccitato, non vede l'ora di trasferirsi qua per poter intraprendere il nuovo percorso scolastico.

Al contrario, Erin, è sempre più titubante. È rimasta molto contenta delle mie rassicurazioni sulla scuola e su come sono preparati anche se in una città così piccola ed è stata piacevolmente sorpresa della richiesta della preside per la chiacchierata con lo psicologo.

D'altra parte però, non è ancora convinta del fatto che sia una buona idea, inizio a pensare che sia così soltanto a causa della sorella, so che ogni volta che la sente è pronta a criticarlo su qualunque cosa Logan sia entusiasta.

Vedere le insicurezze di Erin a causa della sua famiglia mi lascia sempre sorpresa, è così sicura di quello che fa, di come lo fa e delle decisioni che prende, che soltanto quando ha momenti come questo, ricordo perfettamente quanto hanno minato, nel tempo, la sua reale sicurezza quando entra in ballo la famiglia.

Ci metto parecchio tempo a tranquillizzare la mia migliore amica ma, alla fine, sembro riuscire nella missione anche con l'aiuto inconsapevole di Logan visto che ho sfruttato la sua gioia e le sue parole per riuscirci.

In tutto questo, mentre ho utilizzato tutte le mie armi migliori per far capire ad Erin che andrà tutto bene, mi sono scapicollata nel preparare il dolce da portare questa sera e, quando faccio presente ad Erin che il "macello" che sente dall'altra parte della cornetta è dovuto ad una cena a casa di Juliet, mi sono beccata una partaccia per non averglielo detto prima. La verità, è che mi ero completamente dimenticata del fatto che non glielo avessi detto.

A quel punto mi perdo in spiegazioni del perché ho scelto di preparare un dolce da portare stasera e lei, se ne esce fuori con la frase: se lo avessi chiesto a me io te lo avrei suggerito subito di fare un dolce e basta.

Detesto quando mi fa sentire come una bambina piccola che, scioccamente, non ha chiesto subito aiuto alla mamma. Cosa che le faccio notare immediatamente, come sempre, e lei si limita a sbuffare per poi zittirsi.

Quando inforno la torta posso rilassarmi un attimo sul divano mentre continuo a parlar con quella matta della mia migliore amica che, anche lei, sta preparando la cena visto che, a quanto pare, ha deciso di fare un tacchino ripieno come secondo piatto da portare ad il pranzo di beneficienza della scuola a cui, ogni mamma deve portare qualcosa di preparato a mano.

<< Non potevi fare una torta salata come fanno tutte? Sarebbe stato mille mila volte più semplice e venti volte meno caro >> le faccio presente.

<< Si ma quel branco di galline sono delle complete incompetenti in cucina mentre, io, sono una professionista >> mi rispondo con evidente sforzo.

<< Stai farcendo quel tacchino così tanto che scommetto è sul punto di esplodere ma, quello che vorrei sapere è, cosa ti hanno fatto oggi il resto delle mamme della classe? >>

<< Dovevi vedere quelle brutte... >>

È pronta a sparare una parolaccia, ne sono certa per cui la fermo subito << Logan è in casa! >>

<< Galline spennate! >> urla con evidente rabbia.

<< Ok... Cosa avrei dovuto vedere? >>

<< Come mi hanno voluto ricordare dal pranzo di beneficienza e che avrei dovuto portare qualcosa di preparato a mano, mi guardavano con una superiorità, neanche non ricordassi che l'evento è domani >>

#2 Oltre (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora