senza filtri

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''Ma è un compito noiosissimo, dobbiamo proprio farlo?'' mi chiese Riccardo fissando la pasta nel suo piatto ''muoviti.'' risposi sparecchiando in fretta e furia. ''Lasciami almeno finire di mangiare!'' protestò ''è mezz'ora che fissi quella pasta!''

''Hai già pensato al tipo di attività che vogliamo fare?'' gli chiesi sedendomi di fronte alla scrivania ''in che senso?'' ''cognitiva o pratica?'' ''puoi essere più chiara?'' ''Riccardo! Sei serio?'' Lui si strofinò energicamente gli occhi ''sono le 10 di sabato mattina, a quest'ora io dormo... non sono abituato!'' ''nemmeno io, ma non siamo svegli ed insieme per niente!'' ''appunto, facciamo qualcosa di divertente insieme, abbiamo tutto il tempo che vogliamo per ideare quell'attività.'' ''prima il dovere e poi il piacere.'' gli ricordai, sbuffò, si alzò e prese un plico di fogli. ''Brainstorming?'' mi chiese, sorrisi ''finalmente hai detto una cosa giusta.'' ''va' al diavolo.''

''Tempo scaduto.'' esclamai posando la penna sul foglio ''avevamo un tempo limite?'' mi chiese guardandomi come se fossi un squinternata.

''Quindi facciamo sia la mia attività che la tua?'' mi domandò ''la tua è pratica, la mia è più astratta, cognitiva.'' ''batti 5, compagna di banco.'' ''non siamo male come squadra." "No, affatto." nel tendergli la mano per battergli il cinque Riccardo mi attiró a se e mi abbracció con una tale intensità che sentí i miei muscoli, dapprima contratti, rilassarsi completamente. Il flusso dei miei pensieri scorrere liberamente, senza alcun filtro. No fear. Troppo liberamente. Senza alcuna paura.
"A cosa devo tutto questo amore?" Riccardo sorrise, quel sorriso misto ad una risata che vuol dire tutto e niente. "Tutto questo amore? Lucrezia, é solo un abbraccio." "Giusto, é solo un abbraccio." mi tirai fuori io "che c'é? Volevi di piú?" nella sua domanda, nel suo tono e nel suo volto non c'era traccia di malizia. Solo speranza. Speranza e curiosità. "No, no. Certo che no." "No,no. Certo che no." mi imitó Lui in malo modo "pappagallo." "Di cos'hai paura? Di innamorarti di qualcuno d'altro e di essere felice? Io non lo so e probabilmente tu nemmeno."

8:30 PM

"Come fa a piacerti il Wasabi, Dom?" gli chiesi scartandolo "come fa a piacerti il salmone, Lucre?" "Cooosa?" emisi un suono di assoluto stupore "avevi detto che ne andavi matto!" "Beh, ho mentito." lo fissai per capire se fosse sincero "come ho mentito questa volta." "Stupido."
"Piaciuta la cena?" mi chiese sparecchiando "certo." Gli risposi iniziando a lavare i piatti. Mi abbracció da dietro, sarebbe stata una cosa dolcissima ma in quel momento, inspiegabilmente, mi infastidí un po'. Mi scostó i capelli, mi bació il collo e la parte iniziale della schiena. Mi irrigidí, smisi di lavare i piatti e mi voltai solo per dirgli "dai, lasciami lavare i piatti." "che perfetta donna di casa che ho." lo allontanai, sempre piú infastidita. "Si puó sapere che hai? É tutta la sera che sei strana! Cosa ti ha messo in testa Riccardo?" "Riccardo? Solo a Riccardo pensi! Che ne dici della mia famiglia? Dei miei amici?" "Amici?" Alzò le sopracciglia "quali amici? Tu non hai amici!" "Certo, dimenticavo. La mia vita si limita allo studio, alla mia copertura ed ad una storia clandestina. Sai che c'é? Smettiamola qui. Prima che tutto degeneri." Cercó di trattenermi come meglio poté "dico sul serio, non ce la faccio."

A letto con FreudDove le storie prendono vita. Scoprilo ora